La 59esima edizione Festival dei 2Mondi di Spoleto, il contenitore scenico
storicamente più rilevante per la sperimentazione teatrale in Italia, si
presenta come momento e luogo deputato per lo svolgimento di un’indagine
a tutto campo sullo status quo della regia nel nostro Paese. Qui, lo sguardo di
Felice Cappa interroga l’approccio alla pratica della scena di sei colleghi,
rappresentanti di diverse generazioni registiche italiane così come di
differenti ricerche estetiche e poetiche: Giorgio Ferrara, Liliana Cavani,
Mario Martone, Emma Dante, Serena Sinigaglia e Romeo Castellucci.
Si instaura in questo modo un dialogo polifonico – costantemente
riverificato sulle tavole del palcoscenico, attraverso immagini delle messe in
scena e delle prove – in cui vengono esaminati i pilastri di
un’arte oggi particolarmente esposta alla trasformazione, alla fusione tra
codici e linguaggi afferenti a discipline diverse, alla manipolazione del tempo
e dello spazio attraverso nuove tecnologie, alla contaminazione con la
(ri)scrittura e la drammaturgia. Il lavoro registico e i mezzi a sua
disposizione paiono dunque in continua mutazione e la figura del creatore si
configura come sincretica, trasversale a svariate declinazioni formali (opera,
prosa, cinema, televisione, performance, installazione), incarnate di volta in
volta dai diversi protagonisti della conversazione.
Il discorso intorno alla regia non viene però esaurito soltanto sul piano
teorico, ma sondato anche nelle sue implicazioni pragmatiche, misurate su uno
scenario nazionale in cui sembra mancare ogni progettualità sul lungo periodo e
sul quale gravano difficoltà più e meno nuove nel finanziamento di nuove
produzioni.
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