«Italia e Oman unite dalla musica di Verdi, il Rigoletto di Zeffirelli all’opera di Muscat»
Italia e Oman sempre più vicini. «I legami diplomatici tra Roma e Mascat sono forti e tanti sono stati i contributi culturali che l’Italia ha dato all’Oman, con mostre d’arte, eventi di design e moda, ma, soprattutto, negli ultimi anni, grazie all’Opera House e alle feconde collaborazioni nel campo delle arti performative». Con queste parole, il ministro dell’Alta Educazione dell’Oman, Rawya al Busaidi, in visita a Roma ha presentato da parte della Royal Opera House Muscat (Rohm) il nuovo progetto di Rigoletto a firma del regista Franco Zeffirelli, alla presenza tra gli altri del maestro, di Umberto Fanni, dal 2014 direttore generale e artistico della Rohm, e di Pippo Corsi Zeffirelli, figlio adottivo e vicepresidente della Fondazione Franco Zeffirelli. La produzione del capolavoro di Giuseppe Verdi, che inaugurerà la stagione 2020-2021, celebra il decennale delle stagioni della Rohm e il 50mo anniversario dell’Oman, con la prima che andrà in scena il 17 settembre 2020.
«Il maestro Zeffirelli ha giocato un ruolo chiave nella storia della Royal Opera House Muscat: a lui affidammo l’incarico di realizzare l’opera inaugurale del nostro teatro, una stupenda produzione di Turandot di Puccini, eseguita magistralmente e con grande successo di pubblico dalle compagini artistiche della Fondazione Arena di Verona nell’ottobre del 2011», ha ricordato il ministro dell’Alta Educazione, che ricopre anche l’incarico di presidente del Consiglio di amministrazione della Rohm. «In quell’occasione, il sultano dell’Oman, Qaboos bin Said Al Said, conferì al maestro Zeffirelli “the Order of Oman, First Class” (la più alta onorificenza del Sultanato), in riconoscimento del suo eccezionale contributo al lancio della nuova Royal Opera House, in Oman». La presentazione del Rigoletto di Zeffirelli che andrà in scena a settembre 2020 rappresenta «una nuova e importante tappa del percorso di Royal Opera House Muscat». Non solo. La fondazione della Rohm nel 2011 da parte del sultano Qaboos è stata «una delle grandi conquiste culturali del moderno Rinascimento omanita». Dal 1970, anno in cui Qaboos è salito al trono, nel sultanato che a novembre 2020 celebrerà il suo cinquantesimo anniversario, è stato infatti inaugurato «un periodo di nuovi, grandi progressi in tutti i settori dell’economia e della società, definito come Rinascimento». Creando la Rohm, unico Teatro dell’opera nella penisola arabica, il sultano ha voluto «favorire lo sviluppo culturale della nazione e incoraggiare la pace mondiale e l’armonia tra le nazioni attraverso lo scambio culturale, reso possibile dal linguaggio universale della musica e delle arti performative».
Negli anni la Rohm è diventata un’istituzione culturale che si è guadagnata un ruolo di primissimo piano in ambito internazionale come promotore di collaborazioni e iniziative sempre più importanti e prestigiose. «Una realtà istituzionale dal forte valore iconico, simbolo dell’identità culturale. Un’attività multidisciplinare che evidenzia una straordinaria volontà di aprirsi al mondo ed essere fermento culturale di unione e pace tra i popoli anche grazie al linguaggio universale della musica, considerato l’ampio spettro di generi che contraddistingue la programmazione - aggiunge il ministro Rawya al Busaidi - Produrre il Rigoletto del Maestro Zeffirelli, nell’anno più importante della storia dell’Oman, sono sicura innescherà ulteriori ampie ricadute in termini di turismo culturale internazionale. Una prospettiva che, considerato anche il fascino così forte che il paese già esercita sui viaggiatori contemporanei, ci spinge a farne sempre di più una destinazione culturale d’eccellenza e un’oasi di cultura e incontro in Medio Oriente».
Annoverato tra i più bei teatri del mondo, la Royal Opera House Muscat, inaugurato il 12 ottobre del 2011, è un complesso di straordinario fascino per la felice combinazione di gusto e stile omanita e di segno architettonico contemporaneo. La Rohm si trova in un’area di 80mila metri quadrati, al cui interno si trovano anche luoghi di ristoro, negozi e spazi espositivi. L’edificio del teatro, sintesi emblematica di tradizione e modernità, la stessa che contraddistingue il paese, si estende su otto piani, tre dei quali sotterranei. Acustica eccellente, caratteristiche tecniche all’avanguardia per funzionalità e tecnologie messe a disposizione delle più moderne produzioni, ne fanno una macchina teatrale perfetta. Un’istituzione che rappresenta il frutto di una visione fortemente illuminata del Sultano Qaboos bin Said Al Said.
Durante la presentazione tenutasi nella casa di Zeffirelli sull’Appia, è stata illustrata nel dettaglio la nuova produzione commissionata dalla Royal Opera House Muscat il cui allestimento sarà realizzato in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona per le scenografie, la Fondazione Teatro dell’Opera di Roma per i costumi e in partnership con la Fondazione Franco Zeffirelli. Al progetto aderiscono in qualità di coproduttori il Teatro Nazionale dell’Opera della Lituania e il Teatro Nazionale Croato di Zagabria. Ancora top secret però il cast. Dietro al successo della Rohm anche Umberto Fanni, dal 2014 direttore generale e artistico della Royal Opera House Muscat, già direttore artistico dell’Arena di Verona, del Teatro Verdi di Trieste e del Teatro Lirico di Cagliari. Negli ultimi quattro anni diretti da Umberto Fanni ci sono state le stagioni di maggiore successo, sia per gli allestimenti operistici (con teatri quali la Wiener Staatsoper, l’Opera di Lione, la Deutsche Oper Berlin, la Munchen Staatsoper, il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, l’Arena di Verona, l’Opera di Roma, il Regio di Torino, l’Opera di Firenze e molti altri) che per gli interpreti scelti, tra cui i cantanti Placido Domingo, Jonas Kaufmann, Juan Diego Florez, Roberto Alagna, Anna Netrebko, Kristine Opolais, Diana Damrau e direttori quali Valerij Gergiev e Riccardo Muti. E sono anche merito della sua direzione i grandi sforzi fatti per attivare il processo di trasformazione della Royal Opera House Muscat, da teatro ospitante a vero e proprio teatro di produzione, avviando un percorso fatto di produzioni proprie e coproduzioni con i più importanti teatri e istituzioni culturali del mondo. «Questa nuova produzione di Rigoletto rappresenta il frutto compiuto di un lavoro portato avanti dal Maestro Zeffirelli nell’arco di molti anni - ha spiegato Fanni - Un progetto iniziato e poi interrotto; ripreso recentemente, per arrivare oggi ad un definitivo compimento anche grazie alla felice intuizione della Royal Opera House Muscat che ha intravisto nel progetto la potenzialità di poter ancora unire, in un unico abbraccio culturale, nel nome di Franco Zeffirelli, teatri, culture e tradizioni molto diverse tra loro. Franco Zeffirelli e la Royal Opera House Muscat sono due realtà unite da uno stretto legame».
Un legame, ha inoltre ricordato Fanni «nato in occasione della Turandot che ha inaugurato il teatro della capitale omanita nell’Ottobre del 2011 con un team di collaboratori che sarà lo stesso per la messa in scena del Rigoletto: l’assistente alla regia Stefano Trespidi, l’assistente scenografo Carlo Centolavigna e il costumista Maurizio Millenotti. Sarà un Rigoletto nel quale verranno messe a fuoco e profondamente scandagliate le personalità e interazioni tra i diversi personaggi, in una cornice scenografica che racchiude e rappresenta la bellezza in opera come punto di arrivo di un percorso artistico di oltre mezzo secolo dell’artista italiano vivente più conosciuto e rappresentato nel mondo. Un artista che, a pieno titolo, appartiene al mondo dell’arte e della cultura tout-court. Tra i pochissimi che possono davvero incarnare e contribuire a rafforzare la creazione di ponti culturali di cui la Royal Opera House Muscat è artefice sin dalla sua nascita». Mettere in scena la storia terribile del gobbo maledetto con tutte le sue contraddizioni, “Rigoletto” era sempre stato il suo sogno nel cassetto ha ricordato Pippo Corsi Zeffirelli, vicepresidente della Fondazione Franco Zeffirelli. Un sogno ora diventato realtà.
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