La cultura romana si è radicata nei territori
conquistati militarmente attraverso il modello di vita urbano, che si esprime
negli edifici che qualificano la città come tale.
La mostra intende descrivere questo processo
affiancando edifici dalle funzioni analoghe distribuiti nelle città
dell’impero.
Una mostra dedicata alla relazione fra città,
cittadinanza e civiltà nel mondo romano, descritta attraverso i plastici delle
architetture antiche
La mostra è promossa da Roma Capitale -
Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali ed ha la cura di Claudio Parisi Parisi Presicce e di Claudia
Cecamore, con la collaborazione del Museo dei Fori Imperiali e del Museo della
Civiltà Romana. Organizzazione Zètema Progetto Cultura.
In pubblicazione una guida breve della mostra
e l’inedito atlante fotografico dei plastici dopo il loro restauro.
Il progetto espositivo documenta il carattere
prettamente urbano della cultura classica. La condivisione degli spazi, degli
edifici e delle leggi costituisce la civitas, il fulcro della civiltà romana.
La mostra è quindi un viaggio negli spazi e negli edifici delle città
dell’Impero, rappresentati nei plastici in gesso del Museo della Civiltà
Romana, in gran parte realizzati da Italo Gismondi per la Mostra Augustea della
Romanità del 1937. I modelli raffigurano in parte lo stato di fatto dei
monumenti negli anni Trenta del Novecento, in parte le loro ricostruzioni:
all’intrinseco valore scientifico aggiungono pertanto anche il valore di
documentazione di monumenti trasformati o scomparsi, soprattutto nei territori
teatro di eventi bellici.
La mostra si presenta come un evento dal
carattere dinamico: l’inaugurazione del 20 dicembre aprirà infatti solo la
prima sezione della mostra, allestita nella Grande Aula e sui matronei del
Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano e costituita da 58 plastici e
da 6 calchi di sculture rappresentanti famosi personaggi del mondo romano; nel
2020 saranno inaugurate le sezioni successive, allestite lungo il percorso
esterno dei Mercati di Traiano, lungo la via Biberatica.
Per tutta la sua durata, la mostra sarà
corredata da eventi e da iniziative culturali e didattiche; nell’ideazione e
realizzazione delle attività didattiche, indirizzate a tutti secondo i criteri
dell’accessibilità e dell’integrazione, saranno coinvolti i tirocinanti e i
volontari dei progetti del Servizio Nazionale Civile che prestano servizio nel
Museo dei Fori Imperiali.
La mostra sviluppa sette macrotemi, tutti
rappresentati dai plastici posizionati nella Grande Aula già per l’apertura del
20 dicembre, e poi declinati in una serie di temi specifici: gli spazi pubblici
(indicati da fori, curie, capitolia e templi); l’acqua nel decoro della città
(fontane, ninfei e terme); lo spettacolo (teatri e anfiteatri); il trionfo,
l’onore e il passaggio (archi trionfali e onorari, porte urbiche); il commercio
(mercati); la memoria individuale, familiare e dello Stato (sepolcri e
monumenti); le infrastrutture (ponti, acquedotti, cisterne, castelli di
distribuzione dell’acqua).
Spiccano, per le proporzioni e per
l’accuratezza della resa, i plastici del Foro di Augusto, che apre la mostra e
che per la sua efficacia comunicativa è stato spostato dalla sala sul matroneo
a monte al vano centrale della Grande Aula, del Foro di Pompei con gli edifici
annessi, della scena del teatro di Sabratha in Libia, delle Terme di Treviri in
Germania e della Porta detta di Sant’Andrea ad Autun, in Francia.
La narrazione del percorso è scandita da testi
antichi pertinenti ai singoli temi e pronunciati dalle voci narranti degli
stessi autori o dei loro destinatari, rappresentati da calchi di statue o
ritratti del Museo della Civiltà Romana: fra questi risulta particolarmente
vivace l’ambientazione delle terme descritta da Seneca in una lettera a un
amico.
“Nell’antichità i valori che danno il senso
della comunità, della condivisione, dell’appartenenza si rigenerano attraverso
la riproposizione delle tipologie edilizie destinate alle funzioni della vita
pubblica, alla esaltazione dei meriti individuali e alla perpetuazione della
memoria familiare. In occasione della fondazione di nuove città o della
trasformazione degli insediamenti più antichi era sempre adottato il medesimo
impianto ortogonale e le singole tipologie di edifici rispondevano per lo più a
forme architettoniche prestabilite, che dipendevano da una costruzione della
città di Roma, considerata come il modello da riproporre” (dall’introduzione
nella guida breve).
Le tipologie monumentali individuate sono
pertanto significative del concetto di identità romana espresso con
immediatezza e forza dall’architettura che costituiva il “segno” nel paesaggio
dell’espansione di Roma.
Roma appare dunque ai visitatori della mostra
quale modello di comunità (civitas) quanto mai contemporaneo nella sua
multiculturalità.
http://www.mercatiditraiano.it/it/mostra-evento/civis-civitas-civilitas-roma-antica-modello-di-citt
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