Arriva al Museo
dell'Ara Pacis, dal 6 aprile al 27 ottobre, la mostra "Claudio Imperatore.
Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia" che punta a raccontare la
personalità e l'operato dell'imperatore Claudio prendendo le mosse dal confronto
con il celebre fratello.
Claudio Imperatore.
Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia.
Verso la fine
dell'anno 19 d.C. una Roma sospesa e angosciata riceve la notizia della morte
del nipote di Augusto, Nerone Claudio Druso, più semplicemente noto come
Germanico, spirato ad Antiochia il l0 ottobre del 19 d.C., in circostanze
misteriose. Nipote di Livia Drusilla (moglie del primo imperatore), per parte
del padre Druso, e di Augusto stesso, perché figlio della nipote Antonia
Minore, costituiva il frutto perfetto della politica dinastica augustea. Già
famoso sin da bambino, rappresentato con i genitori sull'Ara Pacis, era quasi
scontato che Augusto desiderasse renderlo erede dell'Impero che muoveva i primi
passi, costringendo Tiberio, il figlio naturale di Livia, da lui adottato, ad
adottare a sua volta proprio Germanico. Ma il destino di questo giovane non era
diventare imperatore. La devota moglie, Agrippina, figlia di Agrippa e
dell'unica figlia di Augusto, Giulia, ne accompagnerà le ceneri in Italia.
Questa triste vicenda apre un nuovo scenario per la successione all'impero:
dopo Tiberio, l’ombra di Germanico può leggersi dietro l'ascesa del figlio
Caligola e poi del fratello Claudio. Costui, acclamato dai pretoriani, diventa
a 52 anni il quarto principe di Roma con il titolo di Tiberio Claudio Cesare
Augusto Germanico, primo imperatore, sino ad allora, ad aver avuto i natali
fuori dalla penisola italica, a Lione, il l agosto del 10 a.C.
Tutte le info sulla mostra
La mostra, prodotta
dalla Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con il Musèe de Beaux Arts di
Lione, dove ha avuto una prima sede tra il 1 dicembre 2018 e il 4 marzo 2019, vuole
raccontare la personalità e l'operato dell'imperatore Claudio, prendendo le
mosse dal confronto con il celebre fratello, ma cercando poi di approfondire,
per quanto possibile, il carattere dell'uomo e la capacità
tecnico-amministrativa e politica dell'imperatore, attraverso il confronto tra
la documentazione archeologica e il racconto degli storici, troppo spesso con
lui poco teneri.
Le sezioni della
mostra, partendo dal racconto della morte di Germanico, del rientro delle sue
ceneri e dello svolgimento dei riti legati alle celebrazioni funebri che in suo
onore si svolsero, testimoniati nel percorso da un importante documento come la
Tabula Hebana, evidenziano l'importanza che per Claudio ebbe la propaganda
dinastica, dettata dalla necessità di sottolineare il proprio legame con la
dinastia giulio-claudia: anche se di natali noti, la sua acclamazione ad
imperatore, avvenuta ad opera dei pretoriani e non con legale adozione, rendeva
indispensabile l'affermazione del suo diritto a governare (la sua vicenda
creerà peraltro un precedente fondamentale per la successiva storia
dell'impero); sì entra poi più nello specifico della sua attività in politica
estera, con particolare riferimento alla spedizione in Britannia e il
conseguente allargamento dei confini dell'impero; viene quindi offerto un
momento di riflessione sulla sua politica interna, sul rapporto con il Senato e
il suo tentativo di allargarne i ranghi, testimoniato dall'interessante
discorso contenuto nella tavola bronzea di Lione, uno dei più notevoli pezzi in
mostra. Per completare il quadro del racconto, sarà trattato anche il tema
della razionalizzazione dell'amministrazione pubblica, la costruzione di una
vera e propria 'burocrazia', attraverso le deleghe ai potenti liberti imperiali
e quello delle grandi opere di pubblica utilità, come il progetto del porto di
Ostia, la problematica bonifica del Fucino e l'attenzione al rifornimento e
all'approvvigionamento dell'acqua pubblica.
Uno spazio ed una
attenzione particolare avranno le donne dell'imperatore, in particolare le
mogli Messalina ed Agrippina, soprattutto nel tentativo di offrire una
ricostruzione dell'ambiente della corte imperiale nella Roma della metà del I
secolo d.C. La morte di Claudio, circondata da sospetti, proprio come quella
che era toccata in sorte molti anni prima al fratello Germanico, determinerà la
sua divinizzazione, la promozione di un tempio a lui dedicato sul Celio e
l'ascesa al soglio imperiale del figlio di Agrippina, Nerone.
Il ritratto di Germanico
Una delle novità della
mostra al Museo dell’Ara Pacis è l’esposizione, per la prima volta, del
ritratto di Germanico della Fondazione Sorgente Group, presieduta da Valter e
Paola Mainetti. L’opera celebra la figura del giovane principe che, adottato da
Tiberio per volere di Augusto, avrebbe proseguito la linea dinastica imperiale,
primo membro della gens giulio-claudia per linea di sangue. Il modellato del
volto, lo sguardo assorto e la resa plastica e animata delle ciocche della
chioma, evidenziano la volontà di celebrare l’erede dell’impero, a cui il
destino fu avverso.
Nella prima sede
della Mostra su Claudio Imperatore, al Musèe de Beaux Arts di Lione, tra il 1
dicembre 2018 e il 4 marzo 2019, il ritratto di Germanico non era presente.
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