di CHIARA PIZZIMENTI
Il 18 luglio del 1918 nasceva
colui che è rimasto Invictus, l'uomo che ha lottato contro l'Apartheid passando
27 anni in carcere
«Il coraggio non è la
mancanza di paura, ma la capacità di vincerla».
«Non c’è nessuna strada
facile per la libertà!».
«Io odio il razzismo, che
venga da un uomo bianco o da un nero».
Se ne potrebbero citare
decine, di frasi di Nelson Mandela. Tutte ugualmente potenti ed emozionanti.
Tutte che prendono corpo e forma nella figura del leader della lotta
all’Apartheid nato esattamente 100 anni fa, il 18 luglio del 1918, e morto il 5
dicembre del 2013. È una vita indimenticabile quella di Madiba, questo era il
soprannome di Nelson Mandela, che ha passato quasi trent’anni in carcere, ha
vinto la battaglia contro la segregazione razziale ed è stato il primo
presidente nero del suo Sudafrica dal 1994 al 1999.
IL NOME
Nelson Rolihlahla Mandela
era il suo nome completo. Mandela veniva dal nonno paterno. Rolihlahla, che
significa «colui che provoca guai», gli venne attribuito alla nascita, Nelson,
alla scuola elementare metodista (all’interno della chiesa studiò e sempre
metodista restò la sua fede) dalla maestra che trovava il primo troppo
difficile. Il soprannome Madiba era il suo nome all’interno del clan dell’etnia
Xhosa.
L’INFANZIA
Nelson Mandela è nato a
Mvezo. Il nome non dice niente ai più. È un villaggio nel sud est del
Sudafrica, sulle rive del fiume Mbashe nella regione di Umtata. Ancora oggi il
sindaco è un Mandela. Da qui Madiba fuggì 19enne insieme al cugino. A entrambi
veniva imposto un matrimonio combinato. Disse no e insieme andarono a
Johannesburg dove Mandela studiò legge. Qui entrò in contatto con la politica
staccata dal suo clan. Si unì nel 1942 all’African National Congress fondando
poi l’associazione giovanile Youth League. Da un villaggio di pastori alla
guida del paese partendo dall’opposizione al regime sudafricano, che negava i
diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana.
LA LOTTA POLITICA
Da avvocato che Mandela
fece politica. Fra gli anni ‘40 e ‘50 con Oliver Tambo fondò l’ufficio legale
Mandela e Tambo fornendo assistenza a basso costo ai neri che non se la
potevano permettere. Al governo, dal 1948, c’era il Partito Nazionale,
sostenitore della segregazione razziale. Dall’opposizione di Mandela nacque la
Carta della Libertà, base della causa anti-apartheid.
Fu arrestato con altre 150
persone il 5 dicembre 1956 con l’accusa di tradimento. Il processo durò fino al
1961 e tutti furono assolti. Nel marzo del 1960, dopo l’uccisione di
manifestanti disarmati a Sharpeville e la successiva interdizione dell’ANC e di
altri gruppi anti-apartheid, Mandela e i suoi colleghi appoggiarono la lotta
armata. L’arresto che lo portò definitivamente in carcere è del 1963. Fu
condannato all’ergastolo per il coinvolgimento nell’organizzazione di un’azione
armata e la cospirazione per aver cercato di aiutare gli altri Paesi a invadere
il Sudafrica, reato a cui Mandela si è sempre detto estraneo.
LA PRIGIONIA
Dal 1963 Mandela restò in
carcere per 27 anni a Robben Island. Free Nelson Mandela, Nelson Mandela
libero, era il grido della lotta alla segregazione razziale in tutto il mondo.
Disse no alla scarcerazione che gli era stato offerta nel 1985 dal Presidente
Botha in cambio della rinuncia alla lotta armata. Non rinunciò mai a combattere
portando il suo partito all’interno dell’internazionale socialista, con
ispirazione nella rivoluzione di Cuba, ma sempre con apertura al dialogo.
Rimase in prigione fino all’11 febbraio del 1990. In carcere lesse libri e
poesie in Afrikaner e in inglese sempre con addosso una divisa con un numero:
era il detenuto 46664.
MANDELA LIBERO
Fu il presidente
sudafricano Frederik de Klerk a ordinare il suo rilascio e la legalizzazione
dell’ANC, il suo partito. Mandela e de Klerk ottennero il Premio Nobel per la
pace nel 1993. Il giorno della liberazione Mandela tenne un discorso dalla City
Hall di Città del Capo, l’inizio della riconciliazione nazionale. Fu il primo
presidente sudafricano a essere eletto con suffragio universale nel 1994 e il
primo non bianco.
DOPO LA PRESIDENZA
Lascia la vita politica
ormai ottantenne Mandela continuò la battaglia per il suo paese e in
particolare la lotta all’Aids che aveva contagiato centinaia di migliaia di
persone in Sudafrica. Icona della libertà Madida è stato affiancato da grandi
personaggi dello spettacolo come Naomi Campbell, gli U2, i Simple Minds con la
canzone Mandela Day, Ruud Gullit che gli dedicò il pallone d’oro vinto nel
1987. Dal 2010 si celebra, proprio il 18 luglio, Nelson Mandela International
Day.
Almeno tre film lo
ricordano: Il colore della libertà – Goodbye Bafana di Bille August che
raccontato il rapporto con il secondino della sua cella, Mandela – La lunga
strada verso la libertà del 2013 con la canzone Ordinary Love degli U2 e
soprattutto Invictus del 2009 di Clint Eastwood con Morgan Freeman nei panni di
Nelson Mandela nei primi anni della sua presidenza.
LO SPORT
Mandela usò lo sport come
collante per la sua nazione che rinasceva unita. Lo fece con lo sport dei
bianchi: il rugby. Nel 1995, appena un anno dopo la sua elezione alla presidenza
il Sudafrica ospitava i mondiali. Di un evento che poteva essere terreno di
scontro fece un successo. Anche questo racconta il film di Eastwood. Madiba
aveva conosciuto il rugby in carcere perché, si racconta, aveva bisogno di un
fornelletto per scaldarsi e il direttore del carcere glielo concesse solo dopo
lunghe chiacchierate sulla palla ovale. Amava invece il calcio ed era ancora
vivo nel 2010 quando il suo paese, primo stato africano, ospitò i mondiali.
LE DONNE
Mandela si è sposato tre
volte. La prima moglie è stata Evelyn Ntoko Mase dalla quale divorziò nel 1957
dopo tredici anni di matrimonio. Divorziò per un’altra. «Sono rimasto folgorato
dalla sua bellezza la prima volta che l’ho vista». Madiba lo scrisse nella sua
autobiografia, Lungo cammino verso la libertà, del momento del suo primo
incontro con Winnie Madikizela, allora ventenne. Lei aspettava l’autobus, lui
passò nello stesso punto. Al primo appuntamento Mandela, che era vicino ai 40
anni e padre di famiglia, disse che l’avrebbe sposata. E così fu. Con lei restò
sposato fino al 1992, durante tutti gli anni di prigione. Finì per contrasti
politici e per i guai di lei implicata nelle lotte violente contro il governo
segregazionista. A ottant’anni Mandela ha sposato Graça Machel, vedova di Samora
Machel, presidente fondatore del Mozambico.
LA MORTE
Nelson Mandela è morto il 5
dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg all’età di 95 anni; a darne per
primo l’annuncio è stato il Presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, in diretta
televisiva. Già dal marzo del 2013 era stato ricoverato più volte. Cinque
giorni dopo c’è stato il funerale allo stadio di Johannesburg con il mondo
intero a salutarlo compresi il presidente americano Obama e quello cubano Raul
Castro che per la prima volta si strinsero la mano.
LA POESIA
C’è una poesia di William
Ernest Henle, si intitola Invictus, colui che non è vinto, ed è stata associata
a Mandela ancora prima che Clint Eastwood ne facesse il titolo del suo film sul
presidente sudafricano. Dice così: «…Ringrazio qualunque dio ci sia per la mia
anima invincibile…Io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della
mia anima». Mandela ha raccontato che questa poesia è stata la principale causa
del suo continuare a vivere nei 27 anni della prigione.
https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2018/07/18/mandela
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