La lupa capitolina, simbolo
della città di Roma
Il 21 aprile è la data in
cui si festeggia il Natale di Roma, la fondazione della “città eterna“.
Secondo la leggenda,
narrata tra gli altri dallo storico romano Varrone, Romolo avrebbe infatti
fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C.
La fissazione del giorno si
deve ai calcoli astrologici del matematico e filosofo del I secolo a.C. Lucio
Taruzio Firmano amico sia di Varrone che di Cicerone.
Da questa data è derivata
la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero “dalla fondazione della Città”, che
scandiva la cronologia romana prima dell’adozione del calendario gregoriano, a
partire dal quale gli anni vengono tradizionalmente numerati a partire dalla
nascita di Cristo (Anno Domini).
La storia delle
celebrazioni del Natale di Roma
Molti e diversi sono i
significati di cui è stato caricato il 21 aprile in età moderna.
La culla della civiltà, la
madre dell’unità nazionale, l’idea mitica di un nuovo regime, valore di civica
convivenza e di fratellanza dei popoli.
Da festa locale,
tipicamente romana (come lo era fino al 1870, con sfilate e spettacoli
pirotecnici), il Natale di Roma divenne celebrazione nazionale di Roma divenuta
capitale d’Italia nel 1871.
Assurse col fascismo a
simbolo mitico di un’ideologia totalizzante, per tornare al suo nocciolo
fondamentale di festa civica che mette in risalto la vocazione universale della
città.
Scorrendo la storia, è
comunque possibile trovare nelle celebrazioni del Natale di Roma dei comuni
denominatori al di là del carattere popolare, nazionale o ideologico che gli fu
dato di volta in volta.
Dal 1925, grazie alla
ricostruzione fatta dalla rivista Capitolium, è possibile ripercorrere e
raccontare l’evoluzione dei festeggiamenti della più importante festa laica di
Roma negli ultimi anni.
Durante il regime fascista
al Natalis Urbis fu data una forte connotazione simbolica: una sorta di
sacralità del culto di Roma che doveva “esaltare i fasti della rinnovata e
purificata nazione Italiana”.
Il 21 aprile, chiamata
“Festa nazionale del Lavoro e della Nazione”, divenne perciò l’occasione sia
per esaltare la memoria della grandezza passata, che per mostrare i progressi,
i grandi lavori, i progetti faraonici, le similitudini con la Roma imperiale che
Mussolini vedeva nel compimento del suo progetto della Grande Roma.
Così, a partire dal 1926,
ai festeggiamenti classici, come l’illuminazione dei monumenti storici più
significativi, furono affiancate cerimonie solenni, quali le sfilate delle
scolaresche romane tra i monumenti dell’antica Roma e i ludi classici di
attività fisica dei giovani e soprattutto, provvedimenti e inaugurazioni a
favore della città.
Il Natale di Roma diventò
per il Governo ed il Governatorato una sorta di “vetrina” nazionale ed
internazionale della propria attività “modernizzatrice”, la data nella quale
inaugurare scuole, edifici pubblici, nuove strade, interventi archeologici e di
recupero del patrimonio artistico.
Tra i tanti si ricordano la
fruizione pubblica di Villa Aldobrandini, Villa Celimontana e del Colle Oppio,
i lavori per liberare il Teatro di Marcello, la sistemazione del colle
capitolino e della zona del Velabro, la pavimentazione della Piazza del
Campidoglio.
Con lo scoppio e il
proseguire della seconda Guerra Mondiale le celebrazioni divennero
necessariamente più sobrie e sempre più sporadiche, indirizzandosi
esclusivamente sul carattere accademico e culturale.
Se nel 1942 si tenne in
Campidoglio l’adunanza generale dell’Accademia d’Italia, il 21 aprile 1943, mentre
i capolavori e i monumenti del Campidoglio venivano messi “in sicurezza” (la
statua di Marco Aurelio fu sistemata nel Tabularium, per ritrovare il suo posto
al centro della piazza il 27 aprile 1945), scrittori e “romanisti”, tra cui
Trilussa, Luciano Folgore, Silvio D’Amico, Aldo Fabrizi e Aristide Capanna,
furono invitati nella redazione di Capitolium, ospitata allora nel palazzetto
della Farnesina ai Baulari, ora sede del Museo Barracco.
Dopo la liberazione e la
nascita della repubblica italiana, il Natale di Roma si liberò dalle scorie
dell’esaltazione e della pomposa retorica che fecero, per oltre vent’anni, del
21 aprile il simbolo più evidente di quell’Italia romana ed imperiale
vagheggiata dal fascismo.
La commemorazione tornò
finalmente al nucleo originale della festa: quella della fondazione della
città, della ricorrenza senza ulteriori valenze o specifici significati
politici, del momento da dedicare allo studio e approfondimento della
ricchissima, a volte poco conosciuta, storia di Roma.
Proprio per rimarcare la
profonda diversità con i decenni precedenti, dalla fine degli anni Quaranta al
1964, le celebrazioni per il Natale di Roma si svolsero in maniera più ridotta.
Si teneva, infatti,
un’unica cerimonia in Campidoglio, che prevedeva un discorso ufficiale, tenuto
da un noto studioso di romanità, e vari premi legati alla città.
Dal 1964 riprese la
tradizione dei festeggiamenti che, non più solo relegati al Campidoglio, voleva
coinvolgere l’intera cittadinanza.
A partire dal 21 aprile 1964,
è stata ripristinata, oramai libera da ogni significato ampolloso ed estraneo
al suo proprio valore civico, la festa del Natale di Roma.
Una solenne cerimonia in
Campidoglio, cori di bambini sulla piazza, consegne di premi, inaugurazioni di
opere pubbliche, l’inizio di visite guidate del Palazzo Senatorio,
imbandieramenti delle strade commerciali erano i principali segni della
giornata, dedicata a sottolineare i motivi della civica convivenza.
Da allora, insieme al
discorso ufficiale da parte del sindaco e di importanti personalità della
cultura e della società, divengono parte insostituibile delle celebrazioni,
riallacciandosi così alla tradizione iniziata anni prima, i riconoscimenti che
la città attesta a quanti, studiosi, filologi e giornalisti, dedicano studi,
riflessioni ed opere a Roma e alla sua storia.
Tra questi, i più
importanti erano la presentazione dell’annuale Strenna dei Romanisti, il premio
Cultori di Roma, il premio giornalistico internazionale Città di Roma e il
concorso internazionale di prosa latina Certamen capitolinum, organizzato
dall’Istituto di Studi romani.
A questi riconoscimenti
vengono abbinate altre iniziative culturali quali l’apertura gratuita dei musei
e degli spazi artistici comunali, concerti nelle piazze cittadine o
manifestazioni una tantum, come la mostra del libro su Roma organizzata nel
1968 a Palazzo Braschi, con mille titoli di opere dell’editoria nazionale
dedicati alla città.
Accanto agli appuntamenti
istituzionali tipici della giornata, dal 1964 ad oggi si sono registrati alcuni
eventi speciali che hanno caratterizzato il Natale di Roma.
Tra questi, la solenne
seduta del Consiglio comunale nell’aula Giulio Cesare nel 1970, anno del
centenario di Roma capitale, il rinnovo del gemellaggio con Parigi nel 1994, la
collocazione sulla piazza del Campidoglio della copia della statua di Marco
Aurelio nel 1997, i 90 anni di Rita Levi Montalcini festeggiati insieme ai
premi Nobel per la pace con i versi di Cesare Pascarella recitati da Vittorio
Gassman, nel 1999.
Negli ultimi anni, il 21
aprile si è andato sempre più caratterizzando come data per l’inaugurazione di
importanti opere pubbliche cittadine, come la riapertura dei Musei capitolini
nel 2000, l’inaugurazione dell’Auditorium Parco della Musica nel 2002 e
l’inaugurazione del Museo dell’Ara Pacis nel 2006.
Viaggi nell’antica Roma
In occasione del 21 aprile
tornano i Viaggi nell’antica Roma che raccontano il Foro di Augusto e il Foro
di Cesare partendo da pietre, frammenti e colonne presenti, con l’uso di
tecnologie all’avanguardia.
Gli spettatori sono
accompagnati dalla voce di Piero Angela e da magnifici filmati e proiezioni che
ricostruiscono quei luoghi così come si presentavano nell’antica Roma.
Visita al Mandrione e
all’Acquedotto Felice
Una passeggiata-riflessione
sui cambiamenti della città di Roma. La zona del Mandrione fu inizialmente
occupata dagli sfollati del bombardamento di San Lorenzo del 1943, che vi
costruirono delle baracche sotto gli archi dell’acquedotto Felice. Il Mandrione
è citato in diverse opere letterarie e cinematografiche, fra tutte quelle di
Pier Paolo Pasolini che è stato anche spesso ritratto mentre passeggiava per
via del Mandrione e nei suoi dintorni.
https://www.tpi.it/2018/04/21/natale-di-roma-2018/
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