E’ ardua impresa tentare di condensare in poche righe le emozioni palpitanti di una serata
memorabile, ma volendo provarci riferisco le parole sentite ad un intervallo
nel foyer d’ingresso :” Opera inattaccabile, assolutamente perfetta” ! Si,
tutto il pubblico in ogni ordine di posto ha applaudito forsennatamente ogni
qualvolta l’applauso non ha ‘disturbato’
la musica. Tutti i ruoli hanno ricevuto tributi di consenso ed a modesto parer
mio, decisamente meritati. Una nota cantante lirica del passato, presente in
sala, mi ha sussurrato: “vedi che quando fanno bene, nessuno fischia” e lei
(che per rispetto non cito) vi assicuro che se ne intende !!!!!
Teatro alla Scala – Milano 8 aprile 2014
Teatro alla Scala – Milano 8 aprile 2014
Les Troyens - Hector Berlioz
Grand-Opéra in cinque atti
Libretto di Hector Berlioz
Libretto di Hector Berlioz
Nuova produzione
In coproduzione con Royal Opera House, Londra; San Francisco Opera e Wiener Staatsoper
In coproduzione con Royal Opera House, Londra; San Francisco Opera e Wiener Staatsoper
Direttore Antonio Pappano Regia
David McVicar Scene Es
Devlin Costumi Moritz Junge Luci Wolfgang Göbbel Coreografia Lynne Page
Enée Gregory
Kunde Chorèbe Fabio
Capitanucci Panthée Alexandre
Duhamel Narbal Giacomo
Prestia Iopas Shalva Mukeria
Ascagne Paola
Gardina Cassandre Anna Caterina
Antonacci Didon Daniela
Barcellona Anna Maria
Radner Hylas Paolo Fanale
Priam Mario
Luperi Un chef Grec Ernesto Panariello L’ombre d’Hector Deyan Vatchkov Hèlénus Oreste Cosimo 1er soldat Troyen Guillermo Esteban
Bussolini
2eme soldat Troyen Alberto
Rota Un soldat Luciano
Andreoli Le Dieu Mercure Emidio
Guidotti Hécuba
Elena Zilio
LES TROYENS ALLA SCALA, ovvero l’arte
di allestire un CAPOLAVORO.
Il teatro d’opera è sovente crogiolo
di esternazione di consensi e dissensi e sovente di contestazioni, ma quando la
produzione è inattaccabile e la rappresentazione non ha punti deboli ecco che
anche il severo teatro alla Scala di Milano esplode in continui boati di
consenso ed apprezzamento: questo è successo alla Prima di “Les Troyens” di Berlioz, con la direzione di Antonio Pappano vigoroso ed alternativamente delicatamente
sensibile; l’orchestra ha risposto al bel gesto di Pappano che ha seguito il
palcoscenico con la stessa cura e minuziosa attenzione ed i risultati sono
stati tangibili.
La narrazione è conosciuta fin dai
banchi di scuola, ovvero la distruzione di Troia e poi les troyens a Cartagine e nell’immaginario collettivo un
grande cavallo entra di notte in Troia per liberare dal ventre i guerrieri che
la distruggeranno.
David Mc Vicar ha dato una lettura
fedele e oltre il tempo, mantenendo il simbolismo con efficacia straordinaria
ed ecco quindi che entra la grande testa del cavallo costruita con pistoni,
ghiere e rotelle metalliche (come poi il
guerriero al finale) ad occupare il palco ed invadere la scenografia di grande
impatto e funzionalità espressiva, creata da Es Devlin ed esaltata dall’utilizzo emozionante delle luci
disegnate da Wolfgang Gőbbel e riprese da Pia Virolainen. L’atemporalità è suggellata anche dai costumi di Moritz Junge .
Questa Grand Opera racchiude
realmente tutti gli elementi che rendono il teatro d’opera la forma più
completa di spettacolo, infatti a completare la messa in scena ed a
valorizzarla han ben contribuito i danzatori ed acrobati, elementi non integranti,
ma coprotagonisti costruttivi di alcune scene chiave, ben diretti da Lynne Page.
Il canto ! Il cast è certamente
costituito da voci tra le migliori del
panorama lirico ed attraverso una vibrante tensione è stato raggiunto un
diapason meraviglioso e brillante.
Gregory Kunde , al massimo del suo splendore vocale
ha interpretato Enea con limpidezza
arrotondata ed armoniosa amplificando così
la drammaticità interpretativa, creando un meraviglioso eroe.
Cassandra ha ancora una volta
trovato in Anna Caterina Antonacci la sua migliore interprete: solenne e
appassionata ha reso la complessa tragicità del personaggio con grandi capacità
d’attrice ed espressive timbricità vocali.
La regale ed innamorata Didone ha
trovato un habitat di altissimo livello in Daniela
Barcellona che con la semplice naturalezza che la contraddistingue ha
iniziato il suo personaggio con
gioiosità affettuosa , trasformatasi poi in terribile delusione, fino
all’estremo sacrificio. Le sfumature della voce hanno possentemente disegnato amore, sensualità e disperazione.
Maria Radner ha intepretato Anna con voce morbida e vellutata, mentre
Chorèbe ha trovato vita nei colori bruniti di
Fabio Capitanucci . Deciso ed imperioso Giacomo Prestia in Narbal e decisamente poetico e descrittivo Shalva Mukeria in Iopas .Hylas è stato
interpretato da un accattivante Paolo
Fanale , mentre Paola Gardina ha
realizzato un atletico, fresco e
convincente Ascanio. Piacevole reincontrare sul palco Elena Zilio in Hecuba ed un convinto apprezzamento per ogni ruolo,
ogni interprete ed interpretazione.
Grande protagonista è stato anche il
superbo coro della Scala che sotto la guida di Bruno Casoni ha toccato punte di
eccelsa bellezza.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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