La XV edizione di
FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma sarà interamente dedicata alla
città di Roma con il tema Roma, il mondo.
FOTOGRAFIA ha da sempre
fatto del rapporto con la città uno dei tratti più caratteristici della sua
ormai quindicennale e consolidata storia. A Roma e alla sua comunità fu
dedicata la seconda edizione del Festival e fu durante quella stessa edizione
che venne istituita la Rome Commission, inaugurata con Josef Koudelka, il primo
dei grandi fotografi che si sarebbero susseguiti per i successivi quattordici
anni. Ad oggi la Rome Commission è probabilmente il più longevo e consolidato
progetto curatoriale che riguardi una sola città ed è destinato, dopo
un’anteprima presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra in occasione di
Photo London, ad esportare l’immagine di Roma in altre capitali del mondo. Lo
stretto legame tra la città ed il festival non si è “limitato” alla
rappresentazione della stessa, ma è proseguito con una sempre più efficace
penetrazione negli spazi culturali della città, consolidando i rapporti con i
principali istituti e accademie di cultura estere a Roma (Accademia Americana,
Accademia Francese a Villa Medici, Accademia Tedesca a Villa Massimo, IILA, tra
i contributi più assidui). Nel duecentesimo anniversario della pubblicazione
del primo volume di Viaggio in Italia di Goethe, non possiamo che sottolineare
come Roma voglia ancora con tutte le forze essere il crocevia d’incontro della
cultura donando e ricevendo in egual misura dal contesto internazionale che
ostinatamente è stato perseguito.
Il ponte tra Roma ed il mondo si è così
costruito edizione dopo edizione, mostra dopo mostra, cercando e trovando da un
lato un sempre crescente dialogo con l’arte contemporanea e dall’altro
favorendo un’evoluzione del reportage tradizionale verso visioni più complesse
ed autoriali (con contributi che hanno visto la presenza di artisti come Nan
Goldin, Martin Parr, Chris Killip, Don McCullin, fino alle questioni italiane
di Letizia Battaglia e Franco Zecchin con Dovere di Cronaca o più recentemente
la commissione di Paolo Pellegrin) creando così quella breccia che ha permesso
al pubblico italiano di conoscere artisti ed un modo di fare fotografia prima
poco rappresentato o spesso sconosciuto ed avviando legami solidi con i
fotografi nord americani (Sally Mann, Alec Soth, Larry Fink, Leonard Freed,
Paul Fusco, Leo Rubinfien e Larry Towell), sud americani (tra tutte Graciela
Iturbide), spingendosi sino a rotte quasi inesplorate quali i fotografi sud
africani (Roger Ballen, Pieter Hugo, Zanele Muholi, Guy Tillim), l’ucraino
Boris Mikhailov, gli scandinavi Anders Petersen e Martin Bogren, la giapponese
Rinko Kawauchi e i moltissimi fotografi inglesi.
Il festival di Roma, romano di nascita e
internazionale di vocazione, è diventato quindi una scuola per tutta una
generazione di giovani fotografi italiani in cerca di una visione complessa
dalla quale attingere ed un punto di riferimento per il proprio lavoro. Questa
necessità non è passata inosservata ma ha anzi contribuito a creare fruttuosi
scambi a vantaggio delle nuove generazioni di fotografi, non solo trasformando
ogni edizione in un’esperienza formativa, ma trovando ed esponendo il lavoro di
molti esordienti meritevoli, fino a creare solide piattaforme per la produzione
concreta di nuovi lavori, fornendo gli strumenti e le possibilità ai giovani
fotografi di entrare nel mondo dell’arte. Nel corso degli anni la sezione
dedicata alla fotografia emergente italiana ha accolto mostre di autori come
Francesco Jodice, Stefano Graziani, Domingo Milella, Alessandro Imbriaco,
Andrea Botto, Francesco Neri, Federico Clavarino, Nicolò Degiorgis, Luca
Nostri, Pietro Paolini, Giovanna Silva, The Cool Couple e molti altri. Nelle
ultime edizioni questo impegno è stato supportato e amplificato da Graziadei
Studio Legale che con il Premio Graziadei, giunto quest’anno alla sua quinta
edizione, permette a fotografi sotto i 35 anni di esporre in due edizioni
consecutive del Festival e offre ogni anno al vincitore una borsa di studio per
realizzare un lavoro e presentarlo nelle sale del MACRO.
Roma, oggi più che ieri, è il simbolo della
situazione socio-culturale italiana. Si guarda alla città e dalle sue vicende
si cerca di trarne una previsione che possa essere estesa al resto del
territorio. Vogliamo approfittare di questa quindicesima edizione – in termini
umani coinciderebbe con l’adolescenza, per un festival invece è l’espressione
di una straordinaria longevità – per rivolgere nuovamente verso la città il
nostro sguardo, per vederne restituita un po’ di quell’attenzione che abbiamo
nutrito oltre i nostri confini, riportando a Roma il baricentro del nostro
mondo e scoprire come dalla lettura di questa complessa città, possiamo
tradurre il mondo che ci circonda.
La solida e stretta collaborazione con il
museo MACRO ha visto una continua e costante crescita di pubblico, che anche
quest’anno coinvolgeremo in tre giornate inaugurali che rappresenteranno
un’apertura del museo e della fotografia alla città e agli altri linguaggi
artistici.
http://www.fotografiafestival.it/fotografia-2016-roma-il-mondo/
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