Elena Mosuc si è definitivamente imposta nel panorama
internazionale fra i soprani più espressivi e versatili nel repertorio.
Elena Mosuc, soprano rumeno-svizzera, nata a Iasi (Romania), Premiu
(Il Grande Premio) per la sua straordinaria carriera internazionale di cantante
d’opera e nel 2019 è stata proclamata vincitrice del prestigioso e
internazionale Opera Awards "Opera Star" OSCAR DELLA LIRICA come
miglior Soprano.
La sua carriera è collegata strettamente con il Teatro dell’ Opera
di Zurigo, dove si esibisce in numerosi ruoli; tra questi, la Regina della
Notte, ruolo del suo debutto, poi interpretato 250 volte in tutto il mondo. Tra
i suoi ruoli tipici: Gilda, Violetta, Lucia, Mimì, Micaela, Marguerite, Donna
Anna, Konstanze, Zerbinetta, Luisa Miller, Medora (Il Corsaro), Olympia,
Antonia, Giulietta, Stella, Norma, Nedda, Alice Ford, Lucrezia Borgia, Anna
Bolena, Maria Stuarda, Desdemona, Leonora (Il Trovatore) e Lakmé.
E‘ stata invitata presso i più importanti teatri d’opera e
festivals d’Europa (tra i quali Barcelona, Berlino, Amburgo, Monaco, Vienna,
Salisburgo, Parigi, Londra, Milano, Roma, Venezia, Bruxelles, Amsterdam, Bilbao,
Madrid e all’Arena di Verona ) e d’America (tra cui il Metropolitan di New York
e l’Opera di Dallas), Muscat, Giappone, Cina, Taiwan e Corea del Sud.
Oltre i suoi impegni operistici, Elena dedica il suo talento anche
a concerti e tour crossover con il suo progetto Resonance. La sua discografia
comprende alcuni album da solista e compare anche in numerose produzioni
operistiche in DVD, come La Bohème, Rigoletto, Ariadne auf Naxos, Il Flauto
Magico e Lucia di Lammermoor. E’ anche apparsa nella film della BBC The Genius
of Mozart.
Bongiorno, Signora
Mosuc, quest´anno Lei ha ricevuto l´Opera Awards, l´Oscar della Lirica. Come è
stato questo?
Ma, io gli ultimi due anni sono stata nominata. Dico sinceramente
che non mi aspettavo così tanto, ma quando sono uscita dall´aereo, quando sono
tornata da Muscat, dopo la produzione di Lakmé, ricevo un mesaggio di una
signora che fa parte della Verona Lirica, un club di fans dell Opera di Verona.
Loro organizano serate, concerti, dove cantiamo per piacere, non siamo pagati.
E questa signora che forse mi ha scritto la notte scorsa, mi ha dato la
notizia. Questo premio è stato portato anche all´estero in ceremonie
importanti, da dieci anni, in Cina, a
Quatar. Il primo ottobre sarà il concerto dove riciverò questo Oscar a Venezia.
E un altro premio chi fa bene.
In Spagna ha cantato
una Gilda all ABAO, una Violetta al Liceu e Lucia all 2015 con Juan Diego Flórez,
una produzione molto transmessa sul Mezzo da due anni. Ho fatto di questa
produzione la prima a Zurigo, una regia di Damiano Micheletto e poi ha girato
moltissimo. Ho cantato anche con Celso Albelo e Leo Nucci a Coruña. E adesso a
Madrid…come sono queste esperienze in Spagna?
Mi piace molto cantare qui. Ho fatto Puritani a Bilbao e anche una
Lucrezia Borgia. Ho conosciuto lÌ il maestro Gómez-Martínez che adesso mi ha
invitato a cantare a Madrid. In questi paese latini il pubblico e molto
caloroso e molto ricettivo alla bella musica, alle belle voce. Anche se non
canto vengo qui in Spagna, dove mi sento molto bene e sono contenta.
Ha cantato anche al
Teatro Real di Madrid?
Non ho cantato mai al Real, solamente sono stata invitata da Isabel
Rey per un concerto solidario.
Si, sei stata a
questa gala?
Si e mi ha piaciuta molto.
Come è stata la
prima della Rondine al Monumental, la prima e l´unica serata? I rapporti con i
colleghi, il direttore?
Allora, ho cantato solo una volta nella mia vita La Rondine a
Monaco di Baviera, in 2015. L´hanno fatta in forma di concerto come a Madrid,
con il suo cd, una registrazione molto bella.
Al concerto tutti abbiamo cantato con spartito e dopo ho approfondito questo ruolo. L´ho
imparato a memoria in tre settimane. E più facile essere nel personaggio quando
si canta senza spartito, c´è una sensazione di grande libertà, ma è complicato,
senza “souffleur”. Io mi preparo molto
bene, come Lakmé che ho cantato a Muscat. Ho cantato anche a Tokio Desdemona
senza spartito.
Ma è lungo, lungo?
Si, è lungo, anche La rondine è lunga ma io quando imparo un ruolo
non posso farlo solo ascoltando la musica, lo faccio al pianoforte. Bisogna la
memoria fotografica, imparo anche quello che cantano gli altri. Perchè è una
conversazione, debi stare molto attenta per non dimenticare niente. Lavorare a
Madrid è stato completamente un´altra cosa: ci sono tanti cambiamenti di
misura, i fraseggi non sono uguale, ma tutti l´hanno fatto molto bene. Anche il
coro, fantastico. Hanno fatto anche transmissione diretta con la radio e la TV.
Ha potuto ascoltare
Angela Gheorghiu, un modelo per questo ruolo della Rondine, e anche un soprano
rumeno…?
Ho visto solo un pezzettino del dvd che ha fatto al Metropolitan.
Non ho visto tutta l´opera con lei. E un opera che a lei viene molto bene
perche ha una voce calda, velutata, e
questo ruolo richiede un instrumento con calore.
Una voce come la
vostra…
Io sono felice. Dio mi ha dato una bella voce, non è merito mio, ma
io ho studiato molto e bene dall´inizio dalla carriera con la mia maestra
Mildela d´Amico di Milano. Oggi, dopo tanti anni di lavoro, vado da lei. Prima
della Lakmé a Oman, ad esempio, sono andata due volte da lei, chi m´ha detto:
Senti Elena, la tua voce e come veinte anni fa, è intatta. Sono molto felice a
sentire queste parole di Mildela, perche faccio sempre ruoli difficile.
Quelli che sono facile per me con quali mi riposo sono Micaela,
Mimi… La Regina della notte l´ha ho cantata 250 volte. Ho smesso di cantarla
due anni fa ma mi è stata riproposta adesso per l´anno prossimo a Zurigo. Non
so si farla dopo quasi 30 anni di carriera, questo nessuno lo fa. Io per gli
acuti non ho problema, ho anche il fa,
quello che metto alla fine con Edgardo, in Lucia, l´ho fatto recentemente. Ho
provato a farla con la mia pianista una settimana prima di venire a Madrid e
sono stata sorpresa perché era abbastanza bene. Ho da lavorare per le
colorature perche questa è una coloratura più leggera. Lavorero tutta l´estate,
prima di tutto per dimostrare a me stessa che posso ancora cantare la Regina
della notte. Se Riesco finamente a farla, sarò la prima che la canta dopo 30
anni di carriera.
Questo dimostrera que la mia tecnica è bene perche per un cantante
di opera è esenziale di mettersi molto
bene nei ruoli di belcanto. Maria Callas
diceva, “Qui può cantare bel canto può fare tutto. A La rondine ci sono momenti
molto drammatici dove se non hai anche il volumen non si può cantare.
Ha cambiato lo
sguardo verso le donne questi ultimi tempi?
Adesso la donna è più libera, più emancipata, questo cambiamento se
vede molto bene nelle regie moderne e qualche volte si esagera, con
l´allestimento, con i costumi, io son più conservativa, più classica. Mi piaciono
le regie moderne quando sono veramente estetiche.
Rispetuose…La prima
de La Rondine è stata a Montecarlo, ha già cantato in questo bello teatro di
Garnier, l´architetto de l´Opera di Parigi?
Una volta sola ho cantato lì. In 91 ho ricevuto il Primo Premio con
un concerto di tutti primi premii al mondo. Il Grand Prix l´ho ha ricevuto
Denyce Graves, un mezzosoprano molto brava ma utimamente non sento niente di
lei. E io ho ricevuto il Primo Premio.
Non è male…
No, non è male, mi ricordo che il direttore è stato Daniel Nazaret.
Un teatro magnifico, c´è la registrazione. Ho cantato La Regina della notte e
Louise de Charpentier. AL teatro quella notte erano Prince Albert e Rainieiro e
dopo il concert è stato organizzato un dîner. Io era a lo stesso tavolo che il
principe Rainiero…Mi piacerebbe tantisimo cantare a Montecarlo perchè non ho
cantato mai un opera lì.
È un teatro di
camera, molto intimo…
Puccini ha scritto
tre versione per la Rondine. Che versione hanno scelto per questa serata a
Madrid?
Credo che forse la seconda con l´aria del tenore.
Sapiamo molto della
sua tecnica, ne ha parlato tante volte per altre interviste, dove e come è
adesso la sua voce?
Io mi sento che quando canto non ho nessun problema. Mi dicevano i
colleghi que quando canto non sento nessun limite, perche sono molto attenta a
apoggiare. Si debe pensare al fiato e alla progezione. Come dicevano gli italiani:
“Si canta come si parla”…ma anche per parlare bisogna avere una tecnica. Gli
artisti della prosa anche loro hanno una tecnica basata sul fiato. Il fiato è
la cosa più importante del canto. Per sfortuna ci sono tanti cantanti che non
sanno respirare bene. È un peccato che le carriere lunghe non sono piu
aprezzate ne volute.
Vogliono sempre giovane, questo è “usare e gettare”, questo
pensiero è molto brutto. Nel nostro mestiere, questa arte, la musica, un
giovane quando canta sta attento al suono e è ancora molto inmaturo.
Noi abbiamo la tecnica, l´esperienza, sapiamo giocare con le
“nuances”, con i colori. Bisogna fare una musica interessante per toccare la
gente. Ci sono tanti cantante che cantano bene i suoni, e non toccano la gente,
per questo bisogna esperienza.
Io ho cantato con Freni, con Ghiaurov, Domingo, Carreras, con
Brusson, a Zurigo con il sovreintendente Perera, che aveva fatto venire in
città i migliori cantante, direttori, registi. Lui ha voluto a questa epoca
presentare al pubblico di Zurigo “la crème de la crème”.
Ma Domingo canta
ancora, ha cambiato la tessitura, perchè canta come barítono e Leo Nucci…
Oggi a Zurigo sono solo studenti…Certamente, i giovani sono belli da
vedere, ma la musica è il più importante nell´opera ed anche pagano meno
adesso…
Sarebbe interesante
per lei un giorno, fare la regista, come Renata Scotto?
Non credo, a me non mi interessa la regia, voglio cantare fino a
cento anni, como dice la mia maestra. Ma noi, che abbiamo una certa età non
siamo più desiderati perche vogliono giovanni ma spero che vengono ancora
direttore che possono distinguere le qualità perchè è un peccato che la qualità
oggi no conta più.
Cosa ricordi di
avere cantato con Alfredo Kraus, considerato in Spagna un grande della lirica,
qui aveva debuttato con la Callas a Lisboa?
Ah! Un giorno che Isabel Rey, una mia amica cantava con lui diventò
ammalata e dunque ho potuto cantare con lui. Io era a casa e senza prove,
direttamente. C´è un video su quella recita a Zurigo. Non era molto
communicativo ma sul palco…Grazie all sua tecnica ha cantato fino ai 73 anni.
La rilettura
permitterebbe di mantenere vivi i ruoli e crescere come artista?
Come esempio, io ho debutato Lucia in 92 e anche l´anno scorso,
molto tempo! 26 anni di differenza e di distanza è molto. Prima di tutto si
cambia il corpo, ma ogni volta che canto
lo stesso ruolo, mi vengono nuove idee, scopro un nuovo suono, un nuovo
accento. Faccio sempre un altra cosa diversa. E poi per rendere vivo un
personaggio deve vivirlo e quando lo vivi, in una nuova produzione, hai nuovi
sensazione e in ogni recita tutto è diferente. Adesso non sento la rutina, amo,
ardo per questo mestiere. Voglio cantare tutto il tempo che Dio vuole e non il
tempo che quelli che vogliono dismettermi. Io canterò, perchè sono nata per cantare.
Progetti per il
futuro prossimo Signora Mosuc?
Questo anno è un tempo molto speciale perchè ho tre debutti totalmente differenti: ho fatto
Trovatore perchè voleva provarlo e mi è venuto molto bene, mi hanno offerto
Lakmè e questo non è un ruolo di coloratura pura, quasi tutto è un ruolo
lirico. L´ho capito cantando sul pascoscenico in una produzione di Davide
Livermore a Muscat. È stata presa sulla televisione, molto simbolica,
inteligente e visuale, bellisima.
E puoi ho fatto questo Rondine, un altro personaggio, un´ altra
architettura musicale, dopo avrò concerti con Thomas Hamson. E farò due Gilda a
Split e una cosa pazzesca con un ruolo: ho un amico regista e vuo fare I
Lombardi, perchè pensa che ho una voce perfetta per questo ruolo.
Farò una produzione prima assoluta a Romania, della parte di
Transilvania, a l´Opera magyar e ungherese. Questo è un sfido per me. Puoi farò
un concerto di bel canto a Monaco di Baviera, un´altra pazia, il 9 ottobre e anche
Vespri Siciliani, Norma, la Casta diva, Lakmè e l´aria finale di Aria Bolena, “copia
iniqua”.
Ho cantato” chanson” francese e rumene e una seconda parte con aria
di Verdi. Mi hanno detto che ho voluto mostrare troppo. Io non sono una
cantante chi canta l´aria di Musetta o “Mio Bambino caro” e basta, voglio fare
cose difficile, belle, invece di aprezzare il mio lavoro… Ho molto rispeto per
questo mestiere e per me stessa. Voglio fare le cose come si devono fare.
In questi tempi è difficile rimanere fedele a se stesso/a…
Il lo faccio. Sono state 7 anni lavorando con bambini ma preferisco
questo mestiere. Ho scelto di fare musica. Cantare è il modo mio di sprimere
tutto quello che sento.
E l´ ha fatto
benissimo…
Dobbiamo ascoltare più il cuore che la mente. Se non lo faccio, mi
sbaglio molto.
Grazie tante per
questa intervista, il suo tempo, è un onore, un piacere.
Io vi ringrazio. Madrid è bellisimo.
Alicia Perris
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