Opera in un
atto
Libretto e musica di Alexander von Zemlinsky
dall'omonimo dramma di Oscar Wilde
dall'omonimo dramma di Oscar Wilde
Prima
esecuzione a Torino
Gianni
Schicchi
Opera in un
atto
Libretto di Giovacchino Forzano
Libretto di Giovacchino Forzano
Musica di
Giacomo Puccini
Allestimento
del Teatro Regio
FIRENZE : UN
FILO CONDUTTORE PER UN DITTICO INCONSUETO
Zemlinsky e Puccini sono due universi musicali diversi tra di loro, che
ad un certo punto spaziale si ritrovano postumi sullo stesso palco a narrare
musicalmente due avvenimenti che accadono nella stessa casa, in due differenti
appartamenti.
La sobrietà di entrambi gli allestimenti di Santoliquido e Boasso
diventa pregio, quando la musica è molto bella e le storie avvincenti. La regia
di Vittorio Borrelli tende a narrare con occhio fotografico. Stefan
Anton Reck dirige con piglio sicuro ad imprimere vigore alle vicende.
La
vicenda di tragedia fiorentina è torbida e lasciva, oltre il limite comportamentale, oltre il morale. In entrambi gli
allestimenti è previsto un letto, ma mentre nello Schicchi sarà un gran letto
di morte e di inganni, qui è alcova di tradimenti e di soddisfazione carnali.
Angeles Blancas Gulin è la viscida Bianca ingannatrice
che rappresenta con voce graffiante o insinuante, ma indubbiamente con
acrobazie virtuosistiche. Simone il mercante trova i panni in Tommi Hakala, buon baritono con
timbrica ben attagliata alla scrittura, mentre il tenore Zoran Todorovich è il principe Guido Bardi che muovendosi
elegantemente sul palco infonde crudo realismo al personaggio, con voce limpida
e chiaro fraseggio.
Puccini
prima della composizione dello Schicchi scrisse la ben nota frase “Dopo il
“Tabarro” di tinta nera, sento la voglia di beffeggiare” e quasi in un trascendentale
effetto del destino ecco che dopo le fosche tinte della Tragedia Fiorentina, Il
Teatro Regio di Torino inserisce proprio il Gianni Schicchi.
Classica
l’ ambientazione della camera con tavolo, sedie e gran letto in cui giace il
defunto Buoso Donati. Ed i parenti in lacrime per la scomparsa, piangeranno
ancor più alla scoperta di essere stati pressoché diseredati.
Il
baritono Carlo Lepore, ben
conosciuto ed apprezzato dal pubblico torinese anche nei panni di Gianni
Schicchi ha riscosso il meritato consenso: baritono buffo, modula la voce a suo
piacimento, mantenendo un tono compiuto di un bel colore possentemente
scuro. Rinuccio è Francesco Meli il talentuoso giovane tenore che utilizza il buon
strumento con agile liricità espressiva
dai colori luminosi. Lauretta è Serena
Gamberoni che al “Oh mio babbino
caro” riceve meritato applauso per la poetica modulazione ed offerta dell’aria
con voce chiara e partecipe..
Silvia Beltrami reduce dal Regio di Parma per lo
stesso personaggio di Zita può ormai essere considerata di riferimento per il
ruolo, che sa rendere in modo buffo ed impeccabile. Voce profonda ed
all’occorrenza molto scura viene arricchita da un temperamento fortemente
teatrale. Un apprezzamento globale a tutto il cast con una nota particolare a Gabriele Sagona nel ruolo di Simone.
La
Musica vince sempre.
Renzo
Bellardone
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