domingo, 9 de junio de 2019

VENEZIA: LE GRANDI NAVI, L'INQUINAMENTO E QUEL PORTO CHE NON VA


di CHIARA PIZZIMENTI
Il Comitato No Navi ha convocato una manifestazione per sabato dopo l'incidente di domenica 2 giugno. Chiede che l'ingresso in città sia fermato
«Dal punto razionale niente impedisce lo stop alle navi a Venezia, dal punto di vista logistico la cosa è diversa» Giuseppe Tattara è parte del comitato No navi, ma anche docente di Economia e coautore del libro Venezia, il dossier Unesco e una città allo sbando. Sa per certo che gli abitanti della città non vogliono vedere le enormi navi da crociera a pochi metri dalle loro case, ma teme che difficilmente arriverà una vera risposta immediata, quello stop subito che verrà chiesto nella manifestazione organizzata sabato 8 giugno.


La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’incidente di domenica 2 giugno. Una nave da crociera MSC da 65mila tonnellate finita contro un battello ormeggiato a una banchina.

Gli ambientalisti hanno presentato denuncia per chiedere che si blocchi il passaggio delle imbarcazioni oltre le 40mila tonnellate. La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo sull’incidente. Sono finiti sotto sequestro i sistemi di movimento della nave e la scatola nera.

IL PUNTO ECONOMICO
Il porto crociere è gestito dalla società Venice Terminal Passeggeri che è per il 51% della Regione Veneto e un gruppo di compagnie di crociere. «La gestione degli approdi è lucrosa con un rendimento alto, del 30% rispetto all’investimento» spiega il professore. Il guadagno forte sta qui. «Nessuno pensa di bloccare completamente le crociere, ma il contributo che le crociere portano al reddito cittadino non è enorme. I crocieristi sono il 7% della massa del turismo in città e non è più d’élite, è fatto di classi medie. Dopo un periodo di assestamento sarebbero rimpiazzati».

Anche sui rifornimenti il guadagno non è più direttamente cittadino. Le compagnie di crociera hanno centri logistici sparsi nei paesi europei. Gli edifici delle banchine non sono soggetti a Imu, quindi nulla alle casse comunali.

INQUINAMENTO
Venezia è anche il porto passeggeri più inquinato d’Italia. Il rapporto pubblicato da Transport & Environment dice che 203 navi da crociera che hanno navigato per i mari europei nel 2017 e hanno inquinato più dei 260 milioni di auto che circolano nell’Unione Europea. In Europa stanno davanti alla laguna solo Barcellona e Palma di Maiorca. A Venezia ogni anno 68 grandi navi stazionano quasi 8mila ore in porto a motori accesi, emettendo 27.520 chilogrammi di ossidi di zolfo. Ci sono case ad appena 100 metri dal porto. «Non è stata nemmeno fatta», aggiunge il professore, «una politica di distribuzione delle navi nei giorni della settimana. Sono sempre nel fine settimana. In questo ci sono 13 navi da tremila in arrivo e altrettante in partenza. Sono 50mila persone almeno in città, il numero degli abitanti, una vera invasione».

LE ALTERNATIVE
Lo spostamento ipotizzabile è di qualche chilometro. Le alternative sono fondamentalmente due. «Quella ora proposta dal sindaco è una via alternativa per raggiungere la stazione marittima attuale facendo il giro da Marghera. Il progetto fatto in passato dalla vecchia autorità portuale in questo senso è stato bocciato in commissione impatto ambientale e non più ripresentato» spiega Tattara. È una via con problemi che passa attraverso il porto del petrolchimico in cui non si possono mescolare navi commerciali e mercantili. Bisogna anche scavare un canale di collegamento sui fanghi di Marghera.

L’altro progetto alternativo va oltre il Lido. «Questo progetto, che lascia le navi al di là del Mose, è nella bocca di porto di Lido e ha avuto il via libera della commissione di impatto ambientale. Sarebbe fattibile in due anni con cassoni prefabbricati. In questo caso le banchine (con concessione fino al 2024) uscirebbero di gioco perché di dovrebbe fare una nuova gara d’appalto».

Ci sono comunque tempi lunghi per entrambe le ipotesi e, secondo il Comitato, insistere su questi significa che è implicita la volontà di farle passare da dove passano adesso. Per fermarle subito servono piani nettamente alternativi, cioè il blocco del traffico che sia Chioggia o Trieste la nuova meta. La prenderanno? «Secondo me no» conclude il professore.

https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2019/06/08/venezia-le-grandi-navi-linquinamento-e-quel-porto-che-non-va

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