Commedia musicale in un atto di Fabrizio Lamberti
Libretto di Mauro Graiani
Commissione della Fondazione Teatro Carlo Felice
Prima rappresentazione assoluta
Fabrizio Lamberti
Maestro concertatore,
direttore e pianista
Mauro Graiani
Regia, video, scene,
costumi e luci
Personaggi e
interpreti:
Bacci
Raffaele Ficiur
Carbunin/Dieguito/
Juan/Edmondo De Amicis
Danilo Ramon Giannini
Schiappacasse/ Pedro
Vasena/Padre Miguel/Banchiere/Poliziotto
Andrea
D’andreagiovanni
Natalina/Maria
Elisa Dal Corso
Sagrestano
Fabrizio Lamberti
Bacci anziano
Corrado Tedeschi
(partecipazione
straordinaria in video)
Zêna Òrchèstra
Realizzazione delle tavole pittoriche dei fondali video Matteo Merli
Teatro Carlo Felice
di Genova
I Foyer
Da sabato 12 marzo a
domenica 23 aprile 2022
Anteprima per le
scuole a partire da martedì 8 marzo 2022
“La canzone dei genovesi” diventa un’opera.
Debutta in prima assoluta sabato 12 marzo 2022 alle ore 15.00 nel primo
Foyer del Teatro Carlo Felice, con anteprime per le scuole a partire da
martedì 8 marzo, alle ore 9.30 e ore 11.00, Zêna (Il viaggio
dell'emigrante), commedia musicale in un atto di Fabrizio
Lamberti su libretto di Mauro Graiani, una commissione
della Fondazione Teatro Carlo Felice. Ma se ghe penso,
colonna sonora del cuore di ogni genovese, manifesto d'amore e poesia, composta
nel 1925 da Attilio Margutti su versi di Mario Cappello è il suo motivo
ispiratore sia sul piano musicale, quale principale leitmotiv che scandisce il
progredire della narrazione, sia sul piano drammaturgico: la storia del
protagonista di Zêna è quella del protagonista della
canzone, l’idealtipo dell’emigrante italiano di fine Ottocento, la cui storia
racchiude in se le storie di tutte le migrazioni coeve.
Protagonisti in scena sono i giovani attori e
cantanti selezionati in seguito alla call lanciata dai social media del Teatro
Carlo Felice a inizio anno: Raffaele Ficiur (Bacci), Danilo
Ramon Giannini (Carbunin/Dieguito/Juan/Edmondo de Amicis), Andrea
D’andreagiovanni (Schiappacasse/Pedro Vasena/Padre
Miguel/Banchiere/Poliziotto), Elisa Dal Corso
Natalina/Maria), Fabrizio Lamberti (Sagrestano) e con la
partecipazione straordinaria in video di Corrado Tedeschi nella parte di Bacci
anziano. Maestro concertatore, direttore della Zêna Òrchèstra e
pianista è Fabrizio Lamberti, regia, video, scene, costumi e
luci sono Mauro Graiani, autore delle tavole pittoriche dei
fondali video è Matteo Merli.
«Una commedia musicale inedita, che si
inserisce in un progetto volto ad avvicinare i giovani all’opera e a promuovere
la cultura musicale nelle nostre scuole creando, nel contempo, un legame con la
città - afferma l’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso - Ma
se ghe penso, la canzone che maggiormente rappresenta Genova, i genovesi e
la loro storia esce dai confini della città assumendo sempre più il ruolo di
ambasciatore di Genova nel mondo».
«L'opera Zêna rappresenta
un'occasione per promuovere la convivialità relazionale degli alunni e per far
riflettere sulla condivisione di valori che fanno sentire i membri della
società come parte di una comunità autentica, viva e coesa, afferma l’assessore
alle Politiche socio sanitarie e Terzo Settore, Politiche giovanili, Scuola,
Università e Formazione, Cultura e Spettacolo Ilaria Cavo. La
presenza nella scuola di alunni di molteplici etnie è un fenomeno ormai
strutturale e questa opera rappresenta un’opportunità per comprendere meglio lo
stato d'animo di chi è emigrato e soffre della lontananza dei propri affetti e
della perdita delle proprie radici culturali».
«Con 33 repliche all’interno del cartellone
operistico del Teatro Carlo Felice fino a domenica 23 aprile, afferma il
Sovrintendente Claudio Orazi, Zêna ha l’ambizione
di rivolgersi ai giovani, alle famiglie, oltre che alla cittadinanza che invita
a immergersi in un racconto coinvolgente sulla propria storia. Al centro della
drammaturgia di Zêna il tema dell'emigrazione, da sempre
cruciale nella vita dei genovesi. Nell’ambito di un progetto di avvicinamento dei giovani all’Opera, la
Fondazione Teatro Carlo Felice si rivolge in particolare alle scuole offrendo
loro, grazie al supporto di uno sponsor della Fondazione, accesso gratuito e
prioritario alle due repliche quotidiane infrasettimanali alle ore 9.30 e alle
ore 11.00 e proponendo un percorso di approfondimento didattico specifico che
si svolge in un primo momento in classe e in una seconda fase a Teatro».
Il testo di Zêna (il viaggio
dell’emigrante) è la versione ridotta in atto unico della commedia
musicale Zêna (If I Think Home). Ambientata sul finire del
1800, la vicenda si snoda facendo perno sui sogni di Baciccìn, il suo
protagonista e quelli dei suoi giovani coetanei che s’infrangono contro la
povertà di una Genova sottomessa ai Savoia, dove il lavoro scarseggia e ci si
deve inventare. Imbarcarsi su di un piroscafo per far fortuna in Argentina,
sulla rotta di Colombo, abbandonando affetti e sicurezze, sembra l’unico piano
possibile. Bacci partirà, armato solo di buone speranze e di una piantina di
basilico, grazie alla quale riuscirà a farsi una posizione, salvo poi, una
volta in là con gli anni, obbedire alla nostalgia di casa e tornare a Genova.
«Come Napoli, Roma, Milano anche Genova ha il
suo tema, racconta Fabrizio Lamberti, la sua canzone ma è
forzatamente rimasta entro le sua antiche mura, custodita gelosamente dai
genovesi che la amano a tal punto da non volerla condividere con nessuno. Noi
pensiamo invece sia giunta l’ora di farle spiccare il volo, di eleggere il suo
struggente abbraccio come ambasciatore della genovesità nell’arte e nel mondo.
Poter raccontare alle nuove generazioni, in forma di favola, la storia di tutti
i nostri antenati, racchiusa all’interno del testo della canzone di Genova e
dei genovesi, è forse l’ aspetto più importante di questo nostro spettacolo. In
questo primo passo di un progetto, che ha intenzione di crescere sano e
robusto, abbiamo cercato di raccontare tutti i risvolti dell’animo della gente
che popola la nostra città e la nostra regione, unendoli all’indole musicale ed
a quel caratteristico senso dell’umorismo, anche un po’ cupo, che ci
contraddistingue da sempre. La musica e le canzoni pensate per questa avventura
hanno quei sapori, un po’ malinconiche a tratti, forse, ma anche piene di
quella dolcezza, legata al ricordo, che chiunque viva lontano da questa nostra
città porta sempre nel cuore. Le persone possono anche lasciare Genova ma
Genova non lascerà mai l’anima di chi è costretto ad andarsene. Prendo in
prestito le parole di uno dei nostri più riconosciuti cantori, Gino Paoli: “ Il
genovese di solito da Genova parte, per mare, con il treno, o con la fantasia,
però parte, perché Genova è una città difficile. Il genovese parte, però
ritorna sempre perché a Genova si torna”. Nel duetto Bacci e la sua amata
Natalina nel nostro musical, quando sognano un futuro lontano, cantano appunto:
Le mani dal porto salutano chi tornerà perché tutti sanno che alla fine del
viaggio di un genovese, che potrà anche durare una vita intera, ci sarà sempre
il ritorno».
«L’idea che il Teatro Carlo Felice ci abbia
commissionato un progetto ci riempie di orgoglio, racconta Mauro
Graiani; l'amore per Genova, il sentimento che unisce chi ci vive e chi vi
torna è lo stesso da qualsiasi latitudine provenga. Profuma di pesto, sa di
quel salino che abbiamo nell'anima, freddo come la tramontana che spinge, da
sempre, molti di noi a migrare. Genova è il richiamo di una madre; lo puoi
ignorare per una vita, ma quando vuole farsi sentire, ti tocca tornare, come fa
il nostro Bacci, l'emigrante ideale preso in prestito dal testo di Ma
se ghe penso e catapultato, tra fantasia e realtà, nella più
grande migrazione contadina della Storia. Ed è bello sapere che è
destinato ai ragazzi, che parla di loro e di quel sentimento con cui
faranno i conti, l'amore per Genova, dal quale non potranno fuggire,
ovunque saranno domani.
Zêna è una storia di sangue e lacrime, di
sogni e paure, di sentimenti forti, di scelte laceranti e promesse da
mantenere. Di povertà e ricchezza, di cuore e sale da versare sulle ferite che
il tempo e la lontananza non potranno mai curare. Vivere nella Genova di fine
ottocento, per chi non aveva mezzi, era sicuramente un travaglio che non
risparmiava il cuore dei suoi figli più amati. In una città che da Superba
dominatrice dell'epoca delle Repubbliche marinare, era diventata un crogiuolo
di razze che pulsava nel suo cuore angiportuale, la vita era dura. La
differenza tra vivere e morire la faceva la casta, l'appartenenza di nascita:
se nascevi in una famiglia ricca o benestante, Genova era il posto più bello
del mondo per vivere; altrimenti la vita era impossibile per un povero. E così
non restava che lasciare a malincuore la terra natia per altre sponde».
Il Teatro Carlo Felice nell’ambito di
un progetto di avvicinamento dei giovani all’Opera con questa
commedia musicale desidera promuovere la cultura musicale nella scuola con il
suo elevato potenziale educativo e formativo per gli studenti. Attraverso le
attività musicali in classe è possibile lavorare sugli stimoli che apportano
benefici sull’apprendimento in relazione a tutte le materie scolastiche,
inoltre l’esperienza del canto corale è funzionale per migliorare la relazione
con i propri compagni ed a consolidare il gruppo classe.
Inoltre grazie a questa iniziativa il Teatro desidera contribuire a rafforzare
il legame della scuola con la città e le famiglie. In un'ottica di comunanza e
di valori da riscoprire, tutti gli alunni saranno invitati a cantare insieme ai
protagonisti Ma se ghe penso, la storica canzone in lingua genovese
scritta nel 1925, divenuta d'uso tradizionale e simbolo della cultura musicale
ligure, per dare a tutti l'occasione di riscoprire la nostra storia e la lingua
parlata nella maggior parte delle famiglie genovesi fino ad una cinquantina
d’anni fa.
Il progetto si fonda sulla consapevolezza che l’educazione alla musica è un
fattore di crescita, che porta benefici anche all’apprendimento d’altre materie
scolastiche e contribuisce allo sviluppo di relazioni con i pari e alla
formazione del gruppo classe. L’ascolto e la memorizzazione di Ma se ghe penso,
la rielaborazione ed esposizione dei contenuti della canzone da parte degli
studenti, sono seguiti da un secondo ascolto più consapevole, che mira alla
comprensione del testo da un punto di vista culturale. Il lavoro sull’esperienza
personale e i sentimenti dei bambini, infine, favorisce la comprensione dei
concetti, anche dei più articolati. Gli studenti saranno quindi invitati
a riflettere sulla propria storia, ricostruendo la mappa degli spostamenti
effettuati nel tempo da genitori, nonni, parenti, producendo una loro personale
mappa che li aiuti a comprendere che spostarsi è un fatto molto antico e
normale, e che ha a che fare anche con la loro storia personale.
Il progetto si presta inoltre
all’approfondimento di tematiche culturali legate ai fenomeni delle migrazioni
culturali e della nascita delle comunità italiane all’estero. Uno dei
personaggi del racconto è infatti il ligure Edmondo De Amicis, nato
ad Oneglia scrittore, giornalista e militare italiano. Famoso per essere
l'autore di Cuore, uno dei libri più popolari della letteratura
mondiale per ragazzi, lo scrittore si imbarcò a Genova con gli emigranti sul
piroscafo Nord America, per raggiungere Buenos Aires, dove fu chiamato per
tener un ciclo di conferenze. Quel viaggio fu propizio affinché De Amicis
esplorasse la vita di una delle piú importanti comunità italiane
all’estero. L’impatto con quel mondo "italiano fuori dall’Italia" si
tradusse in diversi suoi scritti: In América (1887), Sull’Oceano,
del 1899 (in un primo tempo, I nostri contadini in America), e una serie di
testi, che descrivono la vita quotidiana delle comunità di emigranti italiani e
le loro abitudini nell’America meridionale. Lo scrittore Edmondo De Amicis che
in Zêna durante la traversata insegna a leggere e scrivere al
protagonista Bacci, rappresenta la dimensione linguistica che consente
all’individuo la definizione della propria identità di persona, un
elemento cardine della crescita e della libertà individuale. Il linguaggio
infatti definisce chi siamo e ci aiuta ad esprimere la nostra interiorità.
Imparare a leggere e scrivere permetterà a Bacci di comunicare con propri
familiari lontani, lo aiuterà a mantenere il legame con i propri affetti e le
proprie radici culturali, elementi che lo renderanno più forte e gli
permetteranno di avere successo nella vita. Imparare una lingua significa anche
comprensione, la capacità di accogliere l’altro che si traduce in inclusione
soprattutto da un punto di vista sociale.
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