Dramma per musica di
Giovanni Schmidt
Edizione critica
Fondazione Rossini/Casa Ricordi, a cura di Charles S. Brauner e Patricia B.
Brauner
Direttore CARLO RIZZI
Regia LUCA RONCONI
Regista
collaboratore UGO
TESSITORE
Scene MARGHERITA PALLI
Costumi GIOVANNA BUZZI
Coreografie MICHELE ABBONDANZA
Coreografa
collaboratrice ANTONELLA
BERTONI
Progetto luci A.J. WEISSBARD
Collaboratrice alle
luci PAMELA CANTATORE
Interpreti
Goffredo e Ubaldo RANDALL BILLS
Rinaldo ANTONINO
SIRAGUSA
Idraote e Astarotte CARLO LEPORE
Armida CARMEN
ROMEU
Gernando e Carlo DMITRY KORCHAK
Eustazio VASSILIS
KAVAYAS
Ensemble di
danza COMPAGNIA
ABBONDANZA/BERTONI
ORCHESTRA
E CORO DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
Maestro del Coro ANDREA FAIDUTTI
Nuova produzione
Il 27 gennaio del 1770
al Teatro Regio di Torino andava in scena ARMIDA di Pasquale Anfossi su
libretto del santhiatese Jacopo Durandi (mi si conceda la citazione da
concittadino del Durandi), per i festeggiamenti carnevaleschi e per tentare di
risollevare le sorti del Teatro.
Quarantasette anni
dopo, al Teatro San Carlo di Napoli, veniva invece rappresentata per la prima
volta l’Armida di Gioacchino Rossini.
L’allestimento
presentato al Rof 2014 è stato firmato da Luca Ronconi che è
tornato sulla scena pesarese di Armida per la seconda volta e con una
chiave di lettura molto differente: non più rimandi cinematografici, ma
essenzialità e simbolismo.
Le scene del primo
atto hanno catapultato gli spettatori nel teatro dei “pupi”, mentre
nel secondo, si riscontra l’affidamento all’uniformità grigia delle scene ed
alle luci, più che a marcate ideazioni registico/scenografiche.
Il balletto al
secondo atto, ancorchè con costumi rigorosi che hanno contenuto la
sensualità della scena, è risultato comunque erotico e modernamente
avvincente; al contempo i costumi del coro femminile son risultati
riccamente luccicanti.
La narrazione
musicale è fluida e gradevole con la direzione di Carlo Rizzi e fin dalla
sinfonia emergono dolcezza, desiderio di battaglie e ritmo incalzante..
L’opera è nota per il
preponderare delle voci tenorili: Goffredo e Ubaldo sono affidati alla
fresca voce del giovanissimo Randall Bills che
nonostante la naturalmente breve carriera si è presentato con piglio sicuro e
grande fermezza nella linea di canto.
Antonino Siragusa, fuoriclasse nelle impervie agilità, ha cantato il ruolo
di Rinaldo con purezza vocale ed acuti vibranti e limpidi; nei duetti e nel
terzetto ha colto le più poetiche sfumature insite nelle arie, espandendole
nella bellezza musicale;
Dmitry Korchak ha sostenuto le parti di Gernando “non soffriro’
l’attesa”e Carlo con voce morbida ed avvolgente che si è innalzata in acuti
raffinati.
Interessante Vassilis
Kavayas che si è presentato con una bella voce gradevole, ben
apprezzata nei recitativi.
Idraote e
Astarotte, (due volti per uno stesso simbolismo) con azzeccati costumi ispirati
ad uccelli notturni che aprono e spiegano le ali in modo inquietante, hanno
incontrato la possanza vocale di Carlo Lepore, la cui forte
presenza scenica si arricchisce e si fa ancor più autorevole grazie alla
brunita profondità timbrica dai variegati, ma ben definiti colori scuri.
Carmen Romeu,
interprete di Armida, non ha incontrato i favori di larga parte del
pubblico in sala, per alcune difficoltà nel controllo della voce, seppur sia
stato ben evidente l’impegno profuso per un ruolo non certamente semplice, il
quale richiede agilità coloristiche ed indagate raffinatezze.
Il coro è
risultato ben diretto da Andrea Faidutti.
Interessante
l’idea del nastro trasportatore per alcune entrate ed uscite dei
personaggi, di effetto la spaccatura del foglio di carta da parte dei
ballerini, per l’ingresso in scena dopo le ombre cinesi, e di stile il
dominante grigio all’Acheronte” con inquietanti uccellacci che contornano
Lepore che appare al dispiegamento del suo mantello alato.
La musica vince sempre
Renzo Bellardone
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