Solo un grande artista può infatti continuare a sorridere inerme di
fronte al pubblico durante i maldestri tentativi di approntare il palco per la
seconda parte della serata, finalmente dedicata a lui. Nonostante tutto si
ritrova al centro di una operazione di marketing che dovrebbe promuovere la
vendita del suo nuovo CD di prossima uscita (Dolce
Vita, un excursus sulla canzone italiana) che invece si
rivela una fiera delle vanità nel pubblico plastificato presente in sala,
perché io devo esserci altrimenti non conto nulla a Napoli. Vetrina più per le " eccellenze locali", lo
spettacolo non è privo di spunti interessanti nelle immagini pregnanti di Mimmo
Paladino che fanno da sfondo all'esibizione dell'orchestra
di casa e nei monologhi dell'attore Claudio Di
Palma su testi di Ruggero
Cappuccio che parlano di napoletanità legata alla
suggestione della parola e del canto. Ma sono momenti slegati, flash che non
nascondono la vera finalità dello spettacolo : autopromozione! E non di Jonas
Kaufmann che non ne ha alcun bisogno perchè la sua arte parla per lui. Difatti
arriva stanco e sfibrato in fondo alla serata, forse anche infastidito dal
circo mediatico e forse memore di aver detto solo poche ore prima ai
ragazzi con i quali l'uomo e non il divo si è divertito: "Il giorno in cui
ho spettacolo non concedo mai interviste, si tratti solo di scrivere dieci
righe o fare una intervista telefonica di dieci minuti. Me ne sto
tranquillo" È affaticato nel canto e le quattro canzoni che regala al
pubblico sono un vero regalo perché ci mostrano l'abnegazione e il senso
del dovere che regolano la sua capacità di musizieren anche quando testa e cuore gli direbbero di sottrarsi a
questi riti. Non si uccidono così anche i cavalli?
https://amnerisvagante.wordpress.com/2016/09/13/non-si-uccidono-cosi-anche-i-cavalli/
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