martes, 12 de diciembre de 2017

12 DICEMBRE, PRIMA, OPERA DI ROMA. DAMNATION DE FAUST: IL MITO SECONDO BERLIOZ

di Caterina
L'11 Dicembre 1803 nasceva Hector Berlioz, compositore che avrebbe spinto enormemente le potenzialità dell'orchestra e degli impasti timbrici senza aver mai padroneggiato l'uso di un qualsivoglia strumento. Si era infatti dedicato agli studi di medicina prima di dedicarsi completamente alla musica.


Ricordiamo la data di nascita del compositore francese  il giorno che precede l'inaugurazione della stagione 2017/18 del Teatro dell’Opera di Roma, domani infatti andrà in scena al Costanzi La Damnation de Faust e l'occasione si annuncia ghiotta ed entusiasmante, molto più che il Sant'Ambrogio scaligero giocato per lo più sul glamour di Anna Netrebko e sul relativo gossip riguardo al di lei marito, titolare del ruolo eponimo nell'Andrea Chènier.
Opera controversa e di alterne fortune, sin dalla sua definizione (Opéra de Concert, Oratorio,  Légende Dramatique? ), rappresentò uno dei fallimenti professionali più cocenti di Berlioz. Nel novembre del 1846 fu il compositore stesso a dirigere la sua nuova creazione in forma di concerto all'Opéra Comique di Parigi. Nelle sue Mémoires, autobiografia che illustra con profondità l'essenza del musicista, a proposito della prima egli riporta con dolore: "Rien dans ma carriere d'artiste ne m'a plus profondamente blessé  que cette indifference inattendue. La découverte fut cruelle,  mais  utile au moins,  en ce sens que j'en profitai, et que, depuis lors,  il ne m'est pas arrivé d'aventurer vingts francs sur la foi de l'Amour du public parisien pour ma musique".
D'altra parte chi era la figura di Faust  se non un archetipo di una figura o meglio un topic letterario che sfidava la musica ad appropriarsene con un linguaggio differente. Berlioz aveva letto l'opera di  Goethe nella traduzione francese di Gérard de Nerval e ne era rimasto affascinato come altri compositori prima e dopo di lui. Componendo prima Les huits scènes de Faust, dando loro forma compiuta  nel 1846 con la Damnation, il musicista conferma e ribadisce una libertà creatrice pressoché assoluta, quasi reinventando il mito di Faust.


Secondo Berlioz l'uomo che aveva siglato un patto con il diavolo deve finire all'inferno, dannato per l'eternità. Ma l'audacia e il desiderio di trasgressione, il sogno faustiano diventano alla fine quello di un linguaggio musicale che reinventa le forme, le piega nell'associazione mai sperimentata di timbri in un'esperienza essenzialmente sonora.

Tutto ciò rappresenta una sfida per un regista d'opera di oggi, terreno più che fertile per Damiano Michieletto che fa della sua enorme inventiva al servizio di musica e libretto la carta vincente delle sue mises en scène.

Per chi non sarà in teatro domani, Rai 5 trasmetterà lo spettacolo in leggera differita alle 21,15.

Veronica Simeoni é entusiasta del lavoro svolto in prova e debutta nel ruolo di Marguerite. Qui di seguito potete leggere le sue dichiarazioni in attesa di vederla in azione da domani e fino al 23 dicembre.







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