El mundo va pareciéndose a Italia, aunque sin su capacidad para
hacer la vida llevadera
ENRIC GONZÁLEZ
Me pareció provechoso ver de cerca a Silvio Berlusconi en sus años
de gloria. Los chistes de barbería, el machismo rijoso, el tupé implantado, el
maquillaje y la gracia natural (es decir, perfectamente impostada) para halagar
a cualquier concurrencia encubrían a veces su calidad de precursor. Fue el
primer populista mediático contemporáneo, el primero en demostrar que, sin
necesidad de Sturmabteilung, se podía mentir de forma ilimitada si se disponía
de un imperio televisivo (Mediaset), un club de fútbol ganador (el AC Milan),
un desprecio infinito por la judicatura, una comunicación directa con su
público y un partido (Forza Italia) que apelaba al patriotismo de grada.
Plaza del Duomo en Milán el 25 de abril de 2019. PIER MARCO TACCA
GETTY
No se trataba de un espectáculo edificante, por supuesto. Pero
permitía asomarse al futuro. A Donald Trump. Al Brexit. Lo que ahora, 15 años
después y sumergidos en las redes sociales, nos resulta habitual, era entonces
novedoso. Es lo que tiene Italia. Incluso cuando se adentra por terrenos
inverosímiles, marca el camino. Su condición de laboratorio político está, me
parece, fuera de discusión. En Italia se inventó el fascismo (Mussolini), en
Italia el comunismo europeo emprendió el retorno a la socialdemocracia
(Berlinguer), en Italia se registró por primera vez el colapso de los grandes
partidos históricos (democracia cristiana y socialismo), en Italia se inauguró
la era de las tensiones secesionistas (la Liga Norte), en Italia vimos cómo la
izquierda puede pasar directamente y en pocos meses del estado sólido al
gaseoso, y en Italia ha alcanzado el poder la pintoresca ultraderecha de hoy,
que lo mismo felicita a Vox que a Carles Puigdemont.
La exhibición prosigue. El esqueleto institucional permanece
intacto, en apariencia, con su presidente de la República, su Constitución y
sus dos Cámaras, pero la extraña coalición de gobierno entre el movimiento de
protesta creado por un humorista mesiánico (Cinco Estrellas) y la antiguamente
separatista Liga Norte, y la singularidad de que un vicepresidente y ministro
del Interior, Matteo Salvini, sea unánimemente considerado el “hombre fuerte” y
mande mucho más que el presidente del Consejo, al estilo de los regímenes de
legitimidad incierta, indica una situación de tránsito hacia algo. Aún no
sabemos qué. Algo bastante inquietante, cabe suponer.
Conviene seguir con atención los líquidos acontecimientos italianos
(recomiendo las exquisitas crónicas de Daniel Verdú en este diario) porque
dibujan nuestro probable futuro. Italia, cierto, reúne condiciones muy
específicas: mafias poderosas conectadas con la política, influyentes intereses
privados, una corrupción bien asentada y una desconfianza ancestral hacia el
Estado. ¿Son aún tan específicas esas condiciones? Cada vez menos. El mundo va
pareciéndose a Italia, aunque sin la belleza del país y sin la capacidad de los
italianos para hacerse la vida llevadera bajo cualquier circunstancia.
¿Cómo acabará todo esto? ¿Será el futuro próximo un caos de
contradicciones y falsos rumores planetarios? ¿Se desplomará el entramado
institucional, en beneficio de condottieri sin escrúpulos? ¿Impondrá sus
valores la ultraderecha nacionalista? ¿Serán compatibles el nacionalismo
resurrecto y el abrazo con China? ¿Inventará Italia algo completamente nuevo?
Veremos. Las lecciones que pueden extraerse de la actual experiencia italiana
son dos: nada es seguro y todo es posible. Ambas lecciones se resumen, evidentemente,
en una sola: vivimos tiempos interesantes.
https://elpais.com/elpais/2019/05/03/ideas/1556900853_173133.html
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ALTRE NOTIZIE
SALONE DEL LIBRO A TORINO
Editore Altaforte: “Sono fascista, antifascismo è male dell’Italia”
Francesco Polacchi, responsabile della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound, rivendica di essere fascista – “lo dico senza problemi”, afferma – dopo la polemica sulla sua partecipazione al Salone del Libro di Torino. E aggiunge: “L’antifascismo è il vero male di questo Paese. Mussolini è stato sicuramente il miglior statista italiano”.
CULTURAPOLITICA ITALIANA 6 MAGGIO 2019 19:11 di Stefano Rizzuti
La polemica sulla partecipazione al Salone del Libro di Torino della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound, non si placa e, anzi, viene animata dalle ultime dichiarazioni di Francesco Polacchi. L’editore rivendica, parlando con l’Ansa: “Io sono fascista”. E attacca: “L’antifascismo è il vero male di questo Paese”. Parlando della presenza di Altaforte al Salone del Libro aggiunge: “Eravamo pronti alle polemiche, ma non a questo livello allucinante di cattiverie. C’è addirittura chi sui social ha scritto che verrà a Torino per tirarci le molotov… Noi ci saremo perché ora è anche una questione di principio”. Polacchi ricorda, intervistato da La Zanzara, su Radio 24, di essere “un militante di Casapound, anzi il coordinatore regionale della Lombardia”.
E ribadisce di essere fascista: “Lo dico senza problemi”. Polacchi, responsabile della casa editrice che è già stata negli ultimi giorni al centro della polemica perché pubblicherà il libro-intervista di Matteo Salvini, continua: “Mussolini è stato sicuramente il miglior statista italiano. Se mi portate un altro statista come lui parliamone, però non credo ce ne siano. De Gasperi o Einaudi? Einaudi? Ma stiamo scherzando?”. Secondo Polacchi, ci si può dichiarare fascisti: “Sì, certo. Nessuno te lo impedisce, nemmeno la legge. Allora rinunciate a tutte le conquiste fatte dal fascismo. Ritengo che il fascismo sia stato assolutamente il momento storico e politico che ha ricostruito una nazione che era uscita perdente e disastrata dalla Prima Guerra Mondiale. Ha trasformato una nazione che era prevalentemente agricola in una potenza industriale. Anche con la dittatura? A volte servono le maniere forti. Poi, se vogliamo prenderci in giro, possiamo pure farlo”.
Il responsabile della casa editrice Altaforte esprime il suo giudizio sulla democrazia: “La democrazia è riuscita a raccogliere ciò che aveva seminato il Ventennio”. Poi, sul ministro dell’Interno Matteo Salvini e sul suo operato risponde: “La mia casa editrice è una casa editrice sovranista. Sull’immigrazione ha fatto benissimo Salvini. E anche sui rom. Ci sono poi delle sfumature diverse, però tutto sommato Salvini è uno che parla chiaro e tutto sommato mantiene le cose”. Non manca una polemica contro Torino, dove si svolge il Salone del Libro: “Credo che la città abbia problemi maggiori rispetto alla nostra partecipazione al Salone del Libro. È una città industriale senza lavoro, amministrata molto male da una sindaca che non fa nulla per portare investimenti”. Ancora, aggiunge: “Il problema dell'Italia sembra essere Casapound, mica la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta. Casapound, lo ribadisco, esiste perché siamo in una democrazia”.
continua su: https://www.fanpage.it/salone-del-libro-torino-editore-altaforte-sono-fascista-antifascismo-e-male-dellitalia/
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Francesco Polacchi, responsabile della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound, rivendica di essere fascista – “lo dico senza problemi”, afferma – dopo la polemica sulla sua partecipazione al Salone del Libro di Torino. E aggiunge: “L’antifascismo è il vero male di questo Paese. Mussolini è stato sicuramente il miglior statista italiano”.
CULTURAPOLITICA ITALIANA 6 MAGGIO 2019 19:11 di Stefano Rizzuti
La polemica sulla partecipazione al Salone del Libro di Torino della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound, non si placa e, anzi, viene animata dalle ultime dichiarazioni di Francesco Polacchi. L’editore rivendica, parlando con l’Ansa: “Io sono fascista”. E attacca: “L’antifascismo è il vero male di questo Paese”. Parlando della presenza di Altaforte al Salone del Libro aggiunge: “Eravamo pronti alle polemiche, ma non a questo livello allucinante di cattiverie. C’è addirittura chi sui social ha scritto che verrà a Torino per tirarci le molotov… Noi ci saremo perché ora è anche una questione di principio”. Polacchi ricorda, intervistato da La Zanzara, su Radio 24, di essere “un militante di Casapound, anzi il coordinatore regionale della Lombardia”.
E ribadisce di essere fascista: “Lo dico senza problemi”. Polacchi, responsabile della casa editrice che è già stata negli ultimi giorni al centro della polemica perché pubblicherà il libro-intervista di Matteo Salvini, continua: “Mussolini è stato sicuramente il miglior statista italiano. Se mi portate un altro statista come lui parliamone, però non credo ce ne siano. De Gasperi o Einaudi? Einaudi? Ma stiamo scherzando?”. Secondo Polacchi, ci si può dichiarare fascisti: “Sì, certo. Nessuno te lo impedisce, nemmeno la legge. Allora rinunciate a tutte le conquiste fatte dal fascismo. Ritengo che il fascismo sia stato assolutamente il momento storico e politico che ha ricostruito una nazione che era uscita perdente e disastrata dalla Prima Guerra Mondiale. Ha trasformato una nazione che era prevalentemente agricola in una potenza industriale. Anche con la dittatura? A volte servono le maniere forti. Poi, se vogliamo prenderci in giro, possiamo pure farlo”.
Il responsabile della casa editrice Altaforte esprime il suo giudizio sulla democrazia: “La democrazia è riuscita a raccogliere ciò che aveva seminato il Ventennio”. Poi, sul ministro dell’Interno Matteo Salvini e sul suo operato risponde: “La mia casa editrice è una casa editrice sovranista. Sull’immigrazione ha fatto benissimo Salvini. E anche sui rom. Ci sono poi delle sfumature diverse, però tutto sommato Salvini è uno che parla chiaro e tutto sommato mantiene le cose”. Non manca una polemica contro Torino, dove si svolge il Salone del Libro: “Credo che la città abbia problemi maggiori rispetto alla nostra partecipazione al Salone del Libro. È una città industriale senza lavoro, amministrata molto male da una sindaca che non fa nulla per portare investimenti”. Ancora, aggiunge: “Il problema dell'Italia sembra essere Casapound, mica la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta. Casapound, lo ribadisco, esiste perché siamo in una democrazia”.
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