Il grande attore americano
è protagonista di «The music critic» il 19 maggio in esclusiva per l’Italia al
Teatro Cucinelli di Solomeo (Perugia)
di Emilia Costantini
«Schumann si illude di
essere un “compositore”,Brahms è “un bastardo senza talento”. E Claude Debussy
è semplicemente brutto». La critica rabbiosa, quella che nel corso degli ultimi
secoli ha macinato le peggiori recensioni musicali su alcuni dei più grandi
compositori. John Malkovich è The music critic, al Teatro Cucinelli il 19
maggio. Lo spettacolo, ideato dal compositore Aleksey Igudesman, ha debuttato a
Gand, Festival delle Fiandre, e ora approda in esclusiva a Solomeo.
Una feroce invettiva
Una feroce invettiva, un
mix sardonico di «insulti musicali» dove il protagonista, nei panni di un
critico cattivo, convinto che la musica di mostri sacri come Mozart, Beethoven
o Prokofiev sia noiosa e triste, è accompagnato da un ensemble di musicisti (oltre
a Igudesman, il violinista lituano Julian Rachlin, Sarah McElravy, Boris
Andrianov, Hyung-ki Joon) che dissentono dai suoi sprezzanti giudizi e
contrattaccano, reagendo con i loro strumenti. Il ruolo da cattivo si addice a
Malkovich. «È vero, mi vengono spesso affidati personaggi negativi e non so
perché. Per essere onesti, la cosa non mi preoccupa. Forse sono dotato del
cosiddetto le physique du rôle». Nasce come attore teatrale ma poi ha girato
più di 70 film: «Il mio habitat naturale resta il palcoscenico: un attore è più
cosciente di ciò che accade sul palco rispetto al grande schermo. I film sono
realizzati da una task force, vengono montati a oltranza, dunque non mi sento
responsabile di come viene sviluppata una storia. Si tratta di scelte che potrei
non condividere, ma mi rimetto alle decisioni altrui». Per esempio? «Magari non
avrei girato quella scena in quel determinato modo o detto la battuta
diversamente... Sul palco, invece, sei il montatore di te stesso, senza nessuna
interferenza o manipolazione».
«Il musicista che adoro?
Mozart»
The music criticincita la
partecipazione attiva del pubblico: le reazioni della platea influenzano il suo
modo di recitare? «Il teatro è vivo e il pubblico influenza sempre una
performance: la sua presenza in sala serve a questo, no? Io rivesto spesso i
panni dello spettatore, frequento le sale, vorrei farlo di più ma ho poco tempo
libero». In questo spettacolo è protagonista la musica, che è stata centrale
nella formazione artistica di Malkovich: «Non ho studiato seriamente la musica
- minimizza - Ho suonato uno strumento o due, ho cantato in qualche coro quando
frequentavo l’università... sono molto lontano da un musicista esperto». Si
sente un musicista mancato e questo spettacolo è un po’ la sua rivincita? «No,
sono consapevole di non aver mai avuto molto talento: un amatore, questo sì. I
miei compositori preferiti? Mozart, un genio assoluto, ma anche Beethoven,
Chopin, Brahms, Debussy, Schumann... Sono dei giganti che hanno segnato la
storia della musica>.
«Sono ateo: le ideologie
fanno danni tremendi»
The music critic si
conclude con un’autoironica, divertente ma anche terrificante stroncatura,
intitolata The Malkovich Torment, che l’attore ricevette veramente da un
perfido critico turco, per una sua interpretazione teatrale a Istanbul. «Non è
ironica, né divertente, solo terrificante! Ho motivo di credere che quel
signore, di cui riporto le parole testuali, mi detestasse: mi ha
massacrato>. Un rapporto difficile quello di Malkovich con la critica? «Amo pensare
che la recensione non sia scritta per giudicare me, ma per aiutare il pubblico
a comprendere il significato di uno spettacolo o di un film da me interpretati,
magari per accendere l’interesse degli spettatori o per sconsigliarli. Io ho le
idee piuttosto chiare sul mio lavoro e trovo inutile, faticoso leggere quanto
viene poi scritto su di me». Malkovich si è spesso professato ateo. In una
dichiarazione afferma che tutte le ideologie hanno sempre fatto danni
incalcolabili. «Lo confermo: danni tremendi, è un fatto assodato,
inconfutabile. Quando si crede ciecamente in qualsiasi cosa o in qualche entità
lo si fa a proprio rischio e pericolo, e degli altri, me compreso». Qualche
piano per il futuro? «Sì, per il momento andare avanti così».
https://www.corriere.it/spettacoli/18_maggio_04/john-malkovich-a-teatro-impersono-critico-cattivo-contro-tutti-462c87a8-4ee8-11e8-aead-38ee720fad91.shtml
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