Roman Polanski brillera par son absence ce vendredi à la Mostra de Venise. Il ne viendra pas défendre son thriller historique dédié à l'affaire Dreyfus jugeant trop risquée sa présence en Italie de peur d'être extradé.
Plusieurs voix, notamment féministes, se sont élevées pour critiquer cette sélection. C'est le cas de l'Argentine Lucrecia Martel, la présidente du jury qui se dit gênée par ce film. A 86 ans, Polanski a été exclu de l'Académie des Oscars l'an dernier. Il est toujours poursuivi par la justice américaine pour le viol d'une adolescente en 1977.
Lucretia Martel ha spiegato la motivazione
della sua assenza all’imminente serata di gala per il regista e per il suo
ultimo film J’accuse, dedicato all’affare Dreyfus: “Mi mette a disagio. Non
sarebbe giusto nei confronti di tutte le donne che rappresento e delle donne
argentine vittime di stupro”
di Davide Turrini
“Non andrò alla serata di gala in onore di
Roman Polanski, ma è giusto che il suo film sia in concorso a Venezia”. A
tuonare contro il regista di Rosemary’s baby è la regista argentina Lucrecia
Martel, presidente della giuria del Festival di Venezia 2019. Durante la
conferenza stampa di presentazione delle giurie Martel ha spiegato la motivazione
della sua assenza all’imminente serata di gala per Roman Polanski e per il suo
ultimo film J’accuse, dedicato all’affare Dreyfus: “La presenza di Polanski in
concorso, dopo ciò che ha fatto in passato, mi mette a disagio. Tanto che non
parteciperò alla serata di gala in onore del suo film. Non voglio alzarmi in
piedi ed applaudirlo. Non sarebbe giusto nei confronti di tutte le donne che
rappresento e delle donne argentine vittime di stupro”.
Il j’accuse della Martel arriva dopo che pochi
secondi prima il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera,
aveva risposto ad una domanda dei giornalisti sulla presenza di Polanski al
Lido. “Sono convinto che dobbiamo distinguere l’artista dall’uomo – ha spiegato
Barbera – La storia dell’arte è piena di artisti che hanno commesso crimini di
diversa natura, tuttavia abbiamo continuato ad ammirare le loro opere d’arte.
Cosa che vale anche per Polanski, a mio avviso uno degli ultimi maestri ancora
attivi del cinema americano”. Martel, seduta di fianco a Barbera è subito
intervenuta: “Un uomo che commette un crimine di queste dimensioni, che viene
condannato e la vittima si considera soddisfatta del risarcimento, è difficile
da giudicare. È difficile stabilire l’approccio giusto da adottare per le
persone che hanno commesso determinati atti. Queste domande comunque fanno
parte del dibattito dei nostri tempi. Non mi congratulo con lui ma credo questo
che questo festival sia il luogo migliore dove proseguire questo tipo di
discussione e confronto con lui”.
Il polverone sollevato durante la conferenza
stampa veneziana non ha lasciato indifferente Luca Barbareschi che con la sua
Eliseo Cinema ha co-prodotto il film, distribuito tra gli altri da 01: “Dopo le
dichiarazioni della presidente della giuria di Venezia 76, siamo preoccupati
che il film di Polanski non venga giudicato serenamente. Stiamo valutando di
ritirarlo dal Concorso, a meno che non arrivino le scuse ufficiali”.
Polanski venne condannato per violenza
sessuale commessa nel 1977 su una minorenne, Samantha Geimer. Per questo reato
fece 42 giorni di carcere. Successivamente cercò un accordo per una pena con la
condizionale ma dopo aver capito che l’accordo non gli sarebbe stato concesso
nel 1978 è fuggito in Francia e da allora non può più mettere piede negli Stati
Uniti. Nel 1993 Polanski ha raggiunto un accordo economico di risarcimento –
500mila dollari più interessi – con i legali della Geimer, ma, secondo diverse
fonti giornalistiche, non ha mai tenuto fede per intero all’accordo. Nel 2008
la Geimer ha dichiarato che per lei Polanski “aveva già pagato abbastanza per
il suo crimine” e che desiderava non fosse “condannato ad ulteriori punizioni”.
Questa vicenda giudiziaria però, per via di diversi cavilli giuridici, non si
era comunque conclusa e Polanski nel 2010 era arrestato a Zurigo sempre su
richiesta degli Stati Uniti e messo ai domiciliari nella sua casa svizzera di
Gstaad.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/08/28/venezia-76-la-presidente-di-giuria-contro-roman-polanski-non-voglio-alzarmi-in-piedi-e-applaudirlo/5415416/
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