martes, 28 de marzo de 2017

MANON LESCAUT – TEATRO REGIO DI TORINO

– 26 marzo 2017
La sera antecedente ‘Manon’ al Regio di Torino, mi trovavo a Santhià al concerto delle ‘4 Stagioni’ di Vivaldi eseguito dall’orchestra barocca ‘De Giardini’ con violino solista e maestro concertatore Eugenio Sacchetti; alla fine del concerto “atteggiandomi a conoscitore” commentavo con il pianista Massimiliano Genot che in Vivaldi già c’erano i Leitmotiv presenti poi nelle opere di Wagner, ma sentendo poi Puccini ecco che li ritrovo nella più alta espressione poetica !
Dramma lirico in quattro atti
dal romanzo Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut
di Antoine François Prévost
Musica di Giacomo Puccini

Personaggi
Interpreti
Manon Lescaut soprano
María José Siri

Il cavaliere Renato Des Grieux,
studente tenore
Gregory Kunde

Lescaut, sergente delle guardie
del re baritono

Dalibor Jenis
Geronte di Ravoir,
tesoriere generale basso
Carlo Lepore

Edmondo, studente tenore
Francesco Marsiglia
Il maestro di ballo tenore
Saverio Pugliese
Un musico mezzosoprano
Clarissa Leonardi
Un lampionaio tenore
Cullen Gandy
Un sergente degli arcieri
e L’oste baritono

Dario Giorgelè
Un comandante di marina basso
Cristian Saitta
Un parrucchiere mimo
Francesco Scalas


Direttore d'orchestra
Gianandrea Noseda
Regia
Vittorio Borrelli
Scene
Thierry Flamand
Costumi
Christian Gasc
Luci
Andrea Anfossi
Movimenti mimici
Anna Maria Bruzzese
Assistente alla regia
Piero Torciano
Maestro del coro
Claudio Fenoglio
 Orchestra e Coro del Teatro Regio
Allestimento Teatro Regio

MANON: un titolo una garanzia, che nella produzione torinese si avvalora con la presenza di artisti eccezionali, diretti da un eccezionale Gianandrea Noseda!
L’inizio dell’opera è preceduto dalla lettura di un comunicato sindacale che invita tutti gli spettatori ed amanti del teatro e della cultura a tutto raggio, a sottoscrivere una petizione reperibile nel teatro stesso, volta a conservare i posti di lavoro  nei teatri  ed a preservare il futuro della cultura italiana!
Tornando a parlare della superba direzione di Noseda  è inevitabile sottolineare la passione, l’attenzione, l’amore ed il rigore che lo stesso riversa sulla bacchetta alla ricerca della perfezione stilistica ed all’emozione pura; Noseda in Manon ha tratto pagine di sinfonia assoluta, esaltando la luminosità della partitura!  Puccini in Manon raggiunge vette eccellenti  ed  ancorchè conosciute riescono sempre a scatenare emozioni e commozione, che pervadono platea e palco e Noseda, ai vertici della bravura, tocca punti di liricità e di toccante poesia da stravolgere anche gli animi più duri.
Il Teatro Regio con Manon ha centrato un altro obiettivo, infatti l’opera è stata apprezzata in ogni suo aspetto: la regia di Vittorio Borrelli è attenta ai particolari e non lascia mai vuoti scenici, sfruttando al meglio le scene di Thierry Flamand fastose  e sicuramente realizzate più con sapienza che impiego di risorse, ma l’insieme risulta fulgido di ricchezza, fotografico all’imbarco delle prostitute  e poi deserticamente essenziale al finale. Le luci di Andrea Anfossi vengono utilizzate con la cautela che porta ad un sicuro effetto ed anche  i costumi di Christian Gasc sono belli.


Venendo al canto riesce davvero difficile stabilire il podio, ma un accenno di riguardo lo riserverei a Gregory Kunde –lo studente Des Grieux- che in barba all’età offre un timbro fresco  ed espressioni arrotondate da incantare; il mio posto in teatro era in un palco, quindi a fondo sala, ma la sua voce, il suo fraseggio, il suo porgere dolcezza ed emozione mi sono arrivate come se fossi stato in prima fila. ‘Donna non vidi mai’, piuttosto che ‘Pazzo sono’  sono sinceramente da ricordare. Interprete di riferimento in molti ruoli, credo possa essere esempio ai più giovani colleghi, per l’arte nell’uso della voce.
Bravissima anche Maria José Siri, nei panni della protagonista: deliziosamente accattivante prima ed accorata poi ha reso il personaggio nelle varie situazioni, con lo stesso carisma e con estrema facilità nell’emissione. Nel duetto con Des Grieux ben viene espressa la struggente passione e  forte carica erotica, così come nel ‘Sola…perduta, abbandonata’ estrae tutta la drammaticità del momento e fa perdonare Manon per la leggerezza del suo passato. 
Il sergente Lescaut trova nel baritono Dalibor Jenis un interprete dal piglio deciso,  interessante sia per la presenza scenica che per il tono che per  i  colori che esprime, parimenti a Carlo Lepore, sempre piacevole da ascoltare e che rende il personaggio di Ravoir  in modo davvero incisivo e di alta cifra stilistica.
Pregevole l’intero cast ed il coro diretto da Claudio Fenoglio che si riconferma ottimo anche in questa occasione.
La Musica vince sempre.

Renzo Bellardone.

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