PORGY AND BESS
Si spengono le luci, arriva William Barkhymer il direttore artistico e musicale e come per incanto è subito ritmo…e che ritmo! Dalle trasparenze del sipario in un preciso gioco di luci affiorano i personaggi che iniziano a danzare e poi altri a far ‘girare i dadi’ in un turbinio di sound ricercato ed evoluto che descrive la vita a Catfish Row, bolla spaziale di micro mondo. La prima song è cantata da Clara la moglie del pescatore Jake, la quale cullando tra le braccia il bimbo, intona la celebre ninna nanna Summertime!
La storia è quella dello storpio Porgy che innamorato della donna più bella e ‘disinvolta’ del villaggio, ovvero Bess riesce finalmente ad averla come ‘sua donna’ dopo che questa è stata abbandonata da Crown, fuggito dopo aver ucciso Robbins; da qui un evolversi di situazioni tra polvere d’angelo, ritrovamenti ed innamoramenti, pesche fortunate e picnic, fino a quando Porgy, rilasciato dalla polizia, si mette in viaggio alla ricerca dell’amata Bess fuggita con Sporting Life nella fantasmagorica New York.
Una dettagliata descrizione della messa in scena richiederebbe troppe parole, quindi mi limito ad alcuni spunti: interessantissimo il clima e la preghiera quasi esoterica per invocare la guarigione di Bess, cosi come i duetti sono di splendore musicale e raffinata ricercatezza. Gli insieme con il coro sono di un livello altissimo e vengono esaltati da carica interpretativa non comune con la contestualizzazione dei costumi, una bella scenografia e luci ben disegnate.
La direzione è di grande qualità e tenendo il giusto volume dell’orchestra, fa si che questa non sovrasti mai il canto espresso con forti momenti di passionale liricità.
Sinceramente uno spettacolo di grande qualità in ogni suo aspetto, con un plauso ai solisti ed al coro per canto, danza e movimento scenico e coreografico! Una globale cifra stilistica viene espressa attraverso codici espressivi di intensità.
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La vacanza termale ogni volta incontra un avvenimento degno di interesse ed anche questa volta, ecco che da un post di Laura Polverelli, mezzosoprano italiano affermato nel mondo, vengo a sapere di un concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto; valutate le opportunità scelgo la prova generale, certamente entusiasmante, partecipativa e divertente come tutte le prove!
In una afosa giornata di luglio, quasi in simbiosi percettiva, ho scelto Porgy & Bess: una calda, anzi rovente storia di ribellione, uccisioni e polvere d’angelo tra gli usi e costumi dei discendenti degli schiavi delle piantagioni di cotone, narrati dalla stupenda musica di Gershwin.
Porgy and Bess – Prova generale del 30 giugno 2019 di George Gershwin, DuBose e Dorothy Heyward, Ira Gershwin
New York Harlem Theatre℠ Produzione
William Barkhymer direttore artistico e musicale
Baayork Lee regia
Michael Scott scene
Reinhard Traub luci
Christina Giannini costumi
Richard Cordova direttore d’orchestra associato e maestro del coro
Dan Saunders assistente del direttore d’orchestra
Orchestra del Teatro Regio
Solisti e Coro del New York Harlem Theatre℠
Musica di George Gershwin
Libretto di DuBose e Dorothy Heyward e Ira Gershwin
Prima rappresentazione assoluta:
Boston, Colonial Theatre, 01/01/1935
Si spengono le luci, arriva William Barkhymer il direttore artistico e musicale e come per incanto è subito ritmo…e che ritmo! Dalle trasparenze del sipario in un preciso gioco di luci affiorano i personaggi che iniziano a danzare e poi altri a far ‘girare i dadi’ in un turbinio di sound ricercato ed evoluto che descrive la vita a Catfish Row, bolla spaziale di micro mondo. La prima song è cantata da Clara la moglie del pescatore Jake, la quale cullando tra le braccia il bimbo, intona la celebre ninna nanna Summertime!
La storia è quella dello storpio Porgy che innamorato della donna più bella e ‘disinvolta’ del villaggio, ovvero Bess riesce finalmente ad averla come ‘sua donna’ dopo che questa è stata abbandonata da Crown, fuggito dopo aver ucciso Robbins; da qui un evolversi di situazioni tra polvere d’angelo, ritrovamenti ed innamoramenti, pesche fortunate e picnic, fino a quando Porgy, rilasciato dalla polizia, si mette in viaggio alla ricerca dell’amata Bess fuggita con Sporting Life nella fantasmagorica New York.
Una dettagliata descrizione della messa in scena richiederebbe troppe parole, quindi mi limito ad alcuni spunti: interessantissimo il clima e la preghiera quasi esoterica per invocare la guarigione di Bess, cosi come i duetti sono di splendore musicale e raffinata ricercatezza. Gli insieme con il coro sono di un livello altissimo e vengono esaltati da carica interpretativa non comune con la contestualizzazione dei costumi, una bella scenografia e luci ben disegnate.
La direzione è di grande qualità e tenendo il giusto volume dell’orchestra, fa si che questa non sovrasti mai il canto espresso con forti momenti di passionale liricità.
Alvy Powell esprime il personaggio di Porgy con veemente passione carica dei toni scuri del bass-baritone che coinvolgono emotivamente; Bess ha diversi volti: da quello della carnalità a quello di donna buona e forse anche innamorata, per poi rifugiarsi nella cocaina: Morenike Fadayomi è bel soprano dai toni lirici che incanta con il suo Summertime. Sporting Life è interpretato da Chauncey Packer con voce tenorile buona e ben governata anche nelle situazioni vocalmente ispide. Mary-yan Pringle sovrasta per colore e vigore dando al suo personaggio Serena una impronta indelebile, così come Marjorie Wharton rende la corpulenta Maria con un caricaturalità eccelente e con interpretazione da manuale !
Sinceramente uno spettacolo di grande qualità in ogni suo aspetto, con un plauso ai solisti ed al coro per canto, danza e movimento scenico e coreografico! Una globale cifra stilistica viene espressa attraverso codici espressivi di intensità.
Il 1 gennaio del 1935 al Colonial Theater di Boston andava in scena la prima rappresentazione assoluta di questo capolavoro e viene da pensare che dall’America all’Europa il periodo era uno dei più fervidi e produttivi; il pensiero in automatico va al 31 agosto del 1928 quando allo Schiffbauerdamm di Berlino, andava per la prima volta in scena L’Opera da tre Soldi di Brecht-Weill creando un immenso ponte di congiunzione tra due mondi diversi e paralleli che stavano mutando e che l’arte e quindi anche la musica stavano emblematicamente narrando.
La musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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La vacanza termale ogni volta incontra un avvenimento degno di interesse ed anche questa volta, ecco che da un post di Laura Polverelli, mezzosoprano italiano affermato nel mondo, vengo a sapere di un concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto; valutate le opportunità scelgo la prova generale, certamente entusiasmante, partecipativa e divertente come tutte le prove!
L’occasione è per me tre volte ghiotta: potrò
incontrare Marco Bertona, mio concittadino e, vanto nostro, primo corno
dell’orchestra, Laura Polverelli amica
da tempo ed ascoltare musica meravigliosa…..
LES
NUITS D’ĖTĖ - Hector Berlioz op.7 (1803 -1869
L’ITALIANA - Sinfonia n. 4 in la maggiore op
90 – Felix Mendelssohn –Bartholdy (1809 – 1847)
Nel mio peregrinare musicale non avevo mai
incrociato l’eclettico direttore Luigi
Piovano, che conquista sia nella iniziale guida all’ascolto, che poi per la
cura direzionale. Introduce la Sinfonia di Mendelssohn (con un variazione di
sequenza rispetto al concerto serale a villa Zuckerman a Padova), raccontando
che la versione eseguita sarà quella del 1834, ovvero una riscrittura, in
quanto l’autore, in quel momento non aveva a disposizione la scrittura
originale: il direttore annuncia la gioia e la luminosa solarità che la
sinfonia contiene e subito con gesto ampio e di grande comunicazione, attacca
con sicurezza ed attenzione, creando immediatamente l’atmosfera appena
descritta e suggellata dagli archi
sognanti e narrativi. La direzione di Piovano insieme agli artisti
dell’orchestra esaltano la bellezza della scrittura e scavando, trasmettono
l’emozione vissuta e che vado a
raccontare.
La nota composizione è davvero ariosa e l’Allegro vivace iniziale rimanda
tutta la vivacità e tempra mediterranea
in tutte le sue sfumature evocando luminose suggestioni musicali. I
violoncelli, all’ andante con moto,
scandiscono il tempo all’interno dei vibranti violini, sottolineati dai
contrabbassi al richiamo dei fiati e dei
legni volti ad una maestosità raffinata che giunge a conclusione con un
misurato pizzicato dei violoncelli.
Segue con
moto moderato e l’entusiasmo si
affievolisce lasciando spazio alla riflessione che pur si proietta nel
paesaggio assaporato durante il viaggio italiano del compositore, riflettendo forse la musicalità anche
operistica dei nostri migliori maestri dell’800. Dopo l’afflato conclusivo si
parte con il quarto movimento Saltarello
presto e subito il vigore e la velocità si impongono d’imperio fino alla
celebrazione.
La seconda parte prevede l’intervento del noto
mezzosoprano Laura Polverelli a
cantare brani composti da Berlioz una decina di anni dopo l’Italiana di
Mendelsshon e rispecchia tutte altre emozioni. In Villanelle, Polverelli esprime
timbro interessante in una interpretazione di tutto rispetto e con escursus
agile di gran effetto per la vivacità descrittiva. Segue Le
spectre de la rose ed il mezzosoprano diventa intima e raccolta esprimendo
colorazioni scure che lasciano però trasparire il sorriso soddisfatto anche
negli acuti ben modulati; Sur les lagunes
viene interpretata con liricità che diventa pura poesia invocante con un
finale emozionante. In Absence
l’intesa con il maestro diventa palpabile e la sicurezza espressa è
coinvolgente: un dolce racconto passionale con accenti vigorosi per un affresco
di sentimenti. Au cimitière contiene lunghe
frasi dai toni bassi che impongono una salda tecnica espressiva di dolcezza ed
accettazione. L’Ile inconnue è un brano arioso e vivace in cui le capacità
vocali si levano nel divertissement interpretativo di un gioioso racconto.
A fine prova il maestro Piovano prepara la sorpresa
finale fuori programma, che mi permetto di raccontare in quanto questo commento
viene pubblicato dopo il concerto serale.
Il brano scelto è angosciante e l’orchestra in
simbiotica interpretazione con la cantante
realizzano il racconto accorato del momento in cui Didone ha ingerito la
pozione velenosa ed i primi accenni di morte le
pervadono il corpo; Polverelli è superba …Remeber me …nell’interpretazione tratta da Dido and Aeneas di Henry Purcell.
La Musica
vince sempre.
Renzo Bellardone
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