ALBERTO MATTIOLI
«Che gelida casina», sfotte
la «Gazzetta di Parma» in prima pagina, dando sul pucciniano anche se la
notizia riguarda lui, anzi Lui, il Padre della Patria melodrammatico nonché
genius loci, insomma il Verdi Giuseppe. In questo Paese dove la realtà supera
sempre la fantasia, succede infatti l’incredibile: la casa natale dell’italiano
che pianse e amò per tutti, alle Roncole, frazione di Busseto, provincia
appunto di Parma, è chiusa per freddo e chiusa resterà fino alla fine del mese.
A meno che non «migliorino le condizioni climatiche», e allora «potrebbe aprire
prima», come dice l’assessore alle Attività produttive del Comune di Busseto,
Marzia Marchesi. Insomma, speriamo nel global warming.
Il monumento nazionale è
quello dove il 10 ottobre 1813 nacque Joseph-Fortunin-François Verdi, come da
atto di battesimo del più italiani dei compositori steso in francese perché
all’epoca la zona faceva parte del Dipartimento del Taro dell’Impero
napoleonico. Una casona di campagna dove papà Carlo faceva con un certo
successo l’oste e il grossista di «coloniali». Che i Verdi fossero una
poverissima famiglia di contadini da «Albero degli zoccoli» (o da «Novecento»
di Bertolucci, tanto per restare in zona) è una leggenda costruita ex post per
sottolineare ancora di più il formidabile successo di Giuseppe, che oltre a
genio universale fu anche un self-made-man di enorme successo anche economico.
Carlo Verdi non erano certo ricco ma nemmeno miserabile, e la sua casa-osteria
è lì a dimostarlo, o meglio lo sarebbe se la si potesse visitare.
E qui torniamo al freddo,
davvero incomprensibile pensando «alle due ristrutturazioni con centinaia di
migliaia di euro spesi proprio per migliorare la fruibiità del monumento», come
dice stavolta il vicesindaco di Busseto, Gianarturo Leoni. Pare però che
nessuno abbia pensato a mettere il riscaldamento nella grande sala che
all’epoca di Verdi senior era la cantina, il magazzino e la stalla e adesso
ospita biglietteria e bookshop. E non si può certo pretendere che gli impiegati
stiano lì fermi con temperature vicine allo zero, rischiando di trasformarsi in
statue di ghiaccio. Così tutto chiuso e arriverderci «alla stagion dei fior»
(ops, è scappato fuori di nuovo Puccini...).
http://www.lastampa.it/2017/01/14/cultura/la-casa-natale-di-verdi-chiude-per-freddo-bpw0LDr6zq0pLxADGeAHXM/pagina.html
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