I teatri di provincia, se ben gestiti e ben amati,
possono riservare delle incredibili ed affascinanti sorprese: Può succedere, ad
esempio, che si vada ad un concerto, per un fantastico viaggio musicale e ci si
ritrovi due direttori d’orchestra
anziché uno solo e…magari uno di questi è donna, giovane ed appena diplomata e
magari…pure brava !
Programma:
F.Mendelssohn – Sinfonia n.4 “Italiana”
MANUELA RANNO, direttore
F.Mendelssohn – Sinfonia n.4 “Italiana”
MANUELA RANNO, direttore
A.Dvořák – Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo”
MATTEO BELTRAMI, direttore
LUCILLA GIAGNONI, attrice
ORCHESTRA SINFONICA MANTOVANA
ORCHESTRA SINFONICA MANTOVANA
Certamente risulta Interessante la scelta di far
intervenire un’attrice, quale Lucilla
Giagnoni per raccontare del profumo dei limoni del Garda, oppure raccontare
che lo ‘sguardo’ è la chiave di tutto, ‘si’ di tutto il mondo che ci circonda e
di quel Goethe, tedesco fino al midollo,
che si intenerisce di fronte ad un paesaggio giallo di girasoli in Toscana o
che cambia il punto di osservazione dopo aver visto Napoli….
E’ affascinante che Giagnoni racconti di quelle
impressioni americane di strade affollate o desolate praterie attraversate da
una sbuffante locomotiva,forse assalita dai banditi, parlando di Dvorak ed…insomma collegare la
scoperta, la conoscenza attraverso un favoloso fantastico viaggio musicale tra Europa/Italia e quel Nuovo Mondo
che fu l’America.
Mi sia concessa una piccola nota personale circa la
curiosità e la conoscenza: senza di
esse, ovvero senza andare alla ricerca del conoscere di cosa fa il resto del mondo od anche solo nostro
vicino, noi restiamo quello che siamo senza neppure aver la possibilità di
crescere. In contrapposizione, conoscere quello che gli altri fanno ci aiuta a
crescere e migliorare il nostro essere e le nostre azioni ed opere.
Torniamo ora al concerto proposto dal Coccia e dal
suo direttore musicale Matteo Beltrami:
il tema è il viaggio, fatto di osservazione, musica, poesia, sensazioni ed
emozioni. A proposito di sensazioni ed emozioni, credo sia raro che il
direttore musicale di un teatro rinunci alla direzione di metà concerto a
favore della sua assistente, ma in questo caso emozionante e sensibile è
successo: Matteo Beltrami rinuncia alla direzione della Sinfonia n. 4 “l’Italiana”
e la offre a Manuela Ranno, la giovane siciliana, neo diplomata in direzione
d’orchestra, a cui riserva questa opportunità.
“ L’Italiana” di Mendelsshon viene diretta Da Manuela Ranno con tutta la
partecipazione possibile, stando attenta a tutti i dettagli, mettendosi in gioco con professionalità e
serietà. I vari movimenti descrivono i paesaggi italiani visti con l’occhio
tedesco del compositore e Ranno sa cogliere la laica liricità ed il mistico
intimismo che alternandosi sono racchiusi nel prezioso scrigno della partitura
ed accettare ed esaltare poi l’ariosità celebrativa (ad esempio nel terzo
movimento), diretta con gesto ampio e
chiaro.
Della “Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak” penso
che (credente o no) il compositore, nel momento della scrittura sia stato
toccato da forze soprannaturali. L’enfasi, il raccoglimento, l’osservazione,
l’entusiasmo, l’attesa ed ancora altri mille sentimenti stanno racchiusi in
quelle pagine di spartito. Matteo
Beltrami sul podio e con dinnanzi l’Orchestra
Sinfonica mantovana, hanno saputo creare l’atmosfera giusta, fatta di suspense,
quindi di attesa, e di incantato occhio osservatore di quel mondo che si vede,
ma che non si percepisce ancora appieno. Il direttore coglie l’affresco delle
parti poeticamente intimistiche ed
esalta poi il folle entusiasmo del nuovo in movimento che espandendosi
gigantescamente invaderà il globo.
Ci si potrebbe ancora dilungare molto, ma forse serve
di più un plauso ai direttori ed un invito ad ascoltare le due composizioni e,
lasciandosi dominare dalla forza della scrittura musicale, abbandonarsi al solo
piacere dell’ascolto.
La musica vince sempre
Renzo Bellardone
Credito fotografico: Mario Finotti
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