martes, 2 de abril de 2019

QUARTET – TEATRO CARCANO MILANO


 29 marzo 2019

Trattare con ironia  la realtà  talvolta pensierosa e triste, è certamente frutto dell’arte di saper raccontare,  probabilmente derivante dall’arte di saper vivere. La vita ha per sua natura una fine ed il periodo che la precede è di norma l’età della vecchiaia, della perdita della memoria e questo succede a tutti, anche a chi è stato bello, giovane e famoso !
di Ronald Harwood
Con
Giuseppe Pambieri
Paola Quattrini
Cochi Ponzoni
e con Erica Blanc
Scene Fabiana Dimarco
Costumi Teresa Acone
Disegno luci Mirko Oteri
Regia Patrick Rossi Gastaldi
Produzione Marioletta Bideri & Rosario Coppolino
per 
Bis Tremila e Compagnia Moliére srl
In collaborazione con il 
Festival Teatrale di Borgio Verezzi


Gli attori sono certamente le ‘vecchie glorie’ del teatro italiano, che il pubblico ha amato ed ama con ininterrotto affetto ed oltre tutto sono molto conosciuti al grande pubblico per aver partecipato negli anni a diverse produzioni televisive.
Venendo a ‘Quartet’, ho scelto di assistere allo spettacolo, in virtù della mia passione per l’opera lirica; siamo infatti in una elegante casa di riposo per artisti, dove vecchie stelle della lirica si ritrovano tra caleidoscopici ricordi e quotidiane dimenticanze e confusioni. I vecchi rancori riemergono ed un nuovo limbo psicologico talvolta ammorbidisce la realtà, confondendola tra le pieghe di antiche pulsioni e memoria labile.


Giuseppe Pambieri è un ex tenore che mantenendo la classe dei tempi andati sta scrivendo la sua biografia, ma pur applicandosi è ancora fermo a narrare del periodo della scuola elementare ! Erica Blanc, famoso soprano internazionale ed ex moglie del tenore, approda alla casa di riposo con l’alterigia del tempo degli applausi, dei giornalisti e dei fotografi, ma un’anca da operare la costringe a camminare con il bastone. Cochi Ponzoni, pare un ex bass-bariton che, nonostante 35 anni di matrimonio con la stessa donna, oltre alle superbe interpretazioni ricorda anche le avventure galanti che vorrebbe ancora rivivere, ma che una anziana virilità glielo impedisce. Paola Quattrini, contralto dei bei tempi… vive serenamente tra il ripetuto ascolto con le cuffie delle sue interpretazioni giovanili ed un offuscato ricordo dei tempi di Addis Abeba che continuamente rimbalza nei suoi discorsi.  I quattro ex cantanti si ritrovano coinvolti nei preparativi per festeggiamenti del 20 ottobre, compleanno di (JO GREEN) Giuseppe Verdi, ma subito nascono contrapposizioni e discordie. Nella elegante cornice della bianca veranda che da sul giardino della residenza, il soprano si rifiuta  di cantare per evitare di offuscare i ricordi della brillante voce del passato con una tremolante e discontinua interpretazione. Gli altri tre stanno per rinunciare al QUARTETTO ‘Bella figlia dell’amore’ dal Rigoletto di Verdi per ripiegare, per forza maggiore su un terzetto di Rossini, che poco si addice alla ricorrenza verdiana. I meravigliosi interpreti caratterizzano con dettaglio i personaggi: Pambieri perennemente incazzato urla contro la cameriera che non gli da mai la cotognata a colazione, ma la marmellata di albicocche che a lui non piace; Blanc, tratteggia l’ex soprano che mille successi e diversi mariti ha avuto nella vita ed ora, oltre ad aver perso la voce, non ha nemmeno più di che sostentarsi, ma in un estremo gesto di amore dona una cotognata all’ex marito riappacificandosi. Cochi Ponzoni è il più terreno di tutti e si accontenta di guardare il fondo schiena della compagna di residenza Paola Quattrini, che tra una confusione e l’altra non dimentica però di correre in giardino a guardare il giardiniere a busto scoperto.

Tra rimandi, discussioni, incomprensione e desideri alla fine, osservando il contralto/Quattrini che muove le labbra riascoltando le antiche registrazioni, i quattro hanno la risolvente ispirazione per il compleanno di Giuseppe Verdi: canteranno il quartetto dal Rigoletto in play back !
Spettacolo di gusto e gradevole che pur ironizzando su una situazione poco allegra, rende una narrazione gradevole ed anche un po’ leggera, come inevitabilmente deve essere la vita soprattutto quando si ingrigisce un po’…
Il teatro vince sempre!
Renzo Bellardone

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