Alta formazione e passione
per la lirica, oltre 600 le domande presentate per l’Italian Opera Academy –
Direttore Generale Domenico Muti.
A Ravenna il Maestro spiega
a cinque giovani da tutto il mondo i segreti della direzione
Protetta dietro ai silenzi
bizantini di Ravenna, al terzo anno di attività e incentrata sull’Aida di
Verdi, l’Italian Opera Academy di Riccardo Muti si presenta con un duplice
profilo: da un lato, è luogo eletto di alta formazione per i giovani direttori
d’orchestra di domani, dall’altro è un progetto-pilota, interamente sostenuto
dal mecenatismo privato, mirato alla promozione autentica dell’opera italiana,
esemplare made in Italy, vincente nel mondo.
Incontrastata, da oltre
quattro secoli. Forte di un successo che conquista nuovi appassionati, dai
Paesi Arabi all’Oriente. Non è un caso se l’Italian Opera Academy, con la
direzione generale di Domenico Muti, figlio del Maestro, dopo la tappa l’anno
scorso in Corea, sia già prenotata per l’anno prossimo a Tokyo.
Ma se è così bene in
salute, florida e appetitosa, perché l’opera italiana ha bisogno di nuove cure?
Perché oltre seicento diplomati, con curriculum ragguardevole, da tutto il
mondo, Australia compresa, hanno fatto domanda per essere ammessi alla scuola
di Muti, sostenuta da mecenati privati (fra cui, Barilla, The Shillmann
Foundation, Cmc Ravenna, Coop Alleanza 3.0 e Fbs, e molti “friends” da Italia,
Usa, Corea del Sud, Giappone e Francia)? Anziché girare la domanda al Maestro,
siamo andati sul posto. E in una fitta due giorni, sui quattordici di corso
intensivo, da mattina a sera, al Teatro Alighieri, sono uscite tante risposte.
Tante riflessioni, che riguardano sì la bellezza assoluta del nostro patrimonio
musicale, ma ancor più la differenza clamorosa nei risultati, quando lo si
interpreti con fedeltà e competenza, e quando lo si consegni alla banale
routine. Tra tagli, aggiunte e aggiustamenti. «Si usa suonare così, lo avete
sempre sentito cantare così», si accende Muti. «Guardiamo invece la partitura:
non c’è scritto. E il povero Peppino, questo disgraziato, ha scritto tutto
quello che voleva!».
http://www.riccardomuti.com/2017/09/09/direttori-dorchestra-scuola-dal-maestro/
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