16 ottobre 2015 - 17 gennaio 2016
Mostra ideata da Guy Cogeval
Curatori Guy Gogeval, Beatrice Avanzi, Irene de Guttry, Maria Paola Maino
Curatori Guy Gogeval, Beatrice Avanzi, Irene de Guttry, Maria Paola Maino
Immagine: Vittorio Zecchin, Le mille e una notte,
1914 ca.
Parigi, Musée d’Orsay, achat par l'Etablissement public administratif du musée d'Orsay avec la participation d'une donation anonyme canadienne en 2012.
Parigi, Musée d’Orsay, achat par l'Etablissement public administratif du musée d'Orsay avec la participation d'une donation anonyme canadienne en 2012.
Foto: © ADAGP, Paris © Musée d'Orsay
Mostra organizzata dall'Azienda Speciale Palaexpo
in collaborazione con il Musée d'Orsay, Parigi.
Nell'Italia di inizio Novecento, le arti decorative, già eredi di un'importante tradizione artigianale e artistica, si fanno interpreti del desiderio di progresso di una Nazione che ha da poco conosciuto l'unità. Ebanisti, ceramisti e maestri vetrai lavorano spesso in collaborazione con i maggiori artisti del tempo, dando vita a un vero e proprio "stile italiano" destinato a influenzare la nascita stessa del design moderno. Si tratta di un periodo di "ottimismo paradossale", di intensa creatività con, sullo sfondo, una società in profonda trasformazione, alimentata all'inizio dalle speranze del governo Giolitti, ma presto costretta a subire il trauma della Prima guerra mondiale e il tragico esito del regime mussoliniano.
Per esplorare un simile contesto, la mostra procede attraverso un percorso cronologico composto da oltre cento opere e basato su un dialogo continuo tra arti decorative e arti plastiche. L'inizio del Novecento è caratterizzato dall'affermazione dell'Art Nouveau, noto in Italia come "stile Liberty" o "floreale".
A partire dall'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Torino nel 1902, lo stile Liberty acquista via via una particolare originalità nelle opere di artisti come Carlo Bugatti, Galileo Chini, Eugenio Quarti, Ernesto Basile, Carlo Zen. La loro propensione per le linee curve ispirate alle forme della natura, con accenti talvolta esotici, si ricollega all'opera dei pittori divisionisti, vicini alle tendenze simboliste diffuse in tutta Europa e rappresentate in mostra da importanti quadri di Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo.
Nell'Italia di inizio Novecento, le arti decorative, già eredi di un'importante tradizione artigianale e artistica, si fanno interpreti del desiderio di progresso di una Nazione che ha da poco conosciuto l'unità. Ebanisti, ceramisti e maestri vetrai lavorano spesso in collaborazione con i maggiori artisti del tempo, dando vita a un vero e proprio "stile italiano" destinato a influenzare la nascita stessa del design moderno. Si tratta di un periodo di "ottimismo paradossale", di intensa creatività con, sullo sfondo, una società in profonda trasformazione, alimentata all'inizio dalle speranze del governo Giolitti, ma presto costretta a subire il trauma della Prima guerra mondiale e il tragico esito del regime mussoliniano.
Per esplorare un simile contesto, la mostra procede attraverso un percorso cronologico composto da oltre cento opere e basato su un dialogo continuo tra arti decorative e arti plastiche. L'inizio del Novecento è caratterizzato dall'affermazione dell'Art Nouveau, noto in Italia come "stile Liberty" o "floreale".
A partire dall'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Torino nel 1902, lo stile Liberty acquista via via una particolare originalità nelle opere di artisti come Carlo Bugatti, Galileo Chini, Eugenio Quarti, Ernesto Basile, Carlo Zen. La loro propensione per le linee curve ispirate alle forme della natura, con accenti talvolta esotici, si ricollega all'opera dei pittori divisionisti, vicini alle tendenze simboliste diffuse in tutta Europa e rappresentate in mostra da importanti quadri di Previati, Segantini, Morbelli, Pellizza da Volpedo.
Al gusto Liberty, divenuto lo stile dominante
della nuova classe borghese, si opporrà con la sua volontà
"antipassatista" il Futurismo. Questo movimento d'avanguardia, nato
nel 1909 dalla mente di Tommaso Marinetti, si estenderà tuttavia alla arti
decorative solo dopo la Prima guerra mondiale, durante il cosiddetto
"Secondo Futurismo".
http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/mostre-in-corso
No hay comentarios:
Publicar un comentario