Con Emilio Solfrizzi
E con Viviana Altieri,
Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini,
Simone Luglio, Elisabetta
Mandalari
Costumi Sandra Cardini
Regia di Armando Pugliese
Produzione ErreTiTeatro30,
Roberto Toni
Voler essere quello che non
si è!
Quanti personaggi, quante
figure di tutti i tempi ed anche dei giorni nostri, vanno ad identificarsi in
questo borghese che si atteggia a nobile parimenti a colui che ha in tasca
quattro conoscenze abbozzate ed imita
goffamente, magari cercando grossolanamente di prevaricare colui che
invece ‘conosce’ per davvero! E talvolta nella presunzione stolta si invidia e
si cerca di banalizzare l’oggetto dell’invidia!
Il signor Jourdain
poveretto, vive una vita fasulla, ricca solo di illusioni e di invidie di chi è
veramente, quello che lui vorrebbe essere e si potrebbe continuare all’infinito
con osservazioni e paragoni fino all’esaurimento delle forze!
La regia di Armando
Pugliese con l’aiuto di Norma Martelli è davvero curata in ogni particolare,
con dettagli che rimandano all’epoca della scrittura ed altri assolutamente
contemporanei; il tempo della vicenda si colloca in una sorta di ‘cicli e
ricicli storici’ con un ripetersi fino ad oggi di certi stolti comportamenti.
La scena fissa realizzata da Andrea Taddei ben si attaglia sia alla commedia
dell’arte che a rappresentazioni moderne con un testo ed ambientazioni
riadattate al gusto corrente con intrusioni positive di mimiche e balletti.
Interessanti le musiche di Antonio Sinagra che con le luci disegnate da Gaetano
La Mela e le coreografie di Aurelio Gatti rendono vivace e brillante la trasposizione coerente.,
Gli attori sono davvero
bravi e coinvolgenti tutti quanti, ognuno davvero calato nel personaggio! Uno
per tutti e tutti per uno, ma un accenno sentito va al mattatore Emilio
Solfrizzi che fa dimenticare che la commedia sia stata scritta nel 1670,
peraltro a soli tre anni dalla morte del grande Jean-Baptiste Poquelin (Parigi,
15 gennaio 1622 – Parigi, 17 febbraio 1673), in arte Molière.
Dal maestro d’armi fino al filosofo è un
avvicendarsi di simpatiche invenzioni teatrali, quali l’imitazione del raglio
d’asino all’emissione vocale per tentare
un bel ben fraseggiare ed un
corretto pronunciare le vocali, non meno
divertente risulta il parodistico duello tra il Borghese e la comicissima
cameriera. Caricaturalmente ci si imbatte in una scena a quattro voci che fa
venire in mente un comico quartetto
rossiniano.
Lavoro teatrale veramente
gradito ed apprezzato dagli spettatori in sala.
Renzo Bellardone
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