Commedia di Cesare Sterbini
Edizione critica Fondazione Rossini/Casa Ricordi, a cura di
Alberto Zedda
Direttore GIACOMO
SAGRIPANTI
Ideazione, progettazione, elementi scenici, movimenti di
regia, video e costumi ACCADEMIA
DI BELLE ARTI DI URBINO
Interpreti
Il Conte d’Almaviva JUAN FRANCISCO GATELL
Bartolo PAOLO
BORDOGNA
Rosina CHIARA
AMARÙ
Figaro FLORIAN
SEMPEY
Basilio ALEX
ESPOSITO
Berta FELICIA
BONGIOVANNI
Fiorello / Ufficiale ANDREA VINCENZO BONSIGNORE
Ambrogio ALBERTO PANCRAZI
CORO SAN CARLO DI PESARO
Maestro del Coro SALVATORE FRANCAVILLA
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Esecuzione in forma semiscenica
“SOGNARE” il “BARBIERE DI SIVIGLIA”
Scevro da accenni storici-politici, come nell’intenzione
dell’autore, questo “Barbiere” (forse l’opera più conosciuta al mondo), è
stato proposto come un sogno: un sogno teatrale. Ecco quindi che elementi
scenici, interpreti, pubblico, tecnici (presso l’Accademia di Urbino definiti
“funzionari” in quanto fanno funzionare lo spettacolo) son diventati realmente
un tutt’uno partecipante e partecipativo.
La convenzione tra la Sovrintendenza del Rof e l’Accademia
delle Belle Arti di Urbino ha centrato l’obiettivo dell’ideazione, della
progettazione e della realizzazione della globale messa in scena, utilizzando
una accorta chiave di lettura di questa nuova edizione critica, pur avendo
dovuto modificare alcuni piani scenici in corso di allestimento per rendere più
agevole l’impegno di tutti.
Non si è trattato del solito “teatro nel teatro”, ma di una
onirica visione; i tecnici in scena hanno indossato una maschera, come nel
teatro dell’origine; vorticose scritte son state proiettate a tempo di
musica sui legni dei palchi, suggerendo suggestioni fantasiose, ancorchè
ravvivare i bagliori temporaleschi delle tempeste rossiniane. Gli abiti
di scena impiegati sono risultati abiti eleganti di uso comune che ha
ceduto il passo ai più oleografici costumi teatrali a rimarcare pesantemente i
travestimenti che nell’opera si susseguono.
Il pregevole ed accurato lavoro degli allievi
della Scuola di Scenografia –docente Francesco Calcagnini- ha trovato vivida
ricchezza negli interpreti che hanno avuto spazio ognuno per una individuale
espressione e collettivamente per privilegiare una interpretazione accurata e
dettagliata dei singoli personaggi.
Juan Francisco Gatell –conte
d’Almaviva- è tenore agile sulla scena e nell’emissione che ha offerto
gradevoli morbidezze e limpidi acuti; i vari personaggi dei travestimenti li ha
resi con divertente efficacia e piacevoli all’ascolto.
Don Bartolo trova in Paolo Bordogna uno
dei suoi interpreti di riferimento, che qui ha potuto esprimere con
raffinatezza le buffe peculiarità del personaggio; la voce è stata al solito
utilizzata con salda sicurezza sia nelle arie che nei gradevoli ed apprezzati
recitativi.
‘Una voce poco fa…’ e naturalmente è partito l’applauso
meritato, per Chiara Amarù che con voce chiara e linda ha
tratteggiato Rosina con bei virtuosismi e colorate agilità.
Il giovane Florian Sempey interpreta
Figaro con allegrezza e simpatia: fin dalle prime note si sono intuite le
morbide rotondità che si sono andate a spalmare su tutta l’opera che dalla
sua interpretazione ne ha tratto certo rilievo.
Don Basilio, benedicente ed orante, tra il pubblico e sul
palco è il bravo Alex Esposito; il consueto timbro possente ed al
tempo stesso armonioso sono andati a sommarsi alla caricaturale e
divertente interpretazione (interessante “la calunnia” in una sorta di subdolo
confessionale)
Felicia Bongiovanni,
con voce straordinariamente fresca e giovanile ha intagliato un delizioso
cammeo con il personaggio di Berta, mentre Andrea Vincenzo
Bonsignore è Fiorello e Ufficiale, resi con buon timbro e tranquillità
interpretativa.
Alberto Pancrazi è il
sorprendente Ambrogio.
L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna è stata diretta
da Giacomo Sagripantiche procedendo nella direzione ha ricercato e
trovato alcune raffinatezze che hanno impreziosito l’insieme.
Questa produzione oltre che per gli ottimi interpreti ed il
chiarissimo fraseggio complessivo, sarà ricordata anche per le luci
veloci, le proiezioni, le entrate tra il pubblico in portantina o a cavallo,
per il busto che gira, per il cervello spillonato, per le apparizioni dei
personaggi da sotto una tovaglia piuttosto che da un’apertura sul piano
di un tavolo, per Don Bartolo che prima si è lasciato ipnotizzare
da Figaro con un orologio a catenella, e poi ha infilato il volto
in una tuba.
Sicuramente una realizzazione che connota il Rof
della voglia di ricercare e di offrire contestualmente opportunità
a giovani studenti talentuosi..
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
No hay comentarios:
Publicar un comentario