Palazzo Venezia - Castel
Sant'Angelo
24 giugno - 17 settembre
2017 - mostra
Giorgio da Castelfranco
detto Giorgione - Due amici, 1502 ca.
Labirinti del cuore.
Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma è una mostra
costruita intorno ad un capolavoro di Giorgione, i due amici, un doppio
ritratto ormai da tempo considerato da gran parte della critica come uno dei
capisaldi del maestro di Castelfranco, ma ancora poco noto rispetto alla sua
straordinaria rilevanza, come punto di svolta epocale nella ritrattistica
italiana del primo Cinquecento. Rispetto ai precedenti, non solo veneti, si
contraddistingue infatti per un’inedita sintesi di elementi che ne fanno
l’archetipo di una nuova idea del ritratto, che intende sottolineare lo stato
d’animo e l’espressione dei sentimenti d’amore.
L’opera appare strettamente
legata ad un particolare clima culturale, quello della gioventù patrizia
lagunare nel momento “edonistico” di massima espansione politica, alla vigilia
del radicale ridimensionamento a cui sarà costretta la Serenissima.
Il doppio ritratto di
Giorgione è conservato nelle collezioni di Palazzo Venezia, ma è attestato a
Roma fin dall’inizio del Seicento, a testimonianza dei fili storici che legano
la figura di Giorgione a Roma, nel quadro di una rete, ben più ampia, dei rapporti intercorsi tra Venezia e la
Città eterna, che ebbero il loro palcoscenico privilegiato proprio nel Palazzo
di Venezia, come si dovrebbe più propriamente definire quella che era la prima
dimora romana di un accertato collezionista, e con ogni probabilità anche
committente, del pittore di Castelfranco: ossia il cardinale Domenico Grimani, con papa Paolo II Barbo uno dei personaggi chiave dei rapporti
politici, diplomatici e culturali tra i due stati tra la fine del Quattrocento
e i primi due decenni del Cinquecento.
Ed è proprio
nell’Appartamento Barbo che si sviluppa la prima sezione della mostra, dedicata
a quelle vicende storiche e alla straordinaria novità de i due amici di
Giorgione nelle vicende artistiche del primo ‘500.
La mostra prosegue a Castel
Sant’Angelo, negli Appartamenti papali, dove è allestita la seconda sezione,
con altre opere provenienti da importanti musei del mondo, di grandi maestri
del Cinquecento tra cui Tiziano, Tintoretto, Romanino, Moretto, Ludovico
Carracci, Bronzino, Barocci e Bernardino Licinio. Opere che conducono il
visitatore in quel labirinto esistenziale che ogni uomo porta in sé e che si
riflette anche nell’esperienza amorosa, tra innamoramento e approdo
matrimoniale, tra abbandono e nostalgia.
La mostra è curata da
Enrico Maria Dal Pozzolo, fra i massimi specialisti di pittura veneta fra l’età
rinascimentale e barocca, con la collaborazione di un prestigioso comitato
scientifico composto da Lina Bolzoni, Miguel Falomir, Silvia Gazzola, Augusto
Gentili e Ottavia Niccoli. Il percorso espositivo comprende complessivamente 45
dipinti, 27 sculture, 36 libri a stampa e manoscritti, oltre a numerosi altri
oggetti, stampe e disegni. L’allestimento in entrambe le sedi è progettato
dallo studio De Lucchi. Il catalogo è edito da arte’m. La mostra è promossa e
organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, con la
collaborazione di Civita Mostre.
Labirinti del cuore è
visitabile con un biglietto unico comprensivo dei due siti museali e delle due
sezioni della mostra. Una audioguida compresa nel biglietto di ingresso è
disponibile per tutti i visitatori a Palazzo Venezia, mentre a Castel
Sant’Angelo i contenuti della mostra sono fruibili attraverso la nuova app
scaricabile gratuitamente.
http://www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/165/eventi/271/labirinti-del-cuore-giorgione-e-le-stagioni-del-sentimento-tra-venezia-e-roma
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