La regina dell'editoria di
moda non c'è più. È venuta a mancare a 66 anni, Franca Sozzani, leggendario
direttore di Vogue Italia e arbitro di stili e manie della storia recente. La
sua scomparsa, senza timore di esagerare, lascia un enorme vuoto nel sistema
DI SERENA TIBALDI
Lutto nella moda: morta Franca SozzaniHa
lavorato fino alla fine, impeccabile e autorevole. La sua ultima apparizione è
stata a Londra, ai premi del British Fashion Council, che le ha tributato lo
"Swarovski Awards for Positive Change" riconoscendole il lavoro
instancabile per promuovere la diversità anche nella moda e per il suo
coinvolgimento profondo in diverse cause benefiche. Un viaggio che ha compiuto
in treno come racconta Anna Wintour in un toccante omaggio sul sito di Vogue
America. in cui definisce l'amica "la più instancabile lavoratrice che
abbia mai conosciuto, con una invidiabile predispozione al multitasking”. Le
immagini dell'evento la mostrano arrivare sul palco fragile ma sorridente e
visibilmente emozionata al braccio di Tom Ford, che le ha consegnato il premio.
Nessuno al momento immaginava che si trattava a tutti gli effetti di un addio,
ma è arrivata la conferma: il 22 dicembre Franca Sozzani, mantovana classe
1950, è venuta a mancare a Milano dopo una lunga malattia. A darne l'annuncio
ufficiale è stato Jonathan Newhouse, Chairman e Chief Executive della Condé
Nast. L'uomo ha definito la notizia "la più triste che abbia mai dovuto
comunicare", definendo la scomparsa come una perdita incalcolabile, per
tutto il mondo della moda. In effetti con lei, senza alcun timore di smentita,
se ne va un pezzo essenziale della moda contemporanea. «Ha reso Vogue Italia
una delle voci più potenti della moda e della fotografia, portando la rivista
ben oltre i tradizionali confini dell'editoria. (...) I più grandi fotografi
guardavano a lei come a una guida creativa che dava loro la libertà di
esprimersi al meglio, mese dopo mese».
«Chi avuto la fortuna di
lavorare con lei in Condé Nast», prosegue Newhouse, «la rispettavano e la
amavano. Lei pretendeva sempre il massimo, e loro glielo davano. Aveva
un'enorme conoscenza anche delle meccaniche economiche del sistema, e questo le
ha permesso di portare Vogue Italia a livelli inaspettati». Tutto verissimo, e
sì che in Condé Nast lei ci era arrivata rispondendo all'annuncio su un
giornale, senza avere nemmeno idea di cosa trattasse quell’offerta. Ha finito
per ribaltare la storia del costume, inventando un modo nuovo per raccontare
visivamente la moda. Franca Sozzani a fare questo lavoro non ci pensava di
certo: prodotto tipico dell’alta borghesia, immaginava per sé una vita da
“nullafacente” di lusso (parole sue) passata a gestire la famiglia, e
d’altronde tutto lasciava pensare a quel futuro: il collegio delle marcelline
prima, il liceo a Milano poi, gli studi in Cattolica (Lettere, con tesi in
Filologia Germanica), a 32 anni si sposa, salvo però separarsi dopo tre mesi,
per di più incinta del suo unico figlio, Francesco. Anni dopo, per spiegare il
perché della risposta a quell’annuncio, si giustifica col fatto che sarebbe
stato più facile far digerire al severo padre l’idea di una separazione se in
ballo ci fosse stato un lavoro. Fatto sta che il suo destino (e quello della
moda contemporanea), sono segnati. Inizia come segretaria e poi passa a Vogue
Bambini: nulla di strano, in quegli anni non si sa nemmeno cosa sia una
redattrice di moda, si naviga a vista e certi passaggi sono la norma. Non è
però che si trovi benissimo ad avere a che fare con l’abbigliamento per i più
piccoli, e accoglie con gioia la decisione di farla passare alla nuova rivista
Lei (versione italiana dell’epoca di Glamour, pubblicazione dedicata alle
ragazze), seguita qualche anno dopo da Per Lui. È qui che stringe i contatti
con Bruce Weber e Steven Meisel, all’epoca fotografi giovani e di nicchia, che
assieme a lei plasmano l’immagine contemporanea.
Anticipa tendenze e mode
come nessun altro perché è lei stessa a crearle, e quando nel 1988 le offrono
la direzione di Vogue Italia può dare davvero il via alla sua rivoluzione: la
prima copertina è di Meisel, e l’inversione di rotta rispetto agli anni ’80,
eccessivi ma visivamente conformisti, è totale. Assieme i due realizzano gli
editoriali più discussi degli ultimi anni: riprendono il lavoro di Marina
Abramovic, reinventano le protagoniste di Grey Gardens (ben prima del loro
revival), lanciano la carriera di tutte (ma proprio tutte) le supermodel degli
anni ’90. Ancora: è capace di dedicare un numero intero alle foto dei
paparazzi, nel 2008 usa solo modelle di colore (il numero viene ristampato per 3 volte), e poco dopo mette un
gruppo di splendide modelle curvy in copertina. Franca Sozzani è la prima a
capire quanto conti la narrativa nelle immagini di moda: gli editoriali che lei
approva sono ben più di un modo per far vedere i vestiti, sono delle storie che
provocano e fanno discutere. Come quando Linda Evangelista interpreta una
maniaca della chirurgia plastica, o come le modelle finite in rehab e in
un’inquietante comune religiosa, o come quando vengono malmenate dalla security
al gate di un aeroporto, vittime della mania del controllo di nostri tempi.
Lutto nella moda: morta Franca Sozzani
L'Homepage di Vogue
dedicata a Franca Sozzani
Amata e temuta, è capace di
fare la fortuna di un designer che ha la sua approvazione: lei minimizza, ma le
cose stanno esattamente così. Stravolge l’editoria, trasformando le sue riviste
in colossi che sbaragliano la concorrenza: nel 1994 diventa anche Direttore
Editoriale della Condé Nast, che sotto di lei rafforza ancora di più la sua
posizione nel settore; consigliera fidata dei più grandi creatori, una sua parola
può spostare investimenti da milioni di euro, e lei usa questa sua capacità
anche in altri campi: lo fa per esempio con Convivio, evento biennale di
shopping per sostenere la ricerca contro l’AIDS, o con il sostegno allo IEO, la
fondazione creata da Umberto Veronesi per finanziare la ricerca sperimentale
dell’Istituto Europeo di Oncologia, di cui è presidente dal 2013. Patrocina la
Vogue Fashion Night Out, sorta di notte bianca dello shopping che attira ogni
edizione milioni di curiosi in tutto il mondo e “Who’s on Next?”, concorso per
stilisti emergenti organizzato assieme ad AltaRoma che la trasforma, se ancora
ce ne fosse bisogno, nel nume tutelare delle nuove generazioni.
Con la sorella Carla, altro
deus ex machina dello stile con il suo concept store 10CorsoComo, forma uno
degli assi di ferro della moda; riservata, tende a tenere la sua vita privata
nell’ombra: il suo legame più celebre è quello con Alain Elkann, terminato nel
2010. Ed è proprio in virtù di questa sua discrezione che sorprende tanto la
sua decisione di essere la protagonista del documentario girato da suo figlio,
Francesco Carrozzini, incentrato sulla sua vita e la sua carriera. “Franca:
Chaos and Couture”, viene presentato al Festival di Venezia del 2016: colpisce
la sincerità senza fronzoli con cui lei si racconta, e il fatto che la malattia
traspaia in qualche modo, senza però mai essere nominata, attraverso le sue
parole. Anna Wintour nel suo omaggio parla anche di questo e del legame che sua
figlia ha proprio con Carozzini. Le due papesse della moda riunite da una
coppia di giovani innamorati. "L'ultima volta che ho visto Franca era in
un letto di ospedale" ricorda la Wintour, "Indossavo un piccolo
orologio che Franca mi aveva regalato, e ho promesso di lasciarlo in eredità un
giorno in nome della nostra amicizia, sperando che Francesco possa essere
benedetto dalla nascita di una bambina. Comne sarà fortuna quella bambina a
poter guardare quel film pieno di amore girato da suo padre, dedicato alla sua
straordinaria nonna" Resta ora da capire chi la sostituirà alla guida dei
“suoi” giornali. Non sarà per niente facile.
http://d.repubblica.it/moda/2016/12/22/news/lutto_morte_franca_sozzani_direttore_vogue_italia-3358710/
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