Jean Sibelius è solito
essere ricompreso nel grande calderone degli esponenti di quelle scuole
nazionali sviluppatesi nel tardo Ottocento parallelamente alla nascita delle
identità nazionali. Pochissimo conosciuto in Italia, se non per il poema
sinfonico Finlandia e per il concerto per violino, in realtà risulta molto meno
legato al far musica che ricorre a motivi
tradizionali del suo paese, lui appartenente all'etnia svedese presente
in quel lembo periferico di impero zarista. Gli echi e i richiami al patrimonio
folklorico presenti nelle sue composizioni, possono infatti essere letti come
un anelito di libertà dall'oppressivo controllo russo. Ciò che traspare è piuttosto il profondo legame con la natura
incontaminata del suo paese che si salda alle saghe e alle leggende della
patria, in un clima essenzialmente ma non solo tardo-romantico. Le stesse
atmosfere nordiche le ritroviamo anche nel suo corpus di musica vocale,
solitamente composta per il solo accompagnamento del pianoforte.
C'è un cd a ricordarci e a
ricreare i paesaggi nordici fatti di
luce languente che penetra boschi e ruscelli, che si posa su spiriti
inafferrabili, attraverso il trattamento
impressionistico del quale Sibelius si serve per descrivere quel legame profondo e viscerale con la
madrepatria. In In the stream of life (questo l'atmosferico titolo del CD)
Edward Gardner, alla testa della Bergen Philarmonic Orchestra, ci immerge nel
mondo del poema sinfonico à la Sibelius, un po' musica a programma e un po'
descrittiva.
La figlia di Pohjola ha un esordio scuro, affidato agli archi
bassi, che ci introduce al mito del Kalevala. La fantasia sinfonica si sviluppa
linearmente e in modo narrativo attraverso
semplici temi, uno fra tutti quello affidato all'oboe che, dal nulla e
quasi per caso, lo annuncia, sostenuto subito dopo dagli altri legni in un
crescendo intenso ed espressivo. Siamo già in Lapponia o meglio nella Terra del
Nord, dove regna la strega Lohui e contro la quale si ribellano le genti del
Sud nel nucleo centrale del Kalevala.
I mezzi a cui ricorre
Sibelius sono essenziali, eppure il
sentore di gelo seguito dal desiderio di ribellione è evidente e perfettamente
delineato. Così come tangibile è la descrizione delle acque che, dalla bonaccia
apparente, si sollevano e tumultuosamente si increspano in balia delle
Oceanine, le ninfe figlie di Oceano e Teti delle quali Esiodo narra nella
Teogonia. Aallottaret, le Oceanine, è il poema sinfonico che il compositore
scrive nel 1914 per descriverle.
Ancor più atmosferico è
però il clima che Gerald Finley ricrea in un omaggio alla produzione liederistica di Sibelius. Si percepisce una
vera affinità tra la sensibilità di raffinato cultore di questo genere musicale
e il mondo istintivamente congiunto con la straordinaria natura finlandese del
compositore.
Indipendentemente dalla
lingua usata nel testo di queste liriche su testi di poeti scandinavi, sia
essa svedese o finlandese o inglese come nel climatico Hymn to Thaïs, il
basso-baritono sfoggia una varietà di accenti ricchissima e l'innata capacità
di caricare la parola di mille sfumature, in un morbido transitare da mezze
voci meditative alla dirompente forza espressiva di Koskenlaskijan morsiamet,
scritta nel 1897 all'epoca della più nota Lemminkäinen Suite.
Il punto focale di questa
selezione fra le oltre cento composizioni di musica vocale, è costituito però dal corpus di sette Lieder specificamente orchestrati per il
cantante canadese da Einojuhani Rautavaara,
amico fraterno deceduto a poche settimane dalla registrazione in studio.
Non è un caso che il titolo del CD In
the stream of life coincida con quello prescelto da Rautavaara per il gruppo dei sette pezzi vocali, e si avverte
la commozione di Finley nel dar loro voce e
vita. Il frutto di tale collaborazione è ricco di fascino e ci avvicina
all'epos nordico che tanto distante e lontano appare dal mondo Mediterraneo.
Rautavaara consegna ai
posteri un'orchestrazione del primigenio materiale che è fedele allo stile
sfaccettato di Sibelius, dall'emotivo tardo-romanticismo fino allo
sconfinamento nelle atmosfere novecentesche, con echi straussiani e sonorità
che sfiorano Debussy e ripiegano in Mahler.
https://amnerisvagante.wordpress.com/2017/04/25/echi-scandinavi/
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