jueves, 7 de junio de 2018

HANIF KUREISHI: "BENVENUTI AL GRADO ZERO DEL SESSO"


Nel suo nuovo romanzo l'autore riflette sul desiderio e sull'impossibilità di realizzarlo

di ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA "Una notte, proprio adesso che sono vecchio, malato, totalmente a secco di sperma e abbastanza pieno di problemi, li risento, quei rumori: non c'è dubbio, nella camera accanto alla mia stanno facendo l'amore". È l'inizio folgorante di "Uno zero", il nuovo romanzo di Hanif Kureishi, pubblicato in questi giorni in contemporanea in Inghilterra, in Italia (da Bompiani, casa editrice dell'autore di Il budda delle periferie e My beatiful laundrette) e in mezzo mondo. Il sesso è sempre apparso, anche spregiudicatamente, nei libri del 62enne scrittore anglo-pakistano. Mai tanto e mai così spregiudicato, tuttavia, come in questo caso, seppure affrontato con la tradizionale ironia. Come definirlo? Un romanzo erotico, comico o tragicomico? "Un thriller erotico all'humour nero", risponde divertito Kureishi nella sua casa di Londra. "Più amaro che nero, in effetti", precisa.
Come è nata questa storia?
"Se fai lo scrittore e sei fortunato, ogni tanto qualcosa viene a parlarti dentro la testa. In questo caso mi ha visitato una voce: quella di un regista anziano e in sedia a rotelle, che pensa al sesso ma ormai non può più farlo. Un personaggio che è una versione di me stesso con una ventina d'anni in più e quando sono di un umore particolare".


Anche lei, come il protagonista del libro, ha una relazione con una donna più giovane e ha fatto cinema: c'è qualcosa di autobiografico?
"Non direttamente. O almeno non volutamente. Tutto quello che uno scrive, in certa misura, è autobiografico. Ma la fantasia permette di trasportare se stessi altrove. Prima di mettermi a scriverlo, ho guardato per un certo tempo dei noir anni '40 in bianco e nero, genere che amo molto. Ecco, volevo scrivere un giallo di questo tipo, un B-movie, come si dice nel gergo di Hollywood, un classico film di serie B su un triangolo amoroso, il vecchio marito, la moglie più giovane e l'amante di lei che trama per portarsi via tutto: la donna, i soldi e la fama dell'altro".

È soprattutto un romanzo sul sesso?
"Sul desiderio e l'impossibilità di realizzarlo. Il sesso si svolge quasi esclusivamente nella mente del protagonista: lui non lo fa più e quello fatto dagli altri si limita a origliarlo attraverso le pareti di casa".

Però ci pensa di continuo.
"È un uomo libidinoso. Ma la libidine, per un artista, è un elemento della creatività. Eros è il suo dio, una divinità che per lui sprigiona esuberanza e gioia di vivere. L'erotismo fa parte della sua vita. È la vita stessa".

Trova che sia difficile scrivere di sesso?
"È difficile scrivere anche di un temporale".

Ma esiste un premio per il romanzo peggio scritto sul sesso, a sottolineare quanto sia difficile scriverne.
"Il problema è che un tempo il sesso non era da nessuna parte. Nella maggior parte della letteratura classica veniva alluso, evocato, mai espresso. Dov'è il sesso in Dickens? Quand'ero ragazzo dovevo leggere Lawrence, L'amante di lady Chatterley, per eccitarmi. Viceversa, oggi è dappertutto. Basta andare sul web e si trova sesso in tutte le salse. È esplicito nei libri, nel marketing, nelle vetrine, ne siamo bombardati".

Il suo libro potrebbe essere l'epilogo di "Lamento di Portnoy": Roth raccontava il desiderio sessuale di un ragazzo, lei di un ottantenne.
"Quello di Roth è un romanzo meraviglioso, che dimostra come sia possibile affrontare anche questo argomento con umorismo. Il mio, pur in tutt'altro scenario, cerca di seguire la stessa strada".

Quali altri romanzi sul sesso l'hanno ispirata?
"Naturalmente Tropico del cancro e in pratica tutto Henry Miller, perché scriveva di sesso con sincerità, come è davvero".

E di "50 sfumature di grigio" cosa pensa?
"Non l'ho letto. Ho visto parte del film che ne è stato tratto. Mi è parso un modo banale e ripetitivo di descrivere il sesso. Più che una celebrazione del sesso, è una celebrazione dei soldi. Per me, invece, in queste pagine il sesso deve essere musica, danza, molto più di uno scambio genitale".

L'oggetto del desiderio, nel suo libro, è una donna di circa sessant'anni. Perché questa scelta?
"Perché i tempi sono cambiati. Quando ero giovane, un quarantenne, uomo o donna, appariva già vecchio. L'idea che una donna di sessant'anni potesse avere e suscitare desideri sessuali appariva impensabile, per non dire repulsiva. Ai giorni nostri, al contrario, il sesso non ha più confini di età, né per gli uomini, né per le donne. Sarà grazie al Viagra o perché la nostra generazione crede di poter rimanere giovane per sempre, ma ci comportiamo come se il sesso potesse accompagnarci sino alla fine dell'esistenza". La recensione del "Guardian" ha individuato nel titolo inglese, " The nothing", una citazione di Shakespare: il nulla sarebbe l'organo sessuale femminile?"

Quale citazione di Shakespeare?
"Quando Amleto chiede di adagiarsi sulle ginocchia di Ofelia, poi le domanda se pensa che la richiesta sia "cosa villana ", lei risponde "non penso nulla" e lui replica: "È un bel pensiero quello di adagiarsi fra le gambe delle fanciulle". "Alla prossima intervista dirò che il mio titolo allude proprio a quello. Ma non è così. Il nulla è il sesso che Waldo non può più fare, ma anche quel che pensa dell'amante di sua moglie: un buono a niente. E poi il nulla rappresenta anche l'opposto del sesso: la morte".

Il titolo italiano, "Uno zero", cosa significa?
"È stato scelto dal bravissimo traduttore, Davide Tortorella, e dalla mia compagna Isabella. Può indicare lo stesso concetto dell'inglese: essere uno zero, non valere niente. Oppure fare zero sesso. O anche un risultato calcistico: uno a zero per me. Ma per capire chi ha vinto la partita, bisogna arrivare all'ultima pagina". Ecco, per concludere senza rivelare chi vince: l'uomo in sedia a rotelle che guarda fuori dalla finestra è un voyeur? Discende da "La finestra sul cortile" di Hitchcock? "Sono un grande fan di Hitchcock e, scrivendo, avevo in testa il suo formidabile film con James Stewart. Con la differenza che il mio Waldo guarda fuori dalla finestra, ma il crimine avviene alle sue spalle, dentro casa. E l'allusione al voyeurismo è riferita a me più che al protagonista della storia: anch'io passo le giornate a guardare fuori dalla finestra. Gli altri escono, vanno a scuola o al lavoro, mentre lo scrittore resta al davanzale, a osservare la realtà che gli scorre davanti, a spiarla, alla ricerca di una storia da raccontare".

http://www.repubblica.it/cultura/2017/05/09/news/hanif_kureishi_benvenuti_al_grado_zero_del_sesso_-165018808/

No hay comentarios:

Publicar un comentario