jueves, 20 de junio de 2019

INTERVISTA CON ELENA MOSUC, SOPRANO RUMENO




Elena Mosuc si è definitivamente imposta nel panorama internazionale fra i soprani più espressivi e versatili nel repertorio.
Elena Mosuc, soprano rumeno-svizzera, nata a Iasi (Romania), Premiu (Il Grande Premio) per la sua straordinaria carriera internazionale di cantante d’opera e nel 2019 è stata proclamata vincitrice del prestigioso e internazionale Opera Awards "Opera Star" OSCAR DELLA LIRICA come miglior Soprano.

La sua carriera è collegata strettamente con il Teatro dell’ Opera di Zurigo, dove si esibisce in numerosi ruoli; tra questi, la Regina della Notte, ruolo del suo debutto, poi interpretato 250 volte in tutto il mondo. Tra i suoi ruoli tipici: Gilda, Violetta, Lucia, Mimì, Micaela, Marguerite, Donna Anna, Konstanze, Zerbinetta, Luisa Miller, Medora (Il Corsaro), Olympia, Antonia, Giulietta, Stella, Norma, Nedda, Alice Ford, Lucrezia Borgia, Anna Bolena, Maria Stuarda, Desdemona, Leonora (Il Trovatore) e Lakmé.

E‘ stata invitata presso i più importanti teatri d’opera e festivals d’Europa (tra i quali Barcelona, Berlino, Amburgo, Monaco, Vienna, Salisburgo, Parigi, Londra, Milano, Roma, Venezia, Bruxelles, Amsterdam, Bilbao, Madrid e all’Arena di Verona ) e d’America (tra cui il Metropolitan di New York e l’Opera di Dallas), Muscat, Giappone, Cina, Taiwan e Corea del Sud.
Oltre i suoi impegni operistici, Elena dedica il suo talento anche a concerti e tour crossover con il suo progetto Resonance. La sua discografia comprende alcuni album da solista e compare anche in numerose produzioni operistiche in DVD, come La Bohème, Rigoletto, Ariadne auf Naxos, Il Flauto Magico e Lucia di Lammermoor. E’ anche apparsa nella film della BBC The Genius of Mozart.

Bongiorno, Signora Mosuc, quest´anno Lei ha ricevuto l´Opera Awards, l´Oscar della Lirica. Come è stato questo?
Ma, io gli ultimi due anni sono stata nominata. Dico sinceramente che non mi aspettavo così tanto, ma quando sono uscita dall´aereo, quando sono tornata da Muscat, dopo la produzione di Lakmé, ricevo un mesaggio di una signora che fa parte della Verona Lirica, un club di fans dell Opera di Verona. Loro organizano serate, concerti, dove cantiamo per piacere, non siamo pagati. E questa signora che forse mi ha scritto la notte scorsa, mi ha dato la notizia. Questo premio è stato portato anche all´estero in ceremonie importanti, da dieci anni,  in Cina, a Quatar. Il primo ottobre sarà il concerto dove riciverò questo Oscar a Venezia. E un altro premio chi fa bene.


In Spagna ha cantato una Gilda all ABAO, una Violetta al Liceu e Lucia all 2015 con Juan Diego Flórez, una produzione molto transmessa sul Mezzo da due anni. Ho fatto di questa produzione la prima a Zurigo, una regia di Damiano Micheletto e poi ha girato moltissimo. Ho cantato anche con Celso Albelo e Leo Nucci a Coruña. E adesso a Madrid…come sono queste esperienze in Spagna?

Mi piace molto cantare qui. Ho fatto Puritani a Bilbao e anche una Lucrezia Borgia. Ho conosciuto lÌ il maestro Gómez-Martínez che adesso mi ha invitato a cantare a Madrid. In questi paese latini il pubblico e molto caloroso e molto ricettivo alla bella musica, alle belle voce. Anche se non canto vengo qui in Spagna, dove mi sento molto bene e sono contenta.

Ha cantato anche al Teatro Real di Madrid?

Non ho cantato mai al Real, solamente sono stata invitata da Isabel Rey per un concerto solidario.

Si, sei stata a questa gala?

Si e mi ha piaciuta molto.

Come è stata la prima della Rondine al Monumental, la prima e l´unica serata? I rapporti con i colleghi, il direttore?

Allora, ho cantato solo una volta nella mia vita La Rondine a Monaco di Baviera, in 2015. L´hanno fatta in forma di concerto come a Madrid, con il suo cd, una registrazione molto bella.
Al concerto tutti abbiamo cantato con spartito  e dopo ho approfondito questo ruolo. L´ho imparato a memoria in tre settimane. E più facile essere nel personaggio quando si canta senza spartito, c´è una sensazione di grande libertà, ma è complicato, senza “souffleur”.  Io mi preparo molto bene, come Lakmé che ho cantato a Muscat. Ho cantato anche a Tokio Desdemona senza spartito.

Ma è lungo, lungo?

Si, è lungo, anche La rondine è lunga ma io quando imparo un ruolo non posso farlo solo ascoltando la musica, lo faccio al pianoforte. Bisogna la memoria fotografica, imparo anche quello che cantano gli altri. Perchè è una conversazione, debi stare molto attenta per non dimenticare niente. Lavorare a Madrid è stato completamente un´altra cosa: ci sono tanti cambiamenti di misura, i fraseggi non sono uguale, ma tutti l´hanno fatto molto bene. Anche il coro, fantastico. Hanno fatto anche transmissione diretta con la radio e la TV.

Ha potuto ascoltare Angela Gheorghiu, un modelo per questo ruolo della Rondine, e anche un soprano rumeno…?

Ho visto solo un pezzettino del dvd che ha fatto al Metropolitan. Non ho visto tutta l´opera con lei. E un opera che a lei viene molto bene perche ha una voce calda, velutata,  e questo ruolo richiede un instrumento con calore.

Una voce come la vostra…

Io sono felice. Dio mi ha dato una bella voce, non è merito mio, ma io ho studiato molto e bene dall´inizio dalla carriera con la mia maestra Mildela d´Amico di Milano. Oggi, dopo tanti anni di lavoro, vado da lei. Prima della Lakmé a Oman, ad esempio, sono andata due volte da lei, chi m´ha detto: Senti Elena, la tua voce e come veinte anni fa, è intatta. Sono molto felice a sentire queste parole di Mildela, perche faccio sempre ruoli difficile.


Quelli che sono facile per me con quali mi riposo sono Micaela, Mimi… La Regina della notte l´ha ho cantata 250 volte. Ho smesso di cantarla due anni fa ma mi è stata riproposta adesso per l´anno prossimo a Zurigo. Non so si farla dopo quasi 30 anni di carriera, questo nessuno lo fa. Io per gli acuti non  ho problema, ho anche il fa, quello che metto alla fine con Edgardo, in Lucia, l´ho fatto recentemente. Ho provato a farla con la mia pianista una settimana prima di venire a Madrid e sono stata sorpresa perché era abbastanza bene. Ho da lavorare per le colorature perche questa è una coloratura più leggera. Lavorero tutta l´estate, prima di tutto per dimostrare a me stessa che posso ancora cantare la Regina della notte. Se Riesco finamente a farla, sarò la prima che la canta dopo 30 anni di carriera.
Questo dimostrera que la mia tecnica è bene perche per un cantante di opera è esenziale  di mettersi molto bene nei ruoli di belcanto.  Maria Callas diceva, “Qui può cantare bel canto può fare tutto. A La rondine ci sono momenti molto drammatici dove se non hai anche il volumen non si può cantare.

Ha cambiato lo sguardo verso le donne questi ultimi tempi?

Adesso la donna è più libera, più emancipata, questo cambiamento se vede molto bene nelle regie moderne e qualche volte si esagera, con l´allestimento, con i costumi, io son più conservativa, più classica. Mi piaciono le regie moderne quando sono veramente estetiche.

Rispetuose…La prima de La Rondine è stata a Montecarlo, ha già cantato in questo bello teatro di Garnier, l´architetto de l´Opera di Parigi?

Una volta sola ho cantato lì. In 91 ho ricevuto il Primo Premio con un concerto di tutti primi premii al mondo. Il Grand Prix l´ho ha ricevuto Denyce Graves, un mezzosoprano molto brava ma utimamente non sento niente di lei. E io ho ricevuto il Primo Premio.

Non è male…

No, non è male, mi ricordo che il direttore è stato Daniel Nazaret. Un teatro magnifico, c´è la registrazione. Ho cantato La Regina della notte e Louise de Charpentier. AL teatro quella notte erano Prince Albert e Rainieiro e dopo il concert è stato organizzato un dîner. Io era a lo stesso tavolo che il principe Rainiero…Mi piacerebbe tantisimo cantare a Montecarlo perchè non ho cantato mai un opera lì.

È un teatro di camera, molto intimo…

Puccini ha scritto tre versione per la Rondine. Che versione hanno scelto per questa serata a Madrid?

Credo che forse la seconda con l´aria del tenore.

Sapiamo molto della sua tecnica, ne ha parlato tante volte per altre interviste, dove e come è adesso la sua voce?

Io mi sento che quando canto non ho nessun problema. Mi dicevano i colleghi que quando canto non sento nessun limite, perche sono molto attenta a apoggiare. Si debe pensare al fiato e alla progezione. Come dicevano gli italiani: “Si canta come si parla”…ma anche per parlare bisogna avere una tecnica. Gli artisti della prosa anche loro hanno una tecnica basata sul fiato. Il fiato è la cosa più importante del canto. Per sfortuna ci sono tanti cantanti che non sanno respirare bene. È un peccato che le carriere lunghe non sono piu aprezzate ne volute.
Vogliono sempre giovane, questo è “usare e gettare”, questo pensiero è molto brutto. Nel nostro mestiere, questa arte, la musica, un giovane quando canta sta attento al suono e è ancora molto inmaturo.

Noi abbiamo la tecnica, l´esperienza, sapiamo giocare con le “nuances”, con i colori. Bisogna fare una musica interessante per toccare la gente. Ci sono tanti cantante che cantano bene i suoni, e non toccano la gente, per questo bisogna esperienza.
Io ho cantato con Freni, con Ghiaurov, Domingo, Carreras, con Brusson, a Zurigo con il sovreintendente Perera, che aveva fatto venire in città i migliori cantante, direttori, registi. Lui ha voluto a questa epoca presentare al pubblico di Zurigo “la crème de la crème”.


Ma Domingo canta ancora, ha cambiato la tessitura, perchè canta come barítono e Leo Nucci…

Oggi a Zurigo sono solo studenti…Certamente, i giovani sono belli da vedere, ma la musica è il più importante nell´opera ed anche pagano meno adesso…

Sarebbe interesante per lei un giorno, fare la regista, come Renata Scotto?

Non credo, a me non mi interessa la regia, voglio cantare fino a cento anni, como dice la mia maestra. Ma noi, che abbiamo una certa età non siamo più desiderati perche vogliono giovanni ma spero che vengono ancora direttore che possono distinguere le qualità perchè è un peccato che la qualità oggi no conta più.

Cosa ricordi di avere cantato con Alfredo Kraus, considerato in Spagna un grande della lirica, qui aveva debuttato con la Callas a Lisboa?

Ah! Un giorno che Isabel Rey, una mia amica cantava con lui diventò ammalata e dunque ho potuto cantare con lui. Io era a casa e senza prove, direttamente. C´è un video su quella recita a Zurigo. Non era molto communicativo ma sul palco…Grazie all sua tecnica ha cantato fino ai 73 anni.

La rilettura permitterebbe di mantenere vivi i ruoli e crescere come artista?

Come esempio, io ho debutato Lucia in 92 e anche l´anno scorso, molto tempo! 26 anni di differenza e di distanza è molto. Prima di tutto si cambia il corpo,  ma ogni volta che canto lo stesso ruolo, mi vengono nuove idee, scopro un nuovo suono, un nuovo accento. Faccio sempre un altra cosa diversa. E poi per rendere vivo un personaggio deve vivirlo e quando lo vivi, in una nuova produzione, hai nuovi sensazione e in ogni recita tutto è diferente. Adesso non sento la rutina, amo, ardo per questo mestiere. Voglio cantare tutto il tempo che Dio vuole e non il tempo che quelli che vogliono dismettermi. Io canterò, perchè sono nata per cantare.

Progetti per il futuro prossimo Signora Mosuc?

Questo anno è un tempo molto speciale perchè  ho tre debutti totalmente differenti: ho fatto Trovatore perchè voleva provarlo e mi è venuto molto bene, mi hanno offerto Lakmè e questo non è un ruolo di coloratura pura, quasi tutto è un ruolo lirico. L´ho capito cantando sul pascoscenico in una produzione di Davide Livermore a Muscat. È stata presa sulla televisione, molto simbolica, inteligente e visuale, bellisima.
E puoi ho fatto questo Rondine, un altro personaggio, un´ altra architettura musicale, dopo avrò concerti con Thomas Hamson. E farò due Gilda a Split e una cosa pazzesca con un ruolo: ho un amico regista e vuo fare I Lombardi, perchè pensa che ho una voce perfetta per questo ruolo.

Farò una produzione prima assoluta a Romania, della parte di Transilvania, a l´Opera magyar e ungherese. Questo è un sfido per me. Puoi farò un concerto di bel canto a Monaco di Baviera, un´altra pazia, il 9 ottobre e anche Vespri Siciliani, Norma, la Casta diva, Lakmè e l´aria finale di Aria Bolena, “copia iniqua”.

Ho cantato” chanson” francese e rumene e una seconda parte con aria di Verdi. Mi hanno detto che ho voluto mostrare troppo. Io non sono una cantante chi canta l´aria di Musetta o “Mio Bambino caro” e basta, voglio fare cose difficile, belle, invece di aprezzare il mio lavoro… Ho molto rispeto per questo mestiere e per me stessa. Voglio fare le cose come si devono fare.

 In questi tempi è difficile rimanere fedele a se stesso/a…

Il lo faccio. Sono state 7 anni lavorando con bambini ma preferisco questo mestiere. Ho scelto di fare musica. Cantare è il modo mio di sprimere tutto quello che sento.

E l´ ha fatto benissimo…

Dobbiamo ascoltare più il cuore che la mente. Se non lo faccio, mi sbaglio molto.

Grazie tante per questa intervista, il suo tempo, è un onore, un piacere.

Io vi ringrazio. Madrid è bellisimo.

Alicia Perris

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