di Caterina
L'11 Dicembre 1803 nasceva
Hector Berlioz, compositore che avrebbe spinto enormemente le potenzialità
dell'orchestra e degli impasti timbrici senza aver mai padroneggiato l'uso di
un qualsivoglia strumento. Si era infatti dedicato agli studi di medicina prima
di dedicarsi completamente alla musica.
Ricordiamo la data di
nascita del compositore francese il
giorno che precede l'inaugurazione della stagione 2017/18 del Teatro dell’Opera
di Roma, domani infatti andrà in scena al Costanzi La Damnation de Faust e
l'occasione si annuncia ghiotta ed entusiasmante, molto più che il
Sant'Ambrogio scaligero giocato per lo più sul glamour di Anna Netrebko e sul
relativo gossip riguardo al di lei marito, titolare del ruolo eponimo
nell'Andrea Chènier.
Opera controversa e di
alterne fortune, sin dalla sua definizione (Opéra de Concert, Oratorio, Légende Dramatique? ), rappresentò uno dei
fallimenti professionali più cocenti di Berlioz. Nel novembre del 1846 fu il
compositore stesso a dirigere la sua nuova creazione in forma di concerto
all'Opéra Comique di Parigi. Nelle sue Mémoires, autobiografia che illustra con
profondità l'essenza del musicista, a proposito della prima egli riporta con
dolore: "Rien dans ma carriere d'artiste ne m'a plus profondamente blessé que cette indifference inattendue. La
découverte fut cruelle, mais utile au moins, en ce sens que j'en profitai, et que, depuis
lors, il ne m'est pas arrivé d'aventurer
vingts francs sur la foi de l'Amour du public parisien pour ma musique".
D'altra parte chi era la
figura di Faust se non un archetipo di
una figura o meglio un topic letterario che sfidava la musica ad appropriarsene
con un linguaggio differente. Berlioz aveva letto l'opera di Goethe nella traduzione francese di Gérard de
Nerval e ne era rimasto affascinato come altri compositori prima e dopo di lui.
Componendo prima Les huits scènes de Faust, dando loro forma compiuta nel 1846 con la Damnation, il musicista
conferma e ribadisce una libertà creatrice pressoché assoluta, quasi
reinventando il mito di Faust.
Secondo Berlioz l'uomo che
aveva siglato un patto con il diavolo deve finire all'inferno, dannato per
l'eternità. Ma l'audacia e il desiderio di trasgressione, il sogno faustiano
diventano alla fine quello di un linguaggio musicale che reinventa le forme, le
piega nell'associazione mai sperimentata di timbri in un'esperienza
essenzialmente sonora.
Tutto ciò rappresenta una
sfida per un regista d'opera di oggi, terreno più che fertile per Damiano
Michieletto che fa della sua enorme inventiva al servizio di musica e libretto
la carta vincente delle sue mises en scène.
Per chi non sarà in teatro
domani, Rai 5 trasmetterà lo spettacolo in leggera differita alle 21,15.
Veronica Simeoni é
entusiasta del lavoro svolto in prova e debutta nel ruolo di Marguerite. Qui di
seguito potete leggere le sue dichiarazioni in attesa di vederla in azione da
domani e fino al 23 dicembre.
No hay comentarios:
Publicar un comentario