– 30 ottobre 2016
L’opera
intrapresa dalla Fondazione Donizetti e dal suo direttore Artistico Francesco
Micheli è quanto meno meritoria! I soggetti responsabili non lasciano cadere
nel totale oblio le composizioni di uno dei GRANDI dell’OPERA, del teatro
musicale italiano, vanto in tutto il mondo ed emblema nobile della nostra
nazione. In un tempo dove l’apparenza
(sovente vuota di alcun contenuto) ed un selfie con ‘chissà chi’ conta più
della sostanza, ineluttabile base per il futuro dell’umanità, UNA FONDAZIONE ed un DIRETTORE ARTISTICO
pensano alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale…che dire! Nulla, semmai silenziosi inchiniamoci !
OLIVO E PASQUALE –
Teatro SOCIALE di Bergamo
(versione di Napoli,
1827)
Melodramma giocoso di
Jacopo Ferretti
Musica di Gaetano Donizetti
Musica di Gaetano Donizetti
Revisione sui
materiali coevi a cura di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione
Donizetti
Olivo - Bruno
Taddia
Pasquale - Filippo Morace
Isabella- Laura Giordano
Camillo - Pietro Adaini
Le Bross - Matteo Macchioni
Columella - Edoardo Milletti
Matilde - Silvia Beltrami
Diego - Giovanni Romeo
Pasquale - Filippo Morace
Isabella- Laura Giordano
Camillo - Pietro Adaini
Le Bross - Matteo Macchioni
Columella - Edoardo Milletti
Matilde - Silvia Beltrami
Diego - Giovanni Romeo
Direttore Federico
Maria Sardelli
Regia operAlchemica (Ugo Giacomazzi, Luigi Di Gangi)
Scene e costumi Sara Sarzi Sartori, Daniela Bertuzzi e Arianna Delgado
Light designer Luigi Biondi
Assistente alla regia Simona Stranci
Assistente ai costumi Michela Andreis
Regia operAlchemica (Ugo Giacomazzi, Luigi Di Gangi)
Scene e costumi Sara Sarzi Sartori, Daniela Bertuzzi e Arianna Delgado
Light designer Luigi Biondi
Assistente alla regia Simona Stranci
Assistente ai costumi Michela Andreis
Coro Donizetti Opera
Maestro del coro Fabio Tartari
Maestro del coro Fabio Tartari
Orchestra
dell’Accademia Teatro alla Scala
Progetto realizzato
con
Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia
Associazione Formazione Professionale Patronato San Vincenzo di Bergamo
Istituto di Istruzione superiore “Caterina Caniana” di Bergamo
Liceo Artistico Statale “Giacomo e Pio Manzù” di Bergamo
Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia
Associazione Formazione Professionale Patronato San Vincenzo di Bergamo
Istituto di Istruzione superiore “Caterina Caniana” di Bergamo
Liceo Artistico Statale “Giacomo e Pio Manzù” di Bergamo
Nuova produzione e
allestimento della Fondazione Donizetti
Una
trama variopinta all’interno di una scenografia multicolore, con caleidoscopiche
lucentezze musicali per un divertente melodramma giocoso.
Il 7
gennaio 1827 al Teatro Valle di Roma avviene la prima rappresentazione assoluta
di Olivo e Pasquale di Gaetano Donizetti che ancor risente di influenze
rossiniane…e a dire il vero, da dopo la riscrittura e la rappresentazione nel
settembre dello stesso anno, al Teatro
Nuovo di Napoli, non so quanto sia mai
stata ancora rappresentata.
La
Fondazione Donizetti di Bergamo con un’opera di lungimirante salvaguardia, la
ripropone ora in una veste contemporanea che nulla toglie all’originale, ma che
anzi la rende fruibile ad un pubblico poco avvezzo al teatro musicale e magari
anche poco educato ( o tempora ..o mores..) alla bellezza che va salvaguardata in
ogni ambito temporale.
Alla
sinfonia il sipario prende ritmicamente a muoversi con un ritmar di stoffe, a creare
onde scenografiche ed entusiastica aspettativa, che non andrà delusa.
Con
gesto chiaro e ben leggibile il direttore Federico
Maria Sardelli da indicazioni precise (intendibili anche dagli appassionati
seppur non musicisti), inizia e permane su una direzione vivace ed allegra,
consona al testo, alla partitura e probabilmente anche alle intenzioni ! Un
cenno ai bravi musicisti dell’Accademia della Scala.
L’accogliente
salotto che è il teatro Sociale offre la sua buona acustica ad un cast giovane
e ‘giocoso’
Silvia Beltrami entra per prima in scena, che non
lascia certamente sgombra seppur unica presenza, ma che anzi riempie con interpretazione brillante e con voce piena dai
colori e toni definiti e timbricamente rilevanti (memorabile la sua
interpretazione –direi di riferimento- del ruolo di Zita nel ‘Gianni Schicchi’
di Parma e poi di Torino…). Camillo è interpretato dal tenore Pietro
Adaini che fa di tutto per ben seguire
l’incalzante ritmo che la partitura impone con improvvisi quanto impervi acuti; l’assolo
del secondo atto lo affronta con agilità, forza e bel timbro. Olivo, di rosso
vestito e con i baffi a manubrio (come si diceva nel tempo che fu) è
interpretato da un accattivante Bruno
Taddia (sentito ed apprezzato anni fa al Rof pesarese); il ruolo non è
certamente facile sotto alcun punto di vista, ma Taddia riesce a renderlo
simpatico, grazie all’interpretazione, magari caricaturale, ma puntuale e sicuramente studiata; insomma
ben esprime il burbero ed intemperante
Olivo, cui si affianca il pacioso fratello Pasquale. Qui entra in gioco la
napoletanità della composizione, infatti
il ruolo di Pasquale, qui interpretato
da un buon Filippo Morace, prevede si a il canto che i recitativi ed i
‘parlati’ in dialetto napoletano che vivacizza la figura di Pasquale senza
virarla al grottesco; sicuramente accattivante e convincente sia per la
vocalità pertinente alla partitura che per la compenetrazione nella parte.
Matteo Macchioni arriva, nel ruolo di Le Bross, in
cima alla poppa di una nave, teatralmente trainata dai componenti il coro
maschile , ovviamente abbigliati da marinai; Macchioni riesce simpatico e
convincente sia per la parte attoriale (che seppur giovane affronta con piglio)
che per la vocalità elegante e misurata. (lo ricordo nel ruolo del Conte
d’Almaviva in una produzione semiscenica allo Stresa Festival 2012)
Al girotondo allegro di Olivo e Pasquale rientra
in scena la partecipazione attiva del bravissimo Coro
Donizetti Opera, diretto da Fabio
Tartari e si continua a srotolare la vicenda. Il personaggio di Columella
trova in Edoardo Milletti un
interprete vivace e gioioso che non teme movenze e mossette clownesche per
rallegrare ancor più, senza per questo trascurare il canto che invece offre in
modo garbato seppur caricaturale. Giovanni
Romeo interpreta Diego ed al pari degli altri interpreti è ricco di
inventiva teatrale e non si risparmia vocalmente. Abbiamo iniziato con il
parlar di un personaggio femminile e si conclude parlando dell’altra donna sul
palcoscenico, ovvero la brava Laura
Giordano nei panni di Isabella che affronta con piglio sicuro ed
intonazione buona quanto lo sono il timbro e la tonalità che ricavano argentei
suoni in particolare negli acuti e nelle agilità.
L’allestimento
è di tipo ‘moderno, ma non troppo’ riuscendo a rinunciare a costumi d’epoca ed orpelli vari, ma mantenendo un vago sapor
di favola ancorchè di teatrino di piazza con tanti colori, tanti trafori, tante
evocazioni. La regia di Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi è
davvero brillante e frizzante e ben interseca con la musica e la vicenda.
Ed
alla fine che dire?
La
musica vince sempre !
Renzo Bellardone
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