martes, 27 de agosto de 2019

ET MANCHI PIETÀ. PALACONGRESSI – 25 AGOSTO 2019



Il programma di sala recita: “Il progetto Et manchi pietà nasce dall’esigenza di dar vita a una creazione multimediale e multidisciplinare di videoart/musica dal vivo di Anagoor che, partendo dall’opera della pittrice Artemisia Gentileschi (1593 – ca.1656), si propone di esplorare alcune particolarità della pittura e della musica del primo barocco italiano, mettendo in risalto le specificità creative e il loro portato emotivo. Figlia di Orazio Gentileschi (uno dei primi pittori caravaggeschi italiani), e fino a pochi decenni fa ricordata soprattutto per la vicenda del processo per stupro, Artemisia ha dovuto attendere oltre trecento anni per veder riconosciuto appieno il proprio valore come pittrice.
La performance consiste nell’esecuzione di musiche di Monteverdi, Rossi, Strozzi, Kapsberger, Trabaci, Merula, Landi, Castello, Fontana dal soprano Roberta Invernizzi e dall’Accademia d’Arcadia con strumenti d’epoca, che corrispondono ad altrettanti capitoli visivi del film proiettato su un grande schermo.


Nella seconda parte della serata il critico d’arte Vittorio Sgarbi analizzerà il lavoro della Gentileschi e dell’ambiente artistico coevo”
Et manchi Pietà Artemisia Gentileschi, tra violenza e perdono
Roberta Invernizzi, soprano
Accademia d’Arcadia
Alessandra Rossi Lürig
, direttore
Spettacolo di videoart a cura di Anagoor
Musiche di MONTEVERDI, ROSSI, STROZZI, KAPSBERGER, TRABACI, MERULA, LANDI, CASTELLO, FONTANA

Lectio magistralis di Vittorio Sgarbi su Artemisia Gentileschi
 Serata decisamente attesa ed immaginato la perfezione del connubbio tra musica, arte e video.
Per quanto la prima parte, quella della musica e del canto non si può che dire bene: l’Accademia dell’Arcadia brilla sicuramente per stile esecutivo e ricerca di sonorità impeccabili ed altrettanto eccellente l’ascolto di Roberta Invernizzi la quale ha affascinato anche il pubblico più distante dal genere musicale.  Voce chiara e limpida che sa modulare con gentilezza ed incisività: direi un capolavoro esecutivo. Circa il video a cura di Anagoor, ho qualche perplessità sull’insieme: Diviso in 13 quadri più prologo e epilogo è apparso a tratti lento ed eccessivamente didascalico; bene il ‘prologo’ con la visita museale ed il ‘casino delle Muse’ tanto per citarne alcuni passi, di ricerca di forte impatto ‘Judith’ o ‘Bath’ troppo fotografico, senza particolare ricerca. Nell’insieme comunque la prima parte di 85 minuti ha funzionato.


Dopo un breve intervallo è stato il momento di Vittorio Sgarbi, che pur avendo a disposizione un argomento di tutto interesse, si è dilungato molto su pittori minori con la proiezione di molte immagini, tanto da giungere a circa le 23,45 per ultimare la serata.
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone

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