viernes, 2 de agosto de 2019

MEISNEWS 100 ANNI DI PRIMO LEVI 5 COSE CHE FORSE ANCORA NON SAPETE

Sattamente 100 anni fa, il 31 luglio del 1919, nasceva Primo Levi. Chimico, scrittore, sopravvissuto alla Shoah e prezioso testimone, Primo Levi ci ha fatto conoscere tantissime sfumature della sua vita.
I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, letti a tutte le età e rientrano di diritto nella storia della letteratura italiana. Resta ancora qualcosa da scoprire?

In occasione del suo centenario, vi proponiamo cinque spunti che forse ancora non conoscete.

La prima cotta. Scrittore sì, ma anche scienziato. La passione di Primo Levi ha radici lontane, come ricordano le sue biografie. Quando, per esempio, un giornalista cercò di fargli scucire il nome e i particolari della sua prima cotta giovanile, lui rispose con una battuta sagace ma in fondo sincera: “Fu a tredici anni, per l’astronomia!”. La chimica lo stregò da adolescente, scrive il biografo Ian Thomson, quando iniziò a frequentare il laboratorio di fortuna nel palazzo dell’amico Mario Piacenza e lesse il libro “Concerning the Nature of Things” del Nobel per la fisica britannico Sir William Bragg.

Umberto Saba, l’ammiratore. La fortuna editoriale di Primo Levi non è sempre stata semplice e lineare. Inizialmente trovare qualcuno che pubblicasse “Se questo è un uomo” fu una impresa. Ma a capire che Levi aveva la stoffa dello scrittore, è stato uno dei più importanti poeti italiani del ‘900: Umberto Saba. Saba scrisse di suo pugno una lettera all’editore Giulio Einaudi per dirgli: “egli [Levi] ha scritto un bellissimo libro (‘Se questo è un uomo’) che avrei voluto vedere tra le tue edizioni”. Non solo, ma si mise in contatto anche con Primo Levi attraverso una lettera nella quale diceva: “Caro signor Primo Levi, non so se le farà piacere sentirsi dire da me che il suo libro ‘Se questo è un uomo’ è più che un bel libro, è un libro fatale. Qualcuno doveva ben scriverlo: il destino ha voluto che questo qualcuno fosse lei”.

 Uno straordinario senso dell’umorismo. Non tutti sanno che nonostante la serietà dei suoi studi e il grande impegno nel suo lavoro, Primo Levi era dotato anche di una incredibile levità che si sposava perfettamente con un sottile senso dell’umorismo. La lettura ideale per riscoprire questo lato caratteriale è “Il sistema periodico”, l’opera nella quale dedica ogni racconto a un diverso elemento della sua amata tavola periodica. Indimenticabile il racconto “Argon”, dove ebraismo, famiglia e ‘lessico famigliare’ si mescolano insieme con un risultato esplosivo.

Una chiacchierata con Philip Roth. Tra le più celebri interviste fatte a Primo Levi, si distingue quella di Philip Roth. Uno scrittore che intervista un altro scrittore. L’interessante confronto tra i due (con domande lunghe quasi quanto le risposte) si conclude con la riflessione sulla doppia carriera di Levi: letteraria e in un’industria di vernici. Levi ammette che non avrebbe mai lasciato la seconda per dedicarsi esclusivamente alla prima: “avrei avuto paura del salto nel buio, ed oltre a tutto avrei perso il diritto alla pensione”. Infine non si lascia sfuggire un appunto; prima di lui, ci fu un altro “scrittore verniciaio”: Italo Svevo.

Due appuntamento da segnarsi in agenda. Stasera su Rai 5 alle 21.15 non perdete "Le mani di Primo Levi" di Bruna Bertani, il documentario - realizzato in collaborazione con il Centro studi Primo Levi - con riprese originali e inedite, rilegge le diverse esperienze dell’uomo e dello scrittore attraverso il tema della mano che pensa, che crea, che manifesta il sentire degli esseri umani. Primo Levi si è cimentato anche nella produzione di notevoli poesie, riunite nella raccolta “Ad ora incerta”. Il 15 settembre alle 19.30, in occasione della ventesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica dedicata a “Sogni. Una scala verso il cielo”, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Primo Levi e la Comunità ebraica di Ferrara, organizza un concerto dedicato alle poesie di Primo Levi incentrato sui sogni di libertà e liberazione dopo il trauma della Shoah. I versi di Levi rivivranno nella Sala Estense (Piazza del Mucipio 2, Ferrara) musicati e interpretati da Shulamit Ottolenghi, il vincitore del Grammy Frank London e Shai Bachar. Introducono il concerto il Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Primo Levi e del MEIS Dario Disegni e il Direttore del MEIS Simonetta Della Seta.

https://outlook.live.com/mail/junkemail/id/AQMkADAwATE0NjMwLTQzYWItYTI2NC0wMAItMDAKAEYAAANdpYMUtlP8RLKpFcRXj3RuBwC6wcIVg6XoRo7CexT0LdfBAAACASIAAAAcEiw9FM3BSbbNCKmwoqhfAAJBL5e1AAAA

No hay comentarios:

Publicar un comentario