domingo, 17 de septiembre de 2017

MUTI INSEGNA IL MADE IN ITALY DELLA MUSICA

Alta formazione e passione per la lirica, oltre 600 le domande presentate per l’Italian Opera Academy – Direttore Generale Domenico Muti.
 A Ravenna il Maestro spiega a cinque giovani da tutto il mondo i segreti della direzione


Protetta dietro ai silenzi bizantini di Ravenna, al terzo anno di attività e incentrata sull’Aida di Verdi, l’Italian Opera Academy di Riccardo Muti si presenta con un duplice profilo: da un lato, è luogo eletto di alta formazione per i giovani direttori d’orchestra di domani, dall’altro è un progetto-pilota, interamente sostenuto dal mecenatismo privato, mirato alla promozione autentica dell’opera italiana, esemplare made in Italy, vincente nel mondo.

Incontrastata, da oltre quattro secoli. Forte di un successo che conquista nuovi appassionati, dai Paesi Arabi all’Oriente. Non è un caso se l’Italian Opera Academy, con la direzione generale di Domenico Muti, figlio del Maestro, dopo la tappa l’anno scorso in Corea, sia già prenotata per l’anno prossimo a Tokyo.

Ma se è così bene in salute, florida e appetitosa, perché l’opera italiana ha bisogno di nuove cure? Perché oltre seicento diplomati, con curriculum ragguardevole, da tutto il mondo, Australia compresa, hanno fatto domanda per essere ammessi alla scuola di Muti, sostenuta da mecenati privati (fra cui, Barilla, The Shillmann Foundation, Cmc Ravenna, Coop Alleanza 3.0 e Fbs, e molti “friends” da Italia, Usa, Corea del Sud, Giappone e Francia)? Anziché girare la domanda al Maestro, siamo andati sul posto. E in una fitta due giorni, sui quattordici di corso intensivo, da mattina a sera, al Teatro Alighieri, sono uscite tante risposte. Tante riflessioni, che riguardano sì la bellezza assoluta del nostro patrimonio musicale, ma ancor più la differenza clamorosa nei risultati, quando lo si interpreti con fedeltà e competenza, e quando lo si consegni alla banale routine. Tra tagli, aggiunte e aggiustamenti. «Si usa suonare così, lo avete sempre sentito cantare così», si accende Muti. «Guardiamo invece la partitura: non c’è scritto. E il povero Peppino, questo disgraziato, ha scritto tutto quello che voleva!».


http://www.riccardomuti.com/2017/09/09/direttori-dorchestra-scuola-dal-maestro/

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