martes, 16 de enero de 2018

VEDOVA ALLEGRA – TEATRO COCCIA DI NOVARA

Certo che le musiche da  operetta sono proprio simpatiche!!!  Non è musica leggera o leggerissima e non è neppure musica operistica corposa o corposissima…… la musica di Lehár, Strauss e compagnia andante è musica bella, frizzante che ispira alla gioia di vivere e tra tradimenti, gags, siparietti e malintesi si racconta la storia di tutti i giorni, magari con un sorriso in più!

   14 gennaio 2018
Musica di Franz Lehár

Libretto di Victor Léon e Leo Stein, tratto da L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac
Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 30 dicembre 1905
Direttore d’orchestra Giovanni Di Stefano
Regia Renato Bonajuto e Andrea Merli
Luci Ivan Pastrovicchio
Coreografie Sofia Lavinia Amisich
Orchestra Fondazione Teatro Coccia / Talenti Musicali
Coro San Gregorio Magno
Produzione Fondazione Teatro Coccia Onlus
Barone Mirko Zeta ARMANDO ARIOSTINI
Valencienne MARTA CALCATERRA
Conte Danilo Danilovitsch MAURO BONFANTI
Hanna Glawari MANUELA BISCEGLIE
Camille de Rosillon NESTOR LOSAN
Raoul de St Brioche STEFANO CONSOLINI
Visconte Cascada STEFANO MARCHISIO
Bogdanowitsch FRANCESCO NAPOLEONI
Silvyane VIRGINIA MC INTIRE
Kromow SAVERIO BAMBI SIMONE MANZOTTI
Olga FEDERICA PIEROPAN
Pritschitsc SIMONE MANZOTTI
Praskowia TERESA GARGANO
Njegus MAX RENÈ COSOTTI
Con la straordinaria partecipazione di DANIELA MAZZUCATO


Con la macchina del tempo che va a ritroso, nel pomeriggio di domenica 14 gennaio  al Teatro  Coccia di Novara si è ritornati in quel mondo fantastico dell’operetta, con i lustrini scintillanti, gli ori alle pareti e la scala centrale da cui scendono le dive come nei migliori ricordi della Wanda nazionale e dei tempi del vaudeville e del cabaret d’autore….
La regia dell’Impiccione Viaggiatore (inviato speciale de la Barcaccia di Rai 3)  il dottor Andrea Merli e di Renato Bonajuto, credo abbia colpito nel segno della rivisitazione d’autore, offrendo la giusta cifra di illusione, divertimento e sogni colorati.
In buca l’orchestra dei Talenti Musicali  con giovanissimi professionisti, appunto  talentuosi, diretti da Giovanni di Stefano che al momento del proscenio ha lasciato la bacchetta nelle mani del violinista  Eugenio Sacchetti (mio concittadino, quindi orgoglio, vanto e gioia doppia).
Ma tornado all’allestimento, la globale messa in scena  sicuramente riporta ai tempi in cui gli ori ed i luccichii facevano parte dell’immaginario teatrale in un fantasmagorico e sognante impianto scenico.
La vicenda è quella abituale delle operette: qualche corna vera, qualche tradimento presunto, un vassoio di coppe di champagne, belle donne, amori veri ed amori presunti.
Il coro San Gregorio Magno diretto da Mauro Rolfi è risultato ben inserito ed accattivante.
Gli interpreti di Vedova Allegra sono davvero molti ed in  questa produzione devo riconoscere la globale qualità, ma per non dilungarmi troppo nell’esposizione delle mie impressioni mi limiterò a qualche breve osservazione:  
Armando Ariostini è certamente interprete sicuro e collaudato, come Marta Calcaterra che ‘profetessa in patria’ ha realizzato una  esuberante e brillante  Valencienne del cui personaggio si sta affermando quale interprete di riferimento su scala nazionale.  Mauro Bonfanti è un buon  conte Danilo, mentre Anna Glawari incontra Manuela Bisceglie che viene giustamente apprezzata per la brillantezza e la sicurezza vocale, oltre che per quella scenica..
Tra le voci maschili spiccano Nestor Losan che oltre all’ottima presenza scenica è aggraziato nel porgere un bel timbro ed un bel colore, con fraseggio accurato; Stefano Consolini si rivela buon tenore e buon interprete, quanto il giovane Stefano Marchisio (già apprezzato in altre produzioni operistiche) che esibisce con sicurezza un bel colore ambrato pieno di tonalità e ricco di timbricità.  
Una nota di rilievo va senza dubbio riservata a Max René Casotti che conduce tutta la parte comica con tanta verve e tutta la sicurezza acquisita in molti anni di carriera e sovente in binomio con la moglie la celebre Daniela Mazzuccato che singolarmente (dopo la classica discesa dalle scale) ha interpretato “Chiudete pur l’augel, in in una gabbia d’or…” ed in coppia con il marito il ben noto “Tu che m’hai preso il cuor” in una sorta di rinnovata dichiarazione d’amore pubblica.
Ovviamente il pubblico, che già aveva ritmato con il battimani tutta l’operetta, è qui esploso in un tripudio di consensi.     
La Musica vince sempre.

Renzo Bellardone
Foto: Mario Finotti

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