lunes, 18 de agosto de 2014

ROSSINI OPERA FESTIVAL 2014 - 14 AGOSTO TEATRO ROSSINI IL BARBIERE DI SIVIGLIA



Commedia di Cesare Sterbini
Edizione critica Fondazione Rossini/Casa Ricordi, a cura di Alberto Zedda
Direttore GIACOMO SAGRIPANTI
Ideazione, progettazione, elementi scenici, movimenti di regia, video e costumi ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
Interpreti
Il Conte d’Almaviva JUAN FRANCISCO GATELL
Bartolo PAOLO BORDOGNA
Rosina CHIARA AMARÙ
Figaro FLORIAN SEMPEY
Basilio ALEX ESPOSITO
Berta FELICIA BONGIOVANNI
Fiorello / Ufficiale ANDREA VINCENZO BONSIGNORE
Ambrogio ALBERTO PANCRAZI
CORO SAN CARLO DI PESARO
Maestro del Coro SALVATORE FRANCAVILLA
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Esecuzione in forma semiscenica
  


“SOGNARE” il “BARBIERE DI SIVIGLIA” 
Scevro da accenni storici-politici, come nell’intenzione dell’autore, questo “Barbiere” (forse l’opera più conosciuta al mondo),  è stato proposto come un sogno: un sogno teatrale. Ecco quindi che elementi scenici, interpreti, pubblico, tecnici (presso l’Accademia di Urbino definiti “funzionari” in quanto fanno funzionare lo spettacolo) son diventati realmente un tutt’uno partecipante e partecipativo. 
La convenzione tra la Sovrintendenza del Rof e l’Accademia delle Belle Arti di Urbino ha centrato l’obiettivo dell’ideazione, della  progettazione e della realizzazione della globale messa in scena, utilizzando una accorta chiave di lettura di questa nuova edizione critica, pur avendo dovuto modificare alcuni piani scenici in corso di allestimento per rendere più agevole l’impegno di tutti. 
Non si è trattato del solito “teatro nel teatro”, ma di una onirica visione; i tecnici in scena hanno indossato una maschera, come nel teatro dell’origine; vorticose scritte  son state proiettate a tempo di musica sui legni dei palchi, suggerendo suggestioni fantasiose, ancorchè ravvivare i bagliori temporaleschi delle tempeste rossiniane.  Gli abiti di scena impiegati sono risultati  abiti eleganti di uso comune che ha ceduto il passo ai più oleografici costumi teatrali a rimarcare pesantemente i travestimenti che nell’opera si susseguono.
 Il pregevole ed accurato lavoro degli allievi  della Scuola di Scenografia –docente Francesco Calcagnini- ha trovato vivida ricchezza negli interpreti che hanno avuto spazio ognuno per una individuale espressione e collettivamente per privilegiare una interpretazione accurata e dettagliata dei singoli personaggi.

Juan Francisco Gatell –conte d’Almaviva- è tenore agile sulla scena e nell’emissione che ha offerto gradevoli morbidezze e limpidi acuti; i vari personaggi dei travestimenti li ha  resi con divertente efficacia e piacevoli all’ascolto.
Don Bartolo trova in Paolo Bordogna uno dei suoi interpreti di riferimento, che qui ha potuto esprimere con raffinatezza le buffe peculiarità del personaggio; la voce è stata al solito utilizzata con salda  sicurezza sia nelle arie che nei gradevoli ed apprezzati recitativi.
‘Una voce poco fa…’ e naturalmente è partito l’applauso meritato, per Chiara Amarù che con voce chiara e linda ha tratteggiato Rosina con bei virtuosismi e colorate agilità.
Il giovane Florian Sempey interpreta Figaro con allegrezza e simpatia: fin dalle prime note si sono intuite le morbide rotondità che si sono andate  a spalmare su tutta l’opera che dalla sua interpretazione ne ha tratto certo rilievo.
Don Basilio, benedicente ed orante, tra il pubblico e sul palco è il bravo Alex Esposito; il consueto timbro possente ed al tempo stesso armonioso sono andati a  sommarsi alla caricaturale e divertente interpretazione (interessante “la calunnia” in una sorta di subdolo confessionale)
Felicia Bongiovanni, con voce straordinariamente fresca e giovanile ha intagliato un delizioso cammeo con il personaggio di  Berta, mentre Andrea Vincenzo Bonsignore è Fiorello e Ufficiale, resi con buon timbro e tranquillità interpretativa.
Alberto Pancrazi è il sorprendente Ambrogio. 
L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna è stata diretta da Giacomo Sagripantiche procedendo nella direzione ha ricercato e trovato alcune raffinatezze che hanno impreziosito l’insieme.

Questa produzione oltre che per gli ottimi interpreti ed il chiarissimo fraseggio complessivo,  sarà ricordata anche per le  luci veloci, le proiezioni, le entrate tra il pubblico in portantina o a cavallo, per  il busto che gira, per il cervello spillonato, per le apparizioni dei personaggi da sotto una tovaglia  piuttosto che da un’apertura sul piano di un  tavolo, per Don Bartolo che  prima si è lasciato ipnotizzare da Figaro con un orologio a catenella,  e poi ha infilato il volto  in una tuba.
 Sicuramente una realizzazione che connota il Rof della voglia di ricercare e di offrire contestualmente  opportunità  a giovani studenti talentuosi..    
 La Musica vince sempre

Renzo Bellardone

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