Teatro Regio di Torino 11 gennaio 2014
IL FLAUTO MAGICO
- Die Zauberflöte
Singspiel
in due atti di Emanuel Schikaneder
Musica di Wolfgang
Amadeus Mozart
Sarastro,
In-Sung Sim
Astrifiammante, Regina della Notte Christina
Poulitsi
Tamino, Tony Bardon
Pamina,
Ekaterina Bakanova
Papageno, Thomas Tatzl
Una vecchia (Papagena) soprano Laura Catrani
Prima dama
Talia Or
Seconda dama
Alessia Nadin
Terza dama
Eva Vogel
Monostato,
Alexander Kaimbacher
Oratore degli Iniziati e Una voce baritono
Ryan Milstead
Primo fanciullo, Martina Pelusi
Secondo fanciullo, Emma Bruno
Terzo fanciullo Luca Coretti
Primo sacerdote e Secondo armigero Klaus Kuttler
Secondo sacerdote e Primo armigero Dario Prola
Direttore d’orchestra Christian Arming
Regia Roberto Andò
Scene e luci Giovanni Carluccio
Costumi Nanà Cecchi
Assistente alla regia Emmanuelle Bastet
Direttore dell’allestimento Saverio
Santoliquido
Maestro del coro Claudio Fenoglio Orchestra e
Coro del Teatro Regio
Allestimento
Teatro Regio [Produzione originale: Teatro Massimo di Palermo]
Il delicato equilibrio tra il bene e il male nell’opera
magica di Mozart
La grandiosità della
realizzazione di Roberto Andò –regia-
sta nella lineare semplicità narrativa che esalta il magico ed il fiabesco ; la
messinscena è scevra da clamorosi cambi (molto pulite e gradevoli le scene di Giovanni Carluccio che disegna anche le
luci e con le quali gioca in un alternarsi di sfumature e vividezze fiabesche);
evitati anche repentini cambi di costumi firmati da Nanà Cecchi pienamente in linea con lo spirito dell’intera messa in
scena.
La linearità e le idee
azzeccate di azione scenica, hanno permesso di vivere la narrazione musicale
con rilassata e coinvolta partecipazione.
Sul
podio il giovane Christian Arming si avvale della sola gestualità delle mani,
senza la bacchetta, e sa trarre
atmosfere magiche con suggestive luminosità e reconditi sussurri con una
direzione fedele, attenta e partecipata.
Toni Bardon, nonostante l’annuncio di una indisposizione, riesce a
mantenere gradevolezza durante tutta l’opera realizzando però un Tamino non
decisamente battagliero.
Ekaterina Bakanova regala brillantezza scintillante e toni accorati in una
Pamina risoluta e caratteriale.
Sarastro
ha il volto e la voce superba, di un bel tono profondo e colore brunito che
scorre sui velluti di In-Sung Sim.
La
regina della Notte è interpretata da Christina
Poulitsi che si lancia in colorature definite ed eleganti con interessante
presenza scenica avvalorata dalla regia e dalle luci, come all’inizio quando
appare sospesa nel vuoto in un cerchio colorato atemporale. All’inizio
dell’opera il cerchio è sovente simbolo e presenza che inquadra e definisce con
la propria geometrica perfezione. Nel corso della rappresentazione i simboli dell’antico
Egitto avvaloreranno poi l’ambientazione.
Le
tre dame: prima dama Talia Or, seconda dama
Alessia Nadin e terza
dama Eva Vogel, con costumi accattivanti ed attrattivi e molto
coordinate, rendono dei bei momenti di ascolto e sia il soprano che i mezzosoprani ottengono
meritati apprezzamenti.
Delicata
ed aggraziata l’idea dei tre giovanetti che –voci bianche- guidano ed
indicano il cammino seduti su una
argentea barca sospesa….
Il
moro Monostato è un vivace ed imperioso Alexander Kaimbacher, molto
interessante nella scena della tentata seduzione.
Papagena
è la frizzante e ginnica Laura Catrani
che accalappia letteralmente il pubblico con le agilità fisiche e le agilità vocali offrendo un bel tono
vibrante, mantenendo altrettanta efficacia
nei parlati.
Il
giovane ed atletico Thomas Tatzl interpreta Papageno con assoluta convinzione e quindi
convince; perfettamente calato nella parte, salta, balla, corre ed esterna una
voce dai colori accattivanti e seducenti. Sa essere un ottimo attore: la regia
gli chiede di sedersi al bordo della buca d’orchestra, di correre tra il
pubblico da solo o insieme all’intera compagnia. Simpatica la sua scena tra il
pubblico con il fiasco di vino…(una spettatrice finge di bere dal
bottiglione..) ed esilaranti le entrate ed uscite del cast intero in platea o
dei duetti tra platea e palco.
Vividi
i colori, briosa la musica, la fanno da protagonisti le forze del bene e del
male, rappresentate da alternanze vocali, da una direzione orchestrale
decisamente consona e piacevole oltre ad una sorta di vitalità siciliana che
trapela dalla regia furoreggiante.
Renzo
Bellardone.
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