di Caterina. Amneris vagante
Il Seicento fu il secolo
d'oro per il teatro francese, i tre grandi Corneille, Racine e Molière,
portatori di istanze teatrali differenti
e attivi in contemporanea. La produzione di Jean Racine fu nettamente inferiore
quantitativamente rispetto a quella degli altri due esponenti, ma, pur nel
rispetto delle tre unità aristoteliche, ebbe il merito di presentare sempre la
fragilità dell'uomo soggetto ai capricci degli dei oppure in balia di passioni
incontrollate quali l'amour fou o il desiderio esacerbato di potere.
Ad un secolo di distanza il
Mozart adolescente (ma lo fu mai bambino, fanciullo o giovanotto?) si accinse a
comporre la prima opera seria, commissionatagli dal Regio Ducal Teatro di
Milano. Si trattava di Mitridate, re di Ponto
il cui libretto di Vittorio Amedeo Cigna-Santi era stato tratto dal
Mithridate di Racine nella traduzione di Giuseppe Parini, nel pieno rispetto
dell'estetica metastasiana. Il quattordicenne salisburghese completò la
partitura in due mesi in modo che potesse andare in scena per l'inaugurazione
della stagione di carnevale, riportando un caloroso successo sancito dalle
venti repliche documentate dalle cronache del tempo.
I fasti e i successi
dell'epoca si rinnovano in questo scorcio d'inizio estate alla Royal Opera
House di Londra. Non è mai semplice
portare in scena un'opera tale, viste le difficoltà estreme e le sfide vocali
poste ai cantanti, ma ancor più lo è dal momento che l'azione scenica é ridotta
all'osso e l'articolazione drammatica rischia di sembrare un'elencazione a mo'
di catalogo di arie, in presenza di un solo duetto in conclusione del secondo
atto e di un solo pezzo d'insieme nel finale ultimo. Lo spettacolo ha una
durata di circa quattro ore inclusi i due intervalli, il rischio è che ci si ritrovi in pochi
intimi per l'improbabile lieto fine nel quale il conflitto fra i due fratelli
Farnace e Sifare e il padre tiranno Mitridate arriva ad una conciliazione.
Eppure il regista Graham
Vick concepisce uno spettacolo eclettico che unisce suggestioni del teatro
kabuki all'iperrealtà del teatro barocco, movenze di danza balinese al Teatro
delle Ombre giavanese. Colpisce la freschezza e la straripante inventiva di una
produzione nata nel 1991, le cui scene
di Paul Brown, pannelli e poche suppellettili dai colori squillanti, unite ai
suoi straordinari costumi, enormemente elaborati, costituiti da crinoline
volutamente esagerate, creano una fantasmagoria di stimoli visivi. Ventisei
anni dopo la capacità di fare teatro,
all'interno di una struttura rigida e altamente antiteateale quale l'opera
della seconda metà del Settecento, è intatta, oltre che supportata da una
componente musicale in grado di sfidare le lunghezze e le estenuanti richieste
vocali presenti in partitura.
Pare che Mozart, pur
quattordicenne, avesse infatti ceduto in parte alle pretese dei cantanti
dell'epoca, infarcendo le arie di perigliose agilità e salti d'ottava, oltre che mettendo
l'orchestra a dura prova come in occasione della marcia che accompagna l'arrivo
di Mitridate nel corso del primo atto.
Christophe Rousset, fine
clavicembalista come dimostrato nell' accompagnamento ai recitativi, dimostra
di conoscere a fondo la struttura e le insidie della partitura per averla già
diretta a La Monnaie e a Digione. Attraverso
la sua bacchetta l'ouverture e il coro finale risplendono delle sottili trame
di un compositore già grande pur nella giovane età.
Il cast radunato per questo
revival include alcuni fra gli specialisti del reportorio: in ordine sparso
Michael Spyres - Mitridate, Bejun Mehta - Farnace, Salome Jicia - Sifare,
Albina Shagimuratova - Aspasia e Lucy Crowe - Ismene. Quest'ultima ci delizia
con movenze da danzatrice balinese ed eccelle nell'aria Tu sai che m'accese,
mentre la scena del veleno con la cavatina di Aspasia Pallid'ombre ci conquista per l'estatica rassegnazione
della protagonista oltre che per la sfrenata inventiva del costumista che la
ricopre di un abito-scultura.
Quattro ore scivolano in
scioltezza tra arie e recitativi ospitati fra pareti rosso lacca, con
coreografie da fumetto manga e un congegno teatrale perfettamente oliato. Dopo
ventisei anni tutto funziona e rende un ottimo servizio al genio
quattordicenne.
Photo Wisdom Hill
https://amnerisvagante.wordpress.com/2017/07/08/mitridate-re-di-ponto-alla-royal-opera-house-di-londra/
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