Così come è sempre
divertente rivivere le opere di repertorio che ben conosciamo e che ci danno
appunto la sicurezza del ’conosciuto’, a me diverte pure la scoperta del nuovo
o del poco conosciuto e da ‘non musicista’ assaporare sonorità più vicine a noi,
ambientate con scene e luci contemporanee. Il dittico assaporato al Regio di
Torino ha offerto anche questo.
Il segreto di Susanna
Intermezzo
in un atto
Libretto di Enrico Golisciani
Libretto di Enrico Golisciani
Musica di
Ermanno Wolf-Ferrari
Personaggi
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Interpreti
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La contessa Susanna soprano
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Anna Caterina Antonacci
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Il conte Gil, suo marito baritono
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Vittorio Prato
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Sante, servitore muto mimo
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Bruno Danjoux
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La Voix humaine |
Tragedia lirica in un atto
Testo di Jean Cocteau
Edizione in lingua originale francese
Musica di
Francis Poulenc
Personaggi
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Interpreti
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Una donna soprano
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Anna Caterina Antonacci
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Direttore d’orchestra
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Diego Matheuz
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Regia
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Ludovic Lagarde
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Scene
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Antoine Vasseur
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Costumi
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Fanny Brouste
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Video
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Lidwine Prolonge
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Luci
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Sébastien Michaud
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Assistente alla regia
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Céline Gaudier
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Orchestra
del Teatro Regio
Allestimento
Opéra Comique (Parigi) in coproduzione
con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg e Opéra Royal de Wallonie
con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg e Opéra Royal de Wallonie
Il segreto di Susanna, su libretto di Enrico Golisciani, Wof Ferrari lo
compose per gli allievi del Liceo Musicale di Venezia, ma debutta a Monaco
di Baviera nel 1909. La prima italiana la dirige Riccardo Dellera al
Teatro Costanzi di Roma nel 1911, Arturo Toscanini la propone poi al Dal Verme
di Milano nel 1918. Nel 1920 l’opera debutta al Teatro Regio di Torino,
con la diciassettenne Toti Dal Monte come protagonista ed a dirigere Héctor Panizza.
L’opera comique torna ora al Regio
di Torino con la brillante, movimentata ed accurata regia di Ludovic Lagarde.
L’intermezzo è musicalmente di rilievo fin dal la brillante sinfonia
iniziale, sovente eseguita
in programmi concertistici, ed addirittura incisa da direttori come Victor de Sabata
e Gianandrea Noseda. La struttura dell’opera è decisamente ispirata alla Serva
Padrona di Pergolesi:un baritono, un soprano ed un servo muto! Le citazioni
musicali sono evidenti: Mozart, Rossini, Verdi ed anche Debussy.
Dopo essersi affermato nel ruolo del
Conte Gil con enorme successo a Parigi,
Lussemburgo e Liegi, il baritono Vittorio
Prato propone il ruolo anche sul palcoscenico del Teatro Regio di Torino: espone qui un timbro ed una eleganza in scena (grazie
anche alla sua fisicità) davvero non
comuni, con un bel colore e tono potente e rilevante, vocalità pulita.
Sul podio Diego Matheuz si presenta a Torino quale giovane, attento e preciso
direttore che coinvolge buca e palco con maestria e tecnica. Ha un gesto molto
chiaro e punta alla qualità con attenzione e rigore.
Davvero simpatica la scenografia
contemporanea di Antoine Vasseur che
ospita tutta la vicenda in salotto; la scenografia girevole diverrà poi
l’appartamento della donna appesa al filo del telefono, arricchita dai video
che sottolineano la disperazione dell’abbandono, curati da Lidwine Prolonge; Le luci di grande effetto e davvero ben
utilizzate secondo il disegno di Sébastien
Michaud lasciano il bianco dominante
per per la disperazione della Voix Humaine, mentre si colora con variazioni
moderne per il divertente Segreto: il fumo di Susanna! I costumi di Fanny Brouste sono pertinenti ed
azzeccati: divertenti nel segreto ed eleganti poi in la Voix. Anna Caterina
Antonacci qui è divertente espansiva con timbricità ed interpretazione di
rilievo. Interessante anche il servo muto Bruno
Danioux. i della sua generazione.
Negli anni in cui Francis Poulenc compose l’opera su testi di Cocteau,
non esistevano i cellulari, tutti gli apparecchi elettronici da cui siamo
schiavizzati nei nostri giorni e quindi non esistevano neppure le molteplici
suonerie cui ci siamo assuefatti. Il telefono era un apparecchio fisso, esclusivamente
con il filo, la linea poteva cadere, c’erano le centraliniste. Il genio
di Jean Cocteau diede vita a una pièce teatrale che vedeva in
scena una donna sola, che al telefono cercava di intrattenere l’amante che
l’aveva abbandonata, raccontando bugie e professando continuamente il suo
amore.
La donna al telefono, sul
palcoscenico del Regio di Torino è la versatile Anna Caterina
Antonacci ; poliedrica vocalmente può attraversare diversi repertori dall’opera barocca fino a Britten ed ai giorni
nostri protagonista delle opere di Marco Tutino. Collabora da tempo con
Federico Ferri e l’Acccademia degli Astrusi.
In la Voix
Humaine traspare quanto la drammaturgia sia importante per l’Antonacci che
l’accompagna nelle recite e la coadiuva nell’espressione dei bei toni morbidi o
acuti fino allo squillare, che inevitabilmente la porta ad essere acclamata. L’interpretazione attoriale è fantastica, sapendo muoversi con naturalezza
assoluta tra una stanza e l’altra, dando davvero l’illusione che è sola..senza
pubblico, senza nessuno: ha creato una bolla temporale in cui il resto era
escluso. In questa bolla solo l’eccellenza della sua voce chiara, lineare ricca
di colori ed emozioni.
La Musica
vince sempre.
Renzo Bellardone
Foto Ramella&Giannese - Edoardo Piva
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