Ricerca e innovazione sono
‘il sale della vita’ dei teatri che intendono avere lunga esistenza e che si
adoperano sia per accontentare il pubblico fidelizzato, che quello che si
avvicina ad esso solo per assaporare le novità, le riscoperte e le opere poco rappresentate.
Il teatro di Piacenza, in questo ambito, è fiore all’occhiello: ecco infatti,
che a conclusione di stagione, propone l’opera giovanile di Giuseppe Verdi ‘Il
Corsaro’
Melodramma tragico in tre
atti su libretto di Francesco Maria Piave e musiche di Giuseppe Verdi
dal poemetto The Corsair di
George Byron
Personaggi e interpreti
Corrado: Iván Ayón Rivas
Medora: Serena Gamberoni
Seid: Simone Piazzola
Gulnara: Roberta Mantegna
Selimo: Matteo Mezzaro
Giovanni: Cristian Saitta
Un Eunuco/Uno Schiavo:
Raffaele Feo
Matteo BELTRAMI, direttore
Lamberto PUGGELLI, regia
ripresa da GRAZIA
PULVIRENTI PUGGELLI
Marco CAPUANA, scene
Vera MARZOT, costumi
Andrea BORELLI, luci
Renzo MUSUMECI GRECO,
maestro d'armi
Pier Paolo ZONI, assistente
alla regia
ORCHESTRA REGIONALE
DELL'EMILIA ROMAGNA
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE
DI PIACENZA
Corrado CASATI, maestro del
coro
Coproduzione
Fondazione Teatri di
Piacenza
Fondazione Teatro Comunale di Modena
Giuseppe Verdi, in rotta di
collisione con il proprio editore Francesco Lucca e gradualmente disamorato dal
testo, perse interesse per quell'opera (forse con già nell’animo le prime note
di Luisa Miller) ed infatti, dopo anni, non diresse alla prima del 25 ottobre
1848, al teatro Grande di Trieste. Il Corsaro resta opera poco rappresentata in
quanto considerata opera minore di Verdi, ma se mi posso permettere credo
contenga arie di tenera bellezza e momenti di forte temperamento musicale.
La rappresentazione
proposta dal Municipale di Piacenza è l’allestimento del Regio di Parma, con la
classica ma efficace regia di Lamberto Puggelli ripresa da Grazia Pulvirenti
Puggelli: azione e movimento amplificati dalle luci di Andrea Borelli che
sfruttano il rosso vivace a spaccare il grigio o il nero che occupano le scene.
Marco Capuana ha realizzato la scenografia con alberi di nave, gomene,
scale e catene per
contestualizzare la narrazione, coadiuvata anche dai classici e pertinenti
costumi di Vera Marzot.
A dirigere l’Orchestra
Regionale dell’Emilia Romagna è sul podio il giovane, ma ben affermato Matteo
Beltrami (direttore musicale ed artistico del Coccia di Novara); da una
posizione di palco ho potuto apprezzare l’attenzione e la cura che il maestro
ha riservato ad ogni singolo elemento dell’orchestra e dell’entusiasmo
riservato al palco, cose che hanno decretato il buon risultato complessivo.
Il tenore peruviano Iván
Ayón Rivas è risultato un buon Corrado, con espressione e tono decisi e bella
intonazione (in crescendo rispetto agli ascolti al Regio di Torino); Medora ha
incontrato la gradevolezza interpretativa di Serena Gamberoni che ha espresso
grande facilità negli acuti ed interessante estensione vocale. Parimenti
pregevole, nel ruolo della sventurata Gulnara, incontriamo Roberta Mantegna che
colpisce per l’avvolgente colorazione e l’ accorata interpretazione arricchita
da agilità ed espressività.
Matteo Mezzaro, Cristian
Saitta e Raffaele Feo rispettivamente nei ruoli di Selimo, Giovanni ed uno
schiavo sono risultati ben in ruolo. Il Coro del Teatro Municipale di Piacenza,
diretto da Corrado Casati è piaciuto anche per la passione che abitualmente
imprime all’interpretazione ed in quest’opera si è apprezzata l’efficace
imperiosità del coro maschile e la versatilità della parte femminile.
Una nota di particolare
rilievo la riservo a Simone Piazzola, che potente e timbrato ha disegnato Seid
con dettaglio interpretativo non comuni; giovane e deciso ha davvero
affascinato per carisma, vigore, tono, colore ed interpretazione.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
No hay comentarios:
Publicar un comentario