L’autore novantenne
del bestseller «Così parlò Bellavista» e il regista di «Benvenuti al Sud»
firmano per Mondadori «Napolitudine», manifestazione d’affetto per la loro
città
di Severino Colombo
Da sinistra: Luciano
De Crescenzo (1928) con Alessandro Siani (1975). Foto di Matteo Moriconishadow
«Per me la
napolitudine è un tipo di nostalgia inspiegabile, perché a me Napoli manca
sempre, persino quando sono lì!» dice uno. L’altro risponde: «L’essere
napoletani non deriva soltanto dall’essere nati a Napoli, è uno stato emotivo
viscerale, una forza che ci spinge ad andare avanti nonostante le difficoltà».
L’uno e l’altro sono
partenopei doc, nell’ordine Luciano De Crescenzo (classe 1928) e Alessandro
Siani (1975), entrambi innamorati di Napoli e — per dirla con Platone —
dell’idea di Napoli: e tutto si può chiedere agli innamorati meno che di essere
equilibrati quando parlano della loro amata.
Insieme i due
firmano Napolitudine (Mondadori) un libro, spontaneo e leggero, che si legge
d’un fiato lasciando affiorare un sorriso. La premessa del volume sta in una
telefonata di Siani a De Crescenzo per metterlo al corrente dell’intenzione
(poi diventata realtà) di portare in teatro Così parlò Bellavista. «Uggesù che
bella idea!» il commento. I due si danno appuntamento a Roma e il libro è la
cronaca romanzata di quell’incontro mentre, seduti al bar, si scambiano
opinioni su arte, vita e carriera, e, ça va sans dire, su Napoli.
Bellavista è il
primo libro di De Crescenzo; uscito nel 1977, è stato un bestseller diventato
poi anche un film (diretto e interpretato dallo stesso De Crescenzo) e ha fatto
da battistrada a una carriera formidabile. Gli oltre quaranta libri pubblicati,
tradotti in ventuno lingue fanno di De Crescenzo uno degli autori italiani più
internazionali.
Fino ad allora aveva
lavorato alla Ibm come ingegnere elettronico. «Cosa ti ha spinto ha cambiare
vita?» Gli chiede Siani. «Nessuno». La risposta è un aneddoto e una lezione:
tornato al lavoro dopo una settimana di malattia De Crescenzo chiede alla
segretaria chi lo abbia cercato; la risposta è nessuno. Racconta: «Ecco, fu in
quel momento che decisi di dare le dimissioni».
Bellavista è una
storia che gioca sulle differenze tra Nord e Sud, tra Napoli e Milano, come il
film campione d’incassi di Siani, Benvenuti al Sud, uscito nel 2010, che
racconta di un lombardo in Meridione. «Oggi non sarebbe più attuale un film su
Nord e Sud», scrive Siani; conta più «la diffidenza verso gli immigrati».
Nel libro: i due al
tavolino del bar vengono riconosciuti — e avvicinati per un selfie — da una
scolaresca partenopea in gita nella Capitale; è il pretesto perfetto per
allagare il discorso al presente, ai social network, ai giovani.
Il novantenne De
Crescenzo ha la curiosità di un ragazzino («Di preciso a cosa serve questo
Instagram?») e viene ricambiato dai ragazzini con la stessa moneta: anche i più
scalmanati rimangono a bocca aperta mentre racconta di come sarebbe andata a
finire la storia del minotauro se Teseo avesse avuto Facebook oppure di che
cosa ha in comune Thanos, personaggio Marvel, con il mitico Crono e i suoi
fratelli. Siani in preda a un delirio amoroso per la sua città ironizza su come
«Napoli è forse l’unica speranza che ci è rimasta per sfuggire al potere dei
social network».
L’uno e l’altro
filosofeggiano su cosa sia la felicità e dove stia l’essenza dell’uomo: nello
«scambiare esperienze ed emozioni con gli altri», non nello stare tutto il
giorno davanti a un video, «si tratti di un televisore o un computer».
All’occorrenza
chiamano in causa altri concittadini come il commediografo Michele Galdieri
(1902-1965), che parlava della smania ’e turnà come quel particolare sentimento
che lega chi, nato a Napoli, è stato costretto a lasciarla, e Eduardo Di Capua
(1865-1917), musicista che compose la melodia di ’O sole mio ispirato da
un’alba a Odessa, sul Mare Nero. «È come se Napoli lo avesse seguito fin lì —
chiosa De Crescenzo —, portando con sé le emozioni che la rendono unica».
https://www.corriere.it/19_marzo_23/luciano-de-crescenzo-alessandro-siani-libro-napoli-nostalgia-sud-mondadori-0f52818c-4d9e-11e9-8911-13a101900170.shtml
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