In calendario archeologia e
arte, da Raffello al cibo nell’antichità
di Edoardo Sassi
ROMA - Matisse, Morandi, Balthus: un 2015 nel segno della grande
(grandissima, verrebbe da dire) pittura. la crisi c’è ancora, ma la giostra
delle mostre temporanee pare non fermarsi. E a Roma in particolare saranno
tante e diversissime le esposizioni nel corso di quest’anno che sta per
cominciare. Come saranno queste mostre nello specifico lo si vedrà a tempo
debito. Ma intanto il calendario delle anticipazioni (suscettibile di
variazioni sopratutto per la programmazione autunnale) si presenta ricco e
sulla carta interessante. Ecco le principali rassegne.
«Arabesque» alle Scuderie del Quirinale
«Matisse. Arabesque», dal 4 marzo alle Scuderie del Quirinale, il più
importante spazio per mostre temporanee della Capitale che poi, in autunno,
accoglierà un’antologica di Balthus. A curare la mostra Matisse è Ester Coen,
che ha selezionato circa cento opere tra dipinti, disegni e costumi teatrali
riferiti all’intero arco della produzione artistica del grande maestro fauve.
In arrivo a Roma capolavori dal museo Pushkin di Mosca, dall’Ermitage di San
Pietroburgo (collezioni matissiane tra le più ricche e importanti al mondo) e
da New York. Come si evince dal titolo, la mostra focalizzerà in particolare il
tema della fascinazione dell’Oriente agli occidentalissimi occhi di
Matisse, con Picasso uno degli artisti più rivoluzionari di tutto il Novecento.
L’omaggio a Scialoja
Tra i quadri in arrivo, Ragazza con copricapo persiano, Zorah
sulla terrazza, Marocchino in verde, Pervinche-Giardino
marocchino, Paravento moresco, Ritratto di Yvonne Landsberg, Fruttiera
ed edera in fiore della collezione di Agnelli (Torino, Pinacoteca).
Primavera 2015: sarà il Vittoriano a dedicare una retrospettiva a un altro
grandissimo del XX secolo, celebrato e presente, tra i pochissimi italiani,
nelle collezioni permanenti di tutti i più grandi musei internazionali. Titolo
della rassegna: «Giorgio Morandi. 1890-1964». Nello stesso periodo, primavere
2015, con un pizzico di ritardo sul centenario della nascita, il Macro celebra
con un’antologica Toti Scialoja.
Le fotografie di Florence
Henri
Di livello, come al solito, il pacchetto (archeologia, fotografia,
arte) proposto per l’anno nuovo da Electa. In ordine cronologico, «Lacus
luturnae» (Roma, Foro romano-Tempio di Romolo), a cura di Adriano La Regina,
dal 19 febbraio al 20 settembre: all’interno della scenografica struttura a
pianta centrale del cosiddetto tempio di Romolo, ricomposto il contesto dei
rinvenimenti del Lacus Iuturnae, la fonte di Giuturna, la più importante
sorgente della città nella prima età repubblicana. Bella e originale si
preannuncia «La Roma di Florence Henri» (Museo Nazionale Romano, Terme di
Diocleziano, 1 aprile-21 giugno): esposti gli scatti italiani di una delle
fotografe di culto del mondo parigino, sodale di ogni avanguardia storica
(Dada, Futurismo, Bauhaus), ribelle e anticonvenzionale.
«Daedala Tellus», al Colosseo
i volti della Terra nel mondo antico
«Daedala Tellus. Volti, miti e immagini della Terra nel mondo antico»,
a cura di Maurizio Bettini, è la mostra — tanto archeologica quanto
«contemporanea» nel tema — proposta al Colosseo dal 23 aprile all’11 ottobre:
il ritorno all’ancestrale forza generatrice della natura, tradotta
primitivamente dall’arte, e in un momento di vivi fermenti ecologici e
ambientalisti. Una rassegna di opere a partire dalle Grandi Madri della
preistoria, di una femminilità generatrice tra umano e divino, racconta appunto
la daedala tellus. L’espressione, usata da Lucrezio, spiegava già il
senso di questo affascinante aggettivo: la Terra, diceva, è molteplice, sia in
sé, nelle proprie forme, sia nella sua capacità di creare. Arco cronologico
coperto, il periodo neolitico e protostorico con alcune necessarie incursioni
in epoca classica. «La forza delle rovine» è invece la rassegna proposta da
ottobre a Palazzo Altemps.
La riapertura di Santa Maria
Antiqua e Maurice Denis alla Gnam
«Santa Maria Antiqua e il Foro cristiano nell’Alto Medioevo» è il
titolo della mostra ideata da Maria Andaloro (sempre da ottobre), promossa in
occasione della riapertura al pubblico del monumento stesso, un complesso che
costituisce il cuore superstite del Foro cristiano. Dall’archeologia, all’arte:
«Maurice Denis. Dai Nabis a una nuova spiritualità» è la rassegna in programma
alla Galleria nazionale d’arte moderna, a cura di Stefania Frezzotti (dal 20
novembre), omaggio con cento opere all’artista francese capofila del Simbolismo
d’oltralpe.
Maxxi tra Favaretto e Olivio
Barbieri
Anticipazioni anche per la stagione 2015 del Maxxi, che ha già
annunciato le seguenti iniziative: a febbraio nuova tappa del progetto The
Independent, dedicato alle piattaforme indipendenti; ad aprile «Lara
Favaretto. Good Luck», progetto dell’artista sul tema, già molto sviscerato dal
contemporaneo, degli «scomparsi»; a giugno «Spazio, Cibo e Architettura» (in
contemporanea con Expo 2015), l’omaggio al fotografo Olivo Barbieri (antologica
1978-2014) e una personale di Maurizio Nannucci; a novembre «Transformers»,
sulla «contaminazione tra arte e design».
Tosi, Gherardi, Donati,
Pescucci, Canonero: costumi da Oscar
Versante Zètema: imminente e assai bella si annuncia la mostra (da
metà gennaio, data da confermare) «I vestiti dei sogni», a Palazzo Braschi.
Piero Tosi, Piero Gherardi, Danilo Donati, Gabriella Pescucci, Milena Canonero:
la prima grande esposizione sulla scuola italiana del costume cinematografico,
una delle grandi eccellenze nazionali che ha saputo fare incetta di Oscar. Da
fine gennaio, ai Musei Capitolini, «I giorni di Roma. L’età dell’angoscia»,
quarto appuntamento del ciclo dedicato ai cambiamenti di gusto, costume e
mentalità nel corso dei secoli che videro fiorire la civiltà romana.
«Eur, dal Fascismo alle Olimpiadi», da fine febbraio all’Ara Pacis: la
storia di uno dei quartieri più noti di Roma dalla sua progettazione in
occasione della mancata Esposizione Universale del 1942 fino ai Gioghi del
1960. Ancora a Palazzo Braschi, da fine marzo, «Feste Barocche», su concerti,
strumenti, mostre e itinerari di quattro secoli fa. Il cibo (tema ricorrente
anche a Roma durante Expo 2015) torna di scena all’Ara Pacis per la mostra
sull’alimentazione nella Roma Antica (da metà giugno): rilievi, sculture,
mosaici, affreschi e arredi da tavola, in ceramica bronzo e argento, nonché
vari allestimenti multimediali, per raccontare le abitudini alimentari del
mondo imperiale fino alla ricreazione, attraverso arredi originali, di un
banchetto, momento conviviale più alto e simbolico del mondo antico. A ottobre,
ai Musei Capitolini, «Raffaello, Parmigianino, Barocci», una mostra-confronto
sul rapporto che Parmigianino e Barocci, vissuti in epoche diverse,
instaurarono con Raffaello.
http://roma.corriere.it/notizie/cultura_e_spettacoli/14_dicembre_26/matisse-morandi-balthus-2015-segno-grande-pittura-f20d9980-8d18-11e4-8376-7968cfa1d9ad.shtml
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