lunes, 28 de noviembre de 2016

SANSONE E DALILA – TEATRO REGIO DI TORINO



26 novembre 2016

[Samson et Dalila]
Opera in tre atti e quattro quadri

Libretto di Ferdinand Lemaire
Musica di Camille Saint-Saëns
Edizione in lingua originale francese con sopratitoli in italiano
 
Dalila                                    Daniela Barcellona
Samson                                            Gregory Kunde
Sommo sacerdote Dagon              Claudio Sgura
Abimélech                            Andrea Comelli
Un vecchio ebreo                            Sulghan Jaiani
Un messaggero filisteo                  Roberto Guenno
Primo  filisteo                                 Cullen Gandy
Secondo filisteo                              Lorenzo Battagion

Direttore d’orchestra                    Pinchas Steinberg
Regia, scene, costumi                    Hugo de Ana
Coreografia                          Leda Lojodice
Video                                                Sergio Metalli
Luci                                       Vinicio Cheli
Assistente alla regia Patrizia Frini, alle scene Manuela Gasperoni, ai costumi Elena Cicorella
Maestro del Coro            Claudio                        
Fenoglio       
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Nuovo allestimento
in coproduzione con il China National Centre for the Performing Arts


Camille Saint-Saëns dichiarò “senza Liszt, Samson non esisterebbe” e se lo dichiarò l’autore stesso c’è da crederci, ma influenze lisztiane o no, ‘Samson et Dalila’ resta una imponente composizione che certamente incanta chi conosceva Saint-Saëns solo per il caleidoscopico ‘Carnaval des animaux’,  per i sei preludi e fughe per organo piuttosto che per i crescendo della  Danse macabre.  Nella realizzazione vista il 26 novembre al Regio di Torino bisogna essere altezzosamente supponenti per individuare punti di debolezza, infatti l’insieme è ai massimi livelli: risulta addirittura arduo dare delle priorità nel raccontarla, tanto da voler seguire la scaletta proposta dalla locandina.
Dalila: Daniela Barcellona ai vertici timbrici e comunicativi risulta suadente e poetica nel canto d’amore e spregiudicata nella condanna; la sua presenza in scena è sempre una garanzia con l’unico neo che –tristemente per il pubblico – le sue apparizioni sui palchi italiani sono davvero poche (ricordo però la splendida interpretazione ne ‘I troiani’ alla Scala). Nella splendida dimora ricca di cristalli rilucenti, Dalila/Barcellona si muove da regina, affascinando  per il bel colore e la gradevolezza vocale.
Sansone è interpretato dall’inossidabile Gregory Kunde (protagonista anche lui nei ‘Troiani’ alla Scala). Le sue prestazioni vocali sono ormai mito e  riferimento. Voce sempre ferma in una linea di canto inalterata: il tono drammatico viene esaltato dalle profonde colorazioni brunite che sfiorano il baritonale.
Claudio Sgura, profondo baritono, interpreta Dagon con voce magnificamente  possente e timbricamente rilevante; Sgura, completamente nel ruolo, riesce a trasmettere veramente molto all’ascolto.
Notevoli  Andrea Comelli, Sulkhan Jaiani, Roberto Guenno, Cullen Gandy e Lorenzo Battagion, nei rispettivi ruoli.
Pinchas Steiberg in questa armoniosissima quanto autorevole  direzione, diventa estrattore di note belle e colorate. In piena sintonia con i professori in buca trae momenti di intensa seppur soffusa poesia, quanto di sanguigno furore. Sempre ai massimi livelli il coro che fin dalla prima scena diventa protagonista: il coro è diretto da Claudio Fenoglio
La globale messa in scena viene firmata da un ispirato Hugo de Ana che utilizza le masse non per riempire il palcoscenico, come talvolta si avverte, ma per creare situazioni di forte impatto come nella scena finale della distruzione. I colori, essenza della scenografia, sono un ‘piazzato’ grigio metallico e rilucente, contaminato con prepotente sagacia di blu, azzurro e colori moderni quali il lilla stemperato di violet. Le luci sapienti di Vinicio Cheli fanno brillare lance e spade oltre che vibranti rilucenti cristalli. Una nota di forte marcatura va sia alle contemporanee proiezioni Video di Sergio Metalli che mantengono costante il movimento scenico, quanto alle coreografie di Leda Lojodice che non teme i nudi in scena, ma che li utilizza artisticamente e con grande eleganza.
La Musica vince sempre.

Renzo Bellardone




Nota fuor di scena: abitualmente ed ancor più quando ho rapporti di conoscenza (in questo caso di sincera amicizia e  stima reciproca) a fine rappresentazione scendo nei camerini per un saluto agli artisti; in questo caso mi è stato impossibile in quanto era talmente lunga  la coda in attesa, che il teatro ha deciso di revocarne la possibilità, indirizzando all’uscita artisti. Per inderogabili impegni di li a qualche ora, ho dovuto mio malgrado rinunciare ad una prevedibile  lunghissima attesa. Credo sia la prima volta che mi succede ! Questo a dimostrazione di quanto il pubblico abbia apprezzato e quanto fossero veri gli applausi tributati.

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