BRANO DEDICATO AL DELIZIOSO GATTO TOBIA DI CARLO, DISPERATO, SCOMPARSO DOPO IL DON CARLO AL MAGGIO FIORENTINO DOVE SONO STATA TANTO FELICE.
Alicia Perris
Nel 2017 ricorrono novant’anni dal ritorno di Salvatore Ferragamo in Italia, nel 1927, dopo dodici anni trascorsi negli Stati Uniti. In occasione di questo anniversario, il Museo Salvatore Ferragamo ha ideato un progetto espositivo che si apre a una panoramica sull’Italia degli anni venti, decennio al quale oggi guardiamo come una vera fucina di idee e di sperimentazioni condotte con mente aperta e scevra da pregiudizi o condizionamenti ideologici.
Alicia Perris
Nel 2017 ricorrono novant’anni dal ritorno di Salvatore Ferragamo in Italia, nel 1927, dopo dodici anni trascorsi negli Stati Uniti. In occasione di questo anniversario, il Museo Salvatore Ferragamo ha ideato un progetto espositivo che si apre a una panoramica sull’Italia degli anni venti, decennio al quale oggi guardiamo come una vera fucina di idee e di sperimentazioni condotte con mente aperta e scevra da pregiudizi o condizionamenti ideologici.
Ferragamo scelse di stabilirsi a
Firenze in virtù della sua riconosciuta centralità nella geografia del gusto e
dello stile nazionali in un momento storico scandito da molti ritorni: ritorno
all’ordine, al mestiere, alla grande tradizione nazionale.
La mostra narra
proprio di questo attraversamento nella cultura del tempo, sviluppandolo per
capitoli come un romanzo di formazione. Fil rouge del percorso espositivo
curato da Carlo Sisi è il viaggio in transatlantico che Ferragamo compie per
tornare in Italia, inteso come metafora del suo itinerario mentale attraverso
la cultura visiva dell’Italia degli anni venti, da cui estrae le tematiche e le
opere che influenzarono, in maniera diretta o indiretta, la sua officina
poetica; senza trascurare nessuno degli aspetti culturali e sociali che
contraddistinsero la rinascita civile del primo dopoguerra, alla vigilia
dell’autoritaria affermazione del regime fascista.
https://www.ferragamo.com/museo/it/ita/mostre/
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