di STEFANO BUCCI
Alla vigilia delle cruciali
elezioni del 15 marzo, un caso alla fiera d’antiquariato
di Maastricht, la più
importante del mondo. L’artista: «Siamo senza parole
Polemica nei Paesi Bassi, a
Maastricht, alla vigilia dell’apertura al pubblico del Tefaf (di fatto la fiera
di arte e antiquariato più importante del mondo, in programma al polo
fieristico Mecc dalla preview di oggi al 19 marzo). Il caso, dalle implicazioni
religiose, scoppia proprio a ridosso delle cruciali elezioni politiche olandesi
in programma mercoledì 15 marzo.
Tutto nasce dalla rimozione
di Persepoli, un’opera di Luca Pignatelli (Milano, 1962) «colpevole», secondo
la commissione che doveva occuparsi della selezione delle opere (e che comunque
l’aveva in un primo momento accettata con entusiasmo), di essere in qualche
modo blasfema. O, per dirla con la motivazione ufficiale, di «essere
provocatoria in quanto attraverso l’arte contemporanea distrugge un’opera
antica».
Il lavoro, di 4 metri per
3, è stato realizzato nel 2016 con tecnica mista su un tappeto persiano che
Pignatelli aveva acquistato «a un prezzo bassissimo» e che da due giorni si
trovava nello stand della galleria Piva & Co, da dove è stata rimossa. È
stata cioè staccata dalla parete all’insaputa dall’artista e degli antiquari
che, oltre a Persepoli, presentavano altri due lavori di Pignatelli: un
Dioscuro da Leptis Magna e una testa femminile, entrambi monumentali ma non
quanto la contestata Persepoli.
«Siamo tutti avviliti e
senza parole»: così ha commentato al «Corriere» l’artista, che sottolinea come
il suo lavoro avesse suscitato inizialmente l’entusiasmo della commissione, per
il suo modo di rileggere i segni e gli oggetti. Evidentemente però qualcuno ha
pensato che quella rilettura avrebbe invece potuto offendere qualcuno, in
particolare i possibili acquirenti di fede musulmana, il cui credo impone di
non rappresentare la figura umana: «Non volevo offendere nessuno, il mio lavoro
da sempre vuole integrare i vari linguaggi, le varie sensibilità, le varie
religioni». A quanto pare la commissione (prima ancora degli acquirenti) sembra
non averlo capito.
http://www.corriere.it/cultura/17_marzo_08/luca-pignatelli-tefaf-opera-maastricht-f435a8be-0436-11e7-9858-d74470e8bbec.shtml
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