Il Teatro Donizetti mette in scena la Medea di Seneca, interpretato da
Maria Paiato e guidato dalla potenza rigorosa e visionaria di Pierpaolo Sepe. È
la storia del divenire di un mostro morale, ma anche la storia di una
mostruosità più nascosta e profonda che immischia nella colpa anche l’azione
del giusto.
Al Donizetti la Medea
di Seneca: Maria Paiato
nella tragedia dell'ira
di Seneca: Maria Paiato
nella tragedia dell'ira
Il programma del Teatro Donizetti della settimana che va dal 25 al 30 marzo
prevede la rappresentazione di Medea, famosa opera di Seneca interpretata da
Maria Paiato, personaggio estremo e definitivo guidato dalla potenza rigorosa e
visionaria di Pierpaolo Sepe e prodotto da Fondazione Salerno Contemporanea.
«Questa è la tragedia dell’ira: “passione spaventosa e furibonda… [che] è
tutta eccitazione ed impulso a reagire, è furibonda e disumana brama d’armi,
sangue e supplizi, dimentica se stessa pur di nuocere all’altro… avida di una
vendetta destinata a coinvolgere il vendicatore. …Inetta a distinguere il
giusto ed il vero, quanto mai somigliante a quelle macerie che si frantumano
sopra ciò che hanno coinvolto” Dimentica di ogni possibilità di bene, schiava
di una furia senza luogo e senza tempo che la costringe ad una solitudine
dolorosa e demoniaca al contempo. Una frattura incolmabile si produce tra il
reale e il desiderio e più questo baratro si amplifica più l’ira divampa.
Cittadino e società si contrappongono in un rapporto di disarmonica estraneità,
la solitudine infinita dei propri dolori, l’ipertrofia orrenda delle proprie
passioni diventa unica legge, unica causa delle proprie azioni. Questa è sì la
storia del divenire di un mostro, un mostro morale, ma è anche la storia di una
mostruosità più nascosta e profonda che immischia nella colpa anche l’azione
del giusto.
È tragedia che mostra le ragioni irragionevoli di una donna che “non sa
frenare né l’ira né l’amore”, che non accetta le leggi del tempo e degli altrui
desideri e le ragioni colpevoli di un uomo, che oblia in una azione pietosa il
suo delitto primario: Giasone ha infranto i sacrosanti limiti del mondo alla
ricerca del vello, Medea infrange i sacrosanti legami della maternità.
Le
rappresentazioni saranno da martedì a sabato alle ore 20.30 mentre la domenica
alle ore 15.30, info per il pubblico http://www.teatrodonizetti.it/
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