“Impegno d’onore”. “Pronto a dare la vita per l’Italia”. “Chi nega
le radici giudaico-cristiane dell’Europa è un traditore“. Le parole d’ordine
che piacciono al pubblico accorso in piazza Duomo per ascoltarlo ci sono tutte.
E anche qualcuna in più: se alle elezioni europee “date alla Lega il primo
posto in Italia e in Europa non mollerò finché ciascuno in Italia non pagherà
il 15% di tasse“, e “la politica sui migranti la portiamo in tutta Europa e non
entra più nessuno”, ha promesso Matteo Salvini che con il suo discorso ha
chiuso il raduno dei sovranisti europei a Milano.
“Qua non c’è l’ultradestra, ma la politica del buonsenso – ha
esordito il segretario della Lega – Gli estremisti sono quelli che hanno
governato l’Europa per venti anni”. “Noi amiamo la Madonnina che ci guarda
dall’alto. Qui non ci sono estremisti, razzisti, fascisti. La differenza è tra
chi guarda avanti, tra chi parla di futuro e di lavoro e chi fa i processi al
passato: hanno paura del passato perché non hanno un’idea di futuro”, ha
proseguito il ministro dell’Interno sul palco alla presenza di tutti i ministri
della Lega, del sottosegretario Giancarlo Giorgetti e dei quattro governatori
leghisti: Fontana, Zaia, Fedriga e Fugatti.
Il copione si iscrive nel solco della tradizione sovranista: le
“elite contro i popoli“, i banchieri contro i risparmiatori”, i migranti. “Lo
dico anche a Papa Francesco, che oggi ha detto ‘bisogna ridurre i morti nel
Mediterraneo’ – ha detto il leader leghista rivolgendosi al pontefice – il
governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con orgoglio e spirito
cristiano“. Parole in seguito alle quali dalla piazza è partita una selva di
fischi all’indirizzo di Jorge Mario Bergoglio. “Sea Watch – ha proseguito
Salvini, in riferimento alla nave della ong con a bordo 47 migranti arrivata a
un miglio da Lampedusa – sta disubbidendo a indicazioni Capitaneria e Finanza,
abbiamo fatto scendere neonati e malati, mai dirò voltatevi dall’altra parte,
la vita è sacra. Ma quella nave finché sono ministro dell’Interno in un porto
italiano non entra”. Anzi: “Se fate di noi il primo partito in Europa la
politica sui migranti la portiamo in tutta Europa e non entra più nessuno“.
Il pubblico è caldo, e allora via all’altra promessa della
giornata: “Al referendum del 26 maggio non prendo venti impegni, ne prendo uno:
cambiare l’Europa da cima a fondo ma se date alla Lega il primo posto in Italia
e in Europa non mollerò finché ciascuno in Italia non pagherà il 15% di tasse.
Non una lira di più. Non solo non una tassa di più ma dateci forza e il
coraggio per abbassarle”.
Un’altra promessa ardita arriva sulla mafia a pochi giorni dal 27°
anniversario della strage di Capaci: “Falcone l’ha combattuta con i fatti,
lasciandoci la vita. Onore a tutte le vittime dell’antimafia nel mondo.
Cancellerò i mafiosi dalla faccia della terra“, ha affermato il ministro
dell’Interno. Che poi, rosario alla mano, lo ha sgranato mettendo nelle mani
dei santi il futuro del Paese: “Ci affidiamo alle donne e agli uomini di buona
volontà, ai sei Patroni d’Europa, Benedetto da Norcia, Brigida di Svezia,
Caterina da Siena, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta della Croce: affidiamo a
loro il nostro destino, il nostro futuro e i nostri popoli. E io personalmente
affido la mia e la vostra vita al cuore immacolato di Maria che sono sicuro che
ci porterà alla vittoria”.
Il pubblico pare sensibile all’argomento, così il “capitano” chiama
più volte in causa i predecessori di papa Bergoglio. “San Giovanni Paolo II,
nato proprio il 18 maggio e che parlava di vocazione dell’Europa alla
fraternità dei popoli dall’Atlantico agli Urali – ha detto il leader della Lega
– non della Turchia in Europa perché non sarà mai Europa. Parlava di orgoglio,
di vecchia Europa, invitandola a riscoprire se stessa”. Quindi un cenno
all’Europa “di cui parlava Benedetto XVI e di cui qualcuno negava le radici giudaico
cristiane. Chi nega le sue radici è un traditore, altrimenti rischieremmo di
spalancare l’Europa alla ‘Eurabia’ di cui parlava Oriana Fallaci, una delle
madri fondatrici di questa Europa”, ha concluso Salvini riecheggiando il
concetto di “sostituzione etnica” caro ai sovranisti e all’estrema destra che
lui stesso ha cavalcato per anni.
La manifestazione “Prima l’Italia. Il buonsenso in Europa” era
iniziata con il corteo delle 15 da porta Venezia, mentre gli interventi dal
palco sono partiti intorno alle 16. Sul palco gli interventi dei rappresentanti
delle delegazioni europee presenti, da Marine Le Pen a Geert Wilders. Non c’era
invece Harald Vilimsky, spitzenkandidat alla Commissione Europea dell’Fpoe, il
partito dell’ultradestra al governo in Austria con i conservatori di Sebastian
Kurz. La decisione è arrivata dopo lo scandalo che ha travolto il
vicecancelliere Heinz-Christian Strache, che oggi ha rassegnato le dimissioni.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/18/milano-salvini-e-i-sovranisti-in-piazza-sul-palco-anche-marine-le-pen-e-geert-wilders-la-diretta/5189425/
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