La nuova istituzione
intitolata al genio di Vinci è presieduta da Luciano Violante
Legata all’ex
Finmeccanica, riproporrà la storica rivista «Civiltà delle macchine»
di ALESSANDRA ARACHI
Leonardo da Vinci
era ricco, ed era bello, ed era inquieto, e si profumava il capo e il corpo, e
lo faceva più volte ogni giorno, e ci voleva Bernard Roeck da Zurigo per
restituirci in vesti eleganti ed umane l’immagine di quell’incommensurabile
genio di casa nostra che il mondo ancora oggi ci invidia.
Una lectio
magistralis che ha ammutolito la platea quella che ieri il professor Roeck
dell’Università di Zurigo ha tenuto al museo Maxxi di Roma per benedire la
nascita della Fondazione Leonardo - Civiltà delle macchine, un’istituzione che
si propone di essere un ponte tra la cultura umanistica e quella industriale. È
Luciano Violante il presidente di questa neonata Fondazione, e ieri mattina al
Maxxi c’era anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad ascoltare
quella biografia inedita e molto bella di Leonardo da Vinci del professore di
Zurigo. Ci ha svelato, Roeck, che Leonardo era un genio che non riusciva a
stare fermo, con la testa, ma anche con il fisico, anticonformista fino
all’esasperazione, e che non nascondeva la sua omosessualità in un’epoca in cui
nemmeno la parola era possibile pronunciare.
«L’impegno della
Fondazione è di contribuire ad un rinnovato umanesimo per la diffusione della
conoscenza al servizio del nostro Paese», ha detto Violante. E Alessandro
Profumo, amministratore delegato del gruppo Leonardo (ex-Finmeccanica), ha
rilanciato: «Il lancio della Fondazione segna un momento importante nella
storia del nostro gruppo, che lo scorso anno ha festeggiato il suo settantesimo
anniversario, ma anche nel percorso di dialogo e di reciproco confronto che si
è sviluppato nel nostro Paese tra industria e cultura, tra scienza e arte».
La «benedizione»
alla Fondazione è arrivata anche dal capo del governo Conte: «Non dobbiamo
subire il domani, ma anticiparlo», ha detto mentre si riferiva a un futuro dove
l’intelligenza artificiale avrà un ruolo chiave, determinante. E poi ha
aggiunto: «Bisogna studiare gli effetti dell’intelligenza artificiale: in
Europa è in atto una riflessione alla quale l’Italia, anche grazie alla
Fondazione Leonardo, darà il suo contributo originale».
Uno dei primi
progetti della neonata Fondazione sarà la rinascita della rivista trimestrale
«Civiltà delle macchine», una rivista che ha fatto la storia di Finmeccanica.
Dal gennaio 1953 al 1979 ogni tre mesi è stata infatti l’house organ di
Finmeccanica, e poteva vantare firme di un prestigio speciale, Giuseppe
Ungaretti, tra questi e poi Alberto Moravia, e Carlo Emilio Gadda, e adesso non
sarà immediato trovare collaboratori di cotanta levatura. La rivista
ricomincerà le sue pubblicazioni nel prossimo mese di maggio, con l’obiettivo
di alimentare un nuovo umanesimo industriale, nonché incrementare l’attrattività
e lo sviluppo territoriale diffondendo la cultura e la formazione industriale.
«Il dialogo tra
civiltà e tecnologia è necessario, viviamo in un mondo sempre più connesso dove
non possiamo fare a meno delle tecnologie che occupano uno spazio centrale nella
diffusione della cultura», ha commentato Alessandro Profumo nella sua
prolusione al convegno di ieri, e il premier Conte ha voluto fargli eco: «Il
lavoro rischia di ridursi fino a scomparire, un pericolo che impone un
ripensamento delle forme della civiltà industriale del secolo scorso: non è
tollerabile una ricerca contro l’uomo».
https://www.corriere.it/19_febbraio_04/leonardo-da-vinci-fondazione-violante-e2453d44-28ac-11e9-a9a8-f8d43e37edc8.shtml?intcmp=googleamp
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