martes, 8 de abril de 2014

IN SVIZZERA IL RICORDO DEL MUSICISTA, SCOMPARSO A BOLOGNA IN GENNAI

PER LA PRIMA VOLTA IL PODIO DEL FESTIVAL È VUOTO
Helmut Failoni

 Il KKL di Lucerna, una delle sale da concerto più belle e frequentate d’Europa è piena all’inverosimile. Le campanelle hanno già chiamato e messo a sedere l’educatissimo pubblico internazionale accorso. L’Orchestra del Festival è pronta. Ma il podio è vuoto. Volutamente vuoto. Lo è per la prima volta in assoluto qui.

Ma loro, i musicisti, quelli che hanno fatto «musica insieme» a lui per decenni, ci sono tutti. Solo per il loro Claudio. E hanno tutti gli occhi lucidi, con le lacrime trattenute. Alois Posch (ha rifiutato addirittura il compenso), Reinhold Friedrich, Lucas Navarro, Danusha Waskiewicz, Johane Gonzales (tutti solisti che per 10 anni hanno reso grande anche la bolognese Orchestra Mozart), Wolfram Christ, Diemut Poppen, Jacques Zoon e tanti altri. Tutti.
Sono le 16 di domenica e sta per iniziare l’attesissimoGedenkkonzert, il concerto omaggio che il Festival di Lucerna ha voluto fortemente dedicare a Claudio Abbado, che il suo primo concerto qui sul lago svizzero lo diresse nel 1966 (Schweizerisches Festspielorchester con il violinista francese Zino Francescatti, pagine di Sibelius, Hindemith e Mendelssohn). Il grande omaggio inizia così. Senza direttore. L’Orchestra suona per Lui (hanno provato insieme una decine di ore il giorno prima, dopo essere arrivati a Lucerna da ogni parte del mondo). Nel lungo corso della storia della musica è accaduto pochissime volte che un’orchestra di tale stoffa suoni senza direttore. Successe per la morte di von Karajan con i Berliner (la stessa compagine tedesca ripeterà il gesto di «amore assoluto» anche per Claudio il 16 maggio). Il rombo del silenzio cala sulla sala di Lucerna quando dopo un paio di sguardi, la musica parte dai violoncelli: un movimento dell’Incompiuta di Schubert. Con quella stessa partitura si concluse il 26 agosto del 2013 l’ultimo concerto di Abbado, proprio qui a Lucerna.
Alla fine entra Bruno Ganz, amico di vecchia data di Abbado, che legge Elegie Brot und Wein di Hölderlin. Poi arriva il nuovo direttore, il lettone Andris Nelsons (insieme a Christian Thielemann, il migliore in circolazione), che dopo aver guidato i violino della Faust nel concerto di Berg Dem Andenken eines Engels, ha diretto il finale della Terza di Mahler, dove il misticismo e la spiritualità panreligiosa della lettura di Abbado vengono sostituiti da una violenza terrena, da un urlo disperato degli ottoni. Grandissima musica.

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cultura/

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