Teatro Regio di Parma – Martedì 21 gennaio 2014
PAGLIACCI
Dramma in un prologo e due atti su libretto di RUGGERO LEONCAVALLO
Musica di RUGGERO LEONCAVALLO
Musica di RUGGERO LEONCAVALLO
Personaggi
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Interpreti
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Nedda, nella commedia Colombina
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SERENA DAOLIO
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Canio, nella
commedia Pagliaccio
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RUBENS PELIZZARI
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Tonio, nella
commedia Taddeo lo scemo
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ELIA FABBIAN
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Peppe, nella
commedia Arlecchino
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DAVIDE GIUSTI
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Silvio, contadino
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MARCELLO ROSIELLO
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Un Contadino
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ALESSANDRO BIANCHINI
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Un altro Contadino
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DEMETRIO RABBITO
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GIANNI SCHICCHI
Opera in un atto su libretto di GIOVACCHINO FORZANO
Musica di GIACOMO PUCCINI
Opera in un atto su libretto di GIOVACCHINO FORZANO
Musica di GIACOMO PUCCINI
Personaggi
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Interpreti
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Gianni Schicchi, 50
anni
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ELIA FABBIAN
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Lauretta, sua figlia, 21 anni
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EKATERINA SADOVNIKOVA
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Zita, detta la vecchia, cugina
di Buoso, 60 anni
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SILVIA BELTRAMI
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Rinuccio, nipote di Zita, 24 anni
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DAVIDE GIUSTI
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Gherardo, nipote di Buoso, 40
anni
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MATTEO MEZZARO
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Nella, sua moglie, 34 anni
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ELEONORA CONTUCCI
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Gherardino, loro figlio, 7 anni
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LUCA FAROLDI, ERNEST STANCANELLI
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Betto di Signa,
cognato di Buoso, povero e malvestito, età indefinibile
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GIANLUCA MARGHERI
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Simone, cugino di Buoso, 70 anni
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MATTEO FERRARA
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Marco, suo figlio, 45 anni
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MARCELLO ROSIELLO
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La Ciesca, moglie
di Marco, 38 anni
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ROMINA BOSCOLO
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Maestro Spinelloccio,
medico
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STEFANO RINALDI MILIANI
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Ser Amantio di Nicolao,
notaro
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STEFANO RINALDI MILIANI
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Pinellino, calzolaio
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MATTEO MAZZOLI
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Guccio, tintore
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ROMANO DAL ZOVO
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Maestro concertatore e direttore
FRANCESCO IVAN CIAMPA
FRANCESCO IVAN CIAMPA
Regia
FEDERICO GRAZZINI
FEDERICO GRAZZINI
Scene
ANDREA BELLI
ANDREA BELLI
Costumi
VALERIA DONATA BETTELLA
VALERIA DONATA BETTELLA
Luci
PASQUALE MARI
PASQUALE MARI
Maestro del coro
MARTINO FAGGIANI
MARTINO FAGGIANI
Maestro del coro di voci bianche
GABRIELLA CORSARO
GABRIELLA CORSARO
ORCHESTRA REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA
CORO DI VOCI BIANCHE E GIOVANILI ARS CANTO GIUSEPPE VERDI
Senza effetti speciali, in una sorta di teatro di tradizione, riveduto e rivisitato con influenze cinematografiche, il regista Federico Grazzini ha realizzato un gradevole spettacolo che ha inaugurato la stagione 2014 del prestigioso Teatro Regio di Parma.
Non solo Verdi a Parma, si potrebbe dunque dire! Infatti è con
Pagliacci di Leoncavallo e Gianni Schicchi di Puccini che prende l’avvio “l’opera”
nel tempio musicale parmense.
Sbuffando tra i vapori, il treno arriva in una stazioncina di
provincia e dalle carrozze della terza classe scende ‘la compagnia’ che si
esibirà nel piccolo teatro locale: così inizia “Pagliacci”.
L’Ouverture segna già la freschezza della giovanile direzione di Francesco
Ivan Ciampa che non però rinuncia alla poesia ed alla struggente
passione che pervadono le pagine di ‘Pagliacci’; nel successivo ‘Gianni
Schicchi’ manterrà apprezzabile omogeneità facendo diventare il leit
motiv dell’opera, il verso musicale protagonista. L’orchestra è
la regionale dell’Emilia Romagna.
Via i trucchi e gli abiti da Pagliaccio, sgomberato il campo dalla
pista del circo, siamo appunto nel teatro di provincia e nel camerino di
questo, dove si consuma la vicenda, come in un film del realismo
italiano. Molti personaggi in scena grazie al Coro del Teatro Regio di Parma
diretto da Martino Faggiani e dal Coro di Voci Bianche e
Giovanili ‘Ars Canto Giuseppe Verdi’ altrettanto ben diretto da Gabriella
Corsaro.
Non nuova, ma qui realmente valida, l’idea della doppia
platea, quella vera e quella realizzata sul palco per gli spettatori /attori ed
entrambe vedranno la tragedia consumarsi in diretta.
Serena Daoglio al suo debutto al Regio di Parma, è
Nedda/Colombina che man mano procede nel ruolo diventa sempre più convincente
negli acuti, nelle colorazioni e nella globale interpretazione; Canio è
un superbo Rubens Pelizzari che si dà al pubblico con passione
ed impeto all’unisono con la voce che parimenti accattiva e trae diversi
consensi. Tonio è invece interpretato da Elia Fabbian(che
ritroveremo anche nella seconda opera): ha buona voce con bel colore brunito ed
avvolgente che ben si addice al ruolo perverso che la scrittura gli affida.
Peppe/Arlecchino è il sorridente Davide Giusti (anche
lui sarà presente poi in Schicchi) interpreta con con briosità giovanile
e vitalità, indispensabili a creare bene il personaggio cui dà pure chiara voce
dai bei toni e definiti colori. Marcello Rosiellointerpreta Silvio
che qui non è contadino, ma marinaio, con omogenea linea di canto
facilitata da voce ben timbrata che agilmente spazia sul rigo, e che manterrà
le stesse gradevolezze anche nel successivo Schicchi. Adeguati anche Alessandro
Bianchini eDemetrio Rabbito e decisamente
appropriato ed efficace l’intervento delle ballerine d’avanspettacolo.
In sostanza uno spettacolo attrattivo come pure, se non addirittura di
più per l’insita comicità nel “Gianni Schicchi” che segue.
Una camera tutto fare: a sinistra il letto con Buoso Donati appena
spirato, al centro lo studio con libreria e scrivania e a destra il salotto un
po’ consunto di quel velluto giallo che ha impreziosito tutte le case “per
bene” dal dopo guerra in poi, e per qualche decennio.
Un plauso alla regia per il gran movimento che pervade tutta l’opera e
non solo alla ricerca del famoso testamento! Gli interpreti: bravi e ben
attagliati ai personaggi!
Ritroviamo Elia Fabbian che mantiene le
stesse caratteristiche vocali ben adattate all’ironia del ruolo. La
figlia Lauretta è impersonata da Ekaterina Sadovnikova,aggraziata e
luminosa nell’aria clou “Oh mio babbino o caro..”; l’amor suo Rinuccio prende
voce e volto di Davide Giusti che ancor più frizzante che in
Pagliacci, salta sulla scrivania, corre sul palco senza intaccare il suono
chiaro e limpido della voce.Matteo Mezzaro, Eleonora Contucci, Ernest
Stancanelli (gradevolissima la sua voce bianca) Gianluca
Margheri, Matteo Ferrara, Marcello Rosiello, Romina Boscolo, e Stefano Rinaldi
Miliani, sono stati tutti ottimi interpreti dando prova d’attore
(indispensabile nella comicità) e prova di canto senza incrinature o cali. I
personaggi nello Schicchi sono davvero molti ed il numero impone una scelta di
sintesi nel commento, ma un apprezzamento particolare va a Silvia
Beltramiper la sua formidabile Zita: parrucca grigia e occhiali d’altri
tempi, è irascibile, intrigante e dominatrice della famiglia Donati e della scena;
la voce naturalmente armoniosa esce con accenti timbrati a caratterizzare con i
colori e le modulazioni.
Azzeccati i costumi firmati daValeria Donati Bettella e
funzionali le scene disegnate daAndrea Belli, come efficaci le luci
di Pasquale Mari.
Ben lieto di aver assistito alla produzione, posso al solito
concludere con:
La Musica vince sempre.
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