Quattordici sale in tutto, 1100 metri quadrati di opere
straordinarie: il direttore Eike Schmidt racconta i grandi cambiamenti di uno
dei musei più importanti al mondo
di Marco Gasperetti
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt con la Venere di Urbino di
Tiziano Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt con la Venere di Urbino di
Tiziano shadow
Sembra davvero d’essere in un altro museo. Che come un’improbabile
matrioska si apre a sorpresa nel cuore degli Uffizi. Quattordici sale in tutto,
al primo piano (ala di ponente), 1100 metri quadrati di straordinaria bellezza
per gusto architettonico e allestimenti. Custodiscono 105 dipinti del ‘500
firmati da Tintoretto, Tiziano, Giorgione, Bronzino, Vasari, Pontormo solo per
fare qualche nome. E non mancano sublimi sorprese, come il ritorno nella
Galleria della monumentale “Madonna del Popolo” di Federico Barocci «occultata»
per una decina di anni ai visitatori. Così come trionfa, dopo una lunga
assenza, la “Caduta degli Angeli ribelli” di Andrea Commodi, opera con la quale
il pittore fiorentino tentò di rivaleggiare con il Michelangelo della Cappella
Sistina.
I pittori veneti e
quelli della controriforma valorizzati al massimo
Visitare il nuovo percorso espositivo è un po’ come perdersi nel
tempo, nello spazio e soprattutto nella Bellezza. Si fanno incontri e sono così
intensi da offuscare la mente. Come quando la “Venere di Urbino” di Tiziano,
una giovane sposa, si svela nel suo splendore carnale accanto ai simboli
nuziali mentre le attende d’essere vestita dalle ancelle. E ancora si resta
stupiti dalla modernità della “Madonna del Popolo”, un olio su tavola del 1579
di Federico Barocci, con la Vergine che intercede davanti a Dio a favore del
popolo, volti di gente comune che quasi commuovono per intensità di emozioni e
l’espressività di una scena che pare anticipare i tempi. Non siamo soli ad
essere affascinati. Anche Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi, sembra non
stancarsi mai di ammirare le opere e passare da una nuova sala all’altra. «È’
diventato realtà un progetto straordinario per portata e qualità delle opere –
spiega – che siamo riusciti a far diventare realtà grazie al team delle
Gallerie degli Uffizi, che ha lavorato con passione e grande competenza.
Finalmente possiamo mostrare nel modo migliore due settori delle nostre
collezioni, quello della pittura della Controriforma e quella della pittura
veneta, che sono anche tra i più importanti al mondo. E tra qualche mese tutta
l’ala del Cinquecento sarà riallestita. Tutto questo è stato possibile anche
grazie a una generosa donazione dei Friends of the Uffizi Galleries, presieduti
da Maria Vittoria Rimbotti Colonna».
Capolavori tornati
alla luce
Capolavori, opere tornate alla luce. Ma la nuova esposizione è
anche un trionfo delle sale e delle loro pareti. Gli esperti hanno utilizzato i
metodi antichi dei mastri del Rinascimento e hanno scelto i colori giusti per
ogni sala. «Il verde per la pittura veneta – continua Schmidt - ripreso dai
tendaggi e dai rivestimenti dei muri che si notano in tanti dipinti del
Rinascimento veneziano. Il grigio scuro, che richiama la pietra serena
dell’architettura degli Uffizi, ma con un timbro più caldo e vellutato, per la
scuola toscana». Si cammina tra la “Venere di Urbino” e la “Flora” di Tiziano,
si accarezzano con lo sguardo le meraviglie del Tintoretto, del Veronese, di
Lorenzo Lotto. E si resta persino incantati da una finestra, appena aperta, che
emana un panorama unico: quello dell’Arno e delle colline a sud di Firenze.
Allestimenti
innovativi
«Le pareti della monumentale sala del Pilastro sono state lasciate
chiare, così che l’ambiente richiami una chiesa a pianta centrale – spiega il
curatore del patrimonio architettonico delle Gallerie degli Uffizi, Antonio
Godoli -. Nella sala sono esposte le grandi pale d’altare del periodo della
Controriforma. Due sono i temi fondamentali che hanno guidato il nuovo
allestimento: la ricerca di continuità nello stile delle sale vasariane,
mediante lo studio di traguardi e anche di punti focali e prospettici nel
posizionamento dei quadri; e la costruzione di superfici espositive a supporto
delle opere, superfici che hanno la funzione di definire il nuovo spazio
museale separandolo dallo spazio architettonici». Le sorprese continuano e non
tutte possono essere svelate dalle parole. Gli Uffizi negli Uffizi è lì che vi
aspetta visitabile già da oggi.
https://www.corriere.it/cronache/19_maggio_29/uffizi-nuovi-dipinti-sale-ripensate-un-esplosione-bellezza-senza-pari-6269f6aa-81f3-11e9-85de-e7ad434bc7c9.shtml?refresh_ce-cp
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